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BASOLI VESUVIANI O BASOLI ETNEI: QUESTIONE DI DEMOCRAZIA “RAPPRESENTATIVA”

Ditgprocida

Nov 23, 2015

Redazione | La delicata questione dei  “basoli” vesuviani rimossi nell’ambito del progetto water Front per far posto a quelli etnei, arriva finanche nelle stanze del governo nazionale. Giovedi scorso i deputati del Movimento Cinque Stelle, Roberto Fico, Carlo Sibilia, Salvatore Micillo  e Vega Colonnese hanno  inviato una interrogazione a risposta in commissione al Ministro Franceschini. Ecco il testo: «Premesso che a Procida, nella zona del porto di Marina Grande e di via Roma, sono in corso i lavori di «riqualificazione del Waterfront dell’asse storico di Marina Grande», un progetto che prevede una pluralità di interventi architettonici, fra i quali la sostituzione dei basoli, la pavimentazione storica dell’isola; il progetto esecutivo è stato approvato con delibera della giunta municipale n. 5 del 9 gennaio 2014 ed interamente ammesso ai finanziamenti del Por Campania Fesr 2007-2013, per un importo di 6,9 milioni di euro circa, nell’ambito delle «Iniziative di accelerazione della spesa» di cui alla deliberazione della giunta della regione Campania n. 148 del 2013; la pavimentazione storica in basoli è stata parzialmente rimossa e sostituita con una moderna pavimentazione di «finti basoli». Il rischio di un simile intervento è quello di sottrarre alla collettività un bene pubblico di grande valore per sostituirlo con un bene deteriore dal punto di vista sia della qualità  del materiale sia della resa estetica; i basoli, infatti, si presentavano integri e in ottimo stato – come riportato anche nell’articolo «Procida, non toccate quei basoli pregiati» di Tomaso Montanari, pubblicato il 3 novembre 2015 sul quotidiano «La Repubblica» – sebbene in alcuni punti un lieve avvallamento richiedesse il rifacimento del massetto; tuttavia, piuttosto che procedere ad una mirata manutenzione dei basoli, si è preferito rimuoverli nella loro totalità e sostituirli con una pavimentazione moderna la cui tenuta non appare affatto garantita dal momento che le reti elettrosaldate a sostegno dei nuovi basoli non sono zincate e, a quanto risulta agli interroganti, sarebbero anche in cattivo stato; in via Marina Corricella, nell’ambito del medesimo progetto di riqualificazione, è in corso la sostituzione con basoli nuovi della pavimentazione di cemento (anche questa, tuttavia, appariva in perfetto stato). La rimozione della pavimentazione, peraltro, sta producendo fortissime vibrazioni che alimentano il disappunto degli abitanti del posto, già contrariati da questo inutile, inspiegabile intervento di restyling;  l’intero territorio dell’isola di Procida, e in particolare l’area della Marina di Sancio Cattolico e della Corricella, o Marina Grande, è stato sottoposto a vincolo paesaggistico-ambientale con decreto ministeriale 26 marzo 1956, ai sensi della legge n. 1497 del 1939;  il vincolo paesaggistico-ambientale è stato definito con il piano territoriale paesistico (PTP) approvato dal Ministro della pubblica istruzione, di concerto con il Ministro per la marina mercantile, con decreto del 1o marzo 1971;  con il riordino delle competenze in materia derivante dall’entrata in vigore della legge costituzionale n. 3 del 2001, nonché in seguito all’accordo Stato-regioni del 19 aprile 2001, il piano territoriale paesistico di Procida è stato rimesso alla regione Campania e successivamente trasfuso nell’allegato D – testo integrale degli strumenti di pianificazione – della legge della regione Campania n. 13 del 2008, avente ad oggetto il piano territoriale regionale;  ai sensi dell’articolo 145, comma 3, del decreto legislativo n. 42 del 2004, le disposizioni dei piani paesaggistici prevalgono sugli strumenti di pianificazione degli enti locali;  nel dicembre del 2013 la Soprintendenza per i beni architettonici, paesaggistici, storici, artistici ed etno-antropologici per Napoli e provincia, avrebbe espresso parere favorevole all’attuazione del progetto ai sensi dell’articolo 146 del decreto legislativo n. 42 del 2004, nonostante la dubbia compatibilità dell’opera con i limiti posti dalla disciplina vincolistica a tutela del territorio di Procida –: se e sulla base di quali precise motivazioni la Soprintendenza per i beni architettonici, paesaggistici, storici, artistici ed etno-antropologici per Napoli e provincia abbia autorizzato gli interventi progettati nell’area vincolata di Marina Grande, con particolare riferimento alla sostituzione della pavimentazione storica in basoli, nonostante la dubbia compatibilità i tali interventi con il vincolo paesaggistico-ambientale a cui è sottoposto il territorio dell’isola di Procida ai sensi della normativa richiamata in premessa.»

Nella mattinata di sabato è arrivata  la risposta un po’ stizzita del primo cittadino di Procida Dino Ambrosino: « Gli antichi basoli vesuviani intatti saranno invece rimessi a posto, sempre su via Roma. Mi dispiace che un parlamentare come Roberto Fico contribuisca alla disinformazione, evidentemente messo sulla cattiva strada da qualche personaggio locale in malafede. Personaggio talmente falso da far credere che alla Corricella ci sia stata in passato una degna pavimentazione e non quel cemento malandato che oggi stiamo sostituendo con la pietra lavica».

Subito dopo ha rincarato la dose: « Caro onorevole Roberto Fico del Movimento 5 Stelle, piuttosto che attendere una risposta dal Palazzo Romano che arriverà senz’altro a lavori finiti, venga a Procida. Potremo fare insieme un sopralluogo alla Marina Grande e alla Corricella per verificare sul posto la vecchia pavimentazione e come la stiamo sostituendo. Sono a disposizione, oggi, domani, lunedì, o qualsiasi altro giorno in cui Lei è libero dagli impegni della Camera dei Deputati».

A ruota anche l’assessore Antonio Carannante: « Inconcepibile e gravissima dichiarazione di un onorevole della repubblica del movimento 5 stelle, Roberto fico che, senza verificare le notizie che gli giungono, arriva a gettare ombre sui lavori al porto di marina grande e corricella che con tanta fatica stiamo portando avanti. I basoli vesuviani saranno riposizionati. Alla corricella non c’è mai stata nessuna pavimentazione… Siamo sbigottiti da tale superficialità e gravità di accuse da parte di un rappresentante delle istituzioni. La politica non è disinformazione».

Chiamata in causa nel pomeriggio anche la  Soprintendente Paola Bovier ha illustrato per quanto di competenza il suo punto di vista: « Rispondo subito, ancora prima che pervengono in ufficio la richiesta. ..Gli antichi basoli, sono vincolati in quanto oggetti di proprietà comunale e di periodo superiore ai 70 anni. Per la salvaguardia di detta pavimentazione ci sono delle note della Soprintendenza atte alla conservazione del bene. Lo stato qui ante della Marina di Sancio Cattolico era costituito da pavimentazione mista , basoli vesuviani , pietra lavica e mattonelle cementizie. Per migliorare la visione dei luoghi si è concordato con l’Amministrazione Comunale di salvare i basoli recuperando il materiale e mettendolo in opera nella fascia adiacente alla cortina dei fabbricati,. Ovviamente, per omogeneità con la preesistente fascia ,banchina, segue pavimentazione lavica etnea…La pavimentazione lavica in esubero deve, obbligatoriamente , essere riutilizzata in aree di interesse culturale, quali sagrati, piazze e con comunicazione descrittiva al mio Ufficio…Se i basoli, dovessero essere trafugati,seguirà denuncia alla Procura.»

2 commenti su “BASOLI VESUVIANI O BASOLI ETNEI: QUESTIONE DI DEMOCRAZIA “RAPPRESENTATIVA””
  1. …..quando capiranno che fb non è un mezzo istituzionale, e mi riferisco sia ai cittadini che agli amministratori, forse cominceremo a lavorare per Procida seriamente. Il mio modesto pensiero oggi mi porta a sintetizzare e spiegare questi comportamenti come adolescenziali e irrispettosi verso quella parte, ancorché esigua, della popolazione che per estrazione sociale, tempo o per scelta non segue social o chiacchiere via etere. Il caro Dino e l’avv innammorato ..della scrittura e delle bellezze..artistiche dell isola dovrebbero tirar fuori quella PROFESSIONALITA’ per cui li abbiamo votato e che hanno fatto credere di avere durante la campagna elettorale. Che poi i 5* abbiano sbagliato o meno questo lo vedremo ma lameno hanno usato vie istituzionali e non social dove scorrendo vedi prima Belen con mezza tetta di fuori e poi Dino Sindaco e la sua schiera di affezionati pronti con il telefonino ad ogni ora e momento a fare la guerra dei poveri smanettatori di smart phone e simili.

  2. assessore! assessore! che fai? ti piace mettere becco sugli affari degli altri e non vuoi che si discuta degli affari tuoi?
    è una logica un pochino ipocrita ma chiara: i tuttologi vogliono puntare il dito contro tutti ma non accettano critiche su niente

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