Redazione | E’ di pochi giorni fa, il decreto sindacale di Dino Ambrosino che assegna all’assessore Antonio Carannante la delega al “lavoro marittimo e alle sue problematiche”. Già a giugno, più di qualcuno, rimase stupito dal fatto che un mondo così vario e complicato, come quello della gente di mare, non fosse contemplato e rappresentato negli incarichi assessoriali. In vero, la materia non è stata mai poi tanto “attenzionata” nemmeno dalle passate amministrazioni. Tanto che le associazioni di marittimi per anni hanno combattuto alcune battaglie ( a tutela del lavoro in mare, a tutela della salute in mare, dei diritti dei lavoratori, ecc ) senza poter avere al proprio fianco interlocutori istituzionali. Un vulnus che andava colmato e che porta le istanze dei marittimi all’attenzione della pubblica amministrazione. A tal proposito abbiamo incontrato il volenteroso assessore Antonio Carannante, a cui abbiamo posto una serie di domande su quello che verte proprio l’ultima delega affidatagli dal Sindaco.
Per decenni abbiamo creduto che il turismo potesse essere il volano economico dell’isola. Con gli anni invece la nostra vocazione sembra essere tornata il lavoro marittimo.
«In effetti da sempre il benessere della nostra isola è sostanzialmente legato al lavoro marittimo. Il turismo, come reale risorsa economica, si è fatto avanti solo dagli anni ’70-’80 e molti ancora ricordano i politici dell’epoca che addirittura scongiuravano l’avvento del turismo sostenendo che i procidani non sarebbero mai dovuti diventare “un popolo di camerieri”. Ovviamente era una provocazione (mica tanto…), da allora ne è passato del tempo e il turismo culturale è diventato progressivamente una connotazione importante per l’isola, ma è innegabile che in questi anni l’isola ha avvertito meno la crisi globale proprio grazie al lavoro dei nostri marittimi che sostanzialmente è rimasto costante, se non aumentato anche grazie al boom del settore crocieristico»
I giovano tornano quindi per mare?
«Eh si, difatti non a caso negli ultimi anni le iscrizioni al locale Istituto Nautico sono ricominciate ad aumentare, segno che è una tipologia di lavoro ricomincia a destare grande interesse per i nostri giovani sia per le prospettive economiche sia occupazionali. Tuttavia anche questa categoria sta da qualche tempo mostrando segni di sofferenza e un’amministrazione moderna e veramente collegata al territorio non può ignorarlo».
Una categoria che è sempre apparsa a se stante e che a nessuno interessasse.
«Durante la campagna elettorale ho intercettato la forte necessità di nostri molti marittimi di avere un punto di riferimento nell’amministrazione che li potesse rappresentare nelle sedi istituzionali per tentare di incidere sulle problematiche di categoria. Come gruppo politico abbiamo quindi da subito ritenuto essenziale accogliere tale istanza che giunge dal territorio e individuare una delega specifica. Del resto mi meraviglio che ciò non sia avvenuto prima: abbiamo una tradizione nel settore tra le più importanti al mondo, da decenni ormai ci sono procidani che occupano posti di rilievo non solo come ufficiali e dirigenti nelle maggiori compagnie di navigazione, ma anche tra i broker, agenzie marittime, fino alla navigazione off shore, e che costituiscono un fiore all’occhiello per la comunità procidana e la principale fonte di reddito della nostra isola. L’obiettivo è di intercettare le problematiche del settore e cercare di interagire con le istituzioni, ma anche di agevolare i rapporti scuola-lavoro, ovvero costituire il trade d’union tra la scuola e le compagnie di navigazione in maniera che i nostri studenti siano sempre più competitivi e inserirsi più facilmente nel mondo del lavoro. Il 90% delle merci continua a essere scambiata via mare e il settore crocieristico è in continua evoluzione ma, come dicevo, anche i marittimi oggi vivono un momento di forte criticità, basti pensare alla difficoltà di accesso alla categoria».
Quali sono queste difficoltà?
«Il maggior costo degli allievi italiani rispetto i pari grado imbarcati su navi con altra bandiera, ha creato difficoltà d’inserimento degli stessi, creando disoccupazione. In questo senso è giunta la recente novità del protocollo d’intesa del 30 luglio scorso tra armatori-sindacati-marittimi con il quale è stato stanziato un fondo per pagare gli allievi però con l’introduzione della nuova figura del cd. III^ ufficiale junior con stipendio ridotto a 650,00 euro al mese e il taglio in busta paga del 20% del cd. III ufficiale senior e la contrazione del loro numero: per cui la situazione a oggi è ancora incerta, in quanto, da un lato, parrebbe dare una mano ai giovani marittimi e dall’altro penalizzarli sia in termini economici che di reale inserimento. C’è poi, ad esempio, anche la problematica dei costi dei sempre più numerosi dei corsi professionali che i marittimi sono tenuti ad affrontare a proprie spese, ma anche dei programmi didattici da uniformare maggiormente col mondo del lavoro».
Gli obiettivi che ti sei prefissato dopo la nomina sindacale?
«Il mio obiettivo è quello di diventare portavoce delle istanze da far pesare nelle sedi competenti interagendo con realtà simili alla nostra, fino a fare rete con armatori, gestori di porti, direttori del personale di grandi compagnie di navigazione, case costruttrici di motori marini, anche per riflettere sui nuovi sbocchi lavorativi a terra per i marittimi, nel settore della nautica da diporto fino al settore cd. off shore in forte espansione, ai nuovi orizzonti tecnologici della scuola, cercando di individuare proposte e spunti di riflessione per la categoria e per coloro che si accingono a entrare nel mondo del lavoro».
Sin da subito cosa vuoi fare?
«In questo senso, nell’immediato, desidererei istituire una commissione con addetti ai lavori e le associazioni di categoria, e un tavolo di lavoro con il locale Istituto Nautico che ormai prepara anche nuove figure professionali nell’indotto del lavoro marittimo. Per la prima volta l’amministrazione procidana ha istituito una delega ad hoc per i marittimi: inizia una sfida preziosa per Procida».
Turismo e lavoro marittimo possono coesistere?
«Fermo restante il turismo culturale che connota sempre più l’isola (e sul quale non smetteremo di investire), tutelare i marittimi significa comunque tutelare la nostra storia ma anche una fetta importante del nostro futuro».
Avrei gradito un competente del settore per tutelarci.
se i marittimi dovrebbero essere tutelati da questo ennesimo scandalo di regalo natalizio…
ebbe’ , penso che siamo alla dispetazione totale…
Message
A parole sembra tutto facile,vedremo.Ma insieme alla precedente amministrazione il Sig.DINO
non aveva votato la proposta di defalcare il periodo d’imbarco durante l’anno dalle bollette della spazzatura.Cominciate a fare i fatti.
avv…iso: tutti a “poppe”!!!
scusate volevo dire poppa
ma se addirittura
si sono dimenticati di onorare la giornata do commemorazionr dei caduti a mare…
ma per favore…fate il vostro mrstiere…
Per fortuna sono in pensione!!! Vedi un po cosa si fa per qualche causa sull’amianto!!!