Redazione | Le Feste, sull’isola di Arturo, tutto sommato sono trascorse in maniera calma e tranquilla. Meno botti anche a Capodanno e serate all’insegna di sano divertimento, passato principalmente in famiglia. I giovani hanno un po’ affollato qualche locale nei giorni comandati, come nell’ultima notte dell’anno. Che ha, tuttavia, marcato il più grande numero, a nostra memoria, di “emigrazione da Veglione” da parte di giovani procidani. Pur di divertirsi in maniere diversa e sfuggire ad una lamentata “noia” delle serate procidane molti gruppi di giovani hanno trascorso l’ultima notte dell’anno lontano da Procida. Le mete più gettonate sono state le vicine Ischia e Napoli e le città di Firenze, Roma e Milano, dove era più facile incontrare amici. Ma anche la riviera romagnola è stata gettonata insieme ad altre località italiane e straniere.
Una bella fuga dall’isola, in definitiva. Ma chi è rimasto è riuscito ugualmente a divertirsi, insieme ad un sensibile drappello di turisti che ha scelto la nostra isola per le vacanze; insomma la nostra isola diventa sempre meno prevedibile e sempre più segmentata nei gusti, nelle vocazioni e negli interessi.
Ciò che è certo, comunque, è che non si è trattato di un periodo favoloso per il commercio locale. In linea con le altre località turistiche campane, Procida ha subito un netto calo nelle vendite di Natale. Diventa, infatti, sempre più consueto il “viaggetto” in terraferma per gli acquisti natalizi. Secondo la Confesercenti Procida, al pari di Ischia, avrebbe subito un deciso calo (che, per alcuni comparti, toccherebbe il 20%).
I primi giorni dell’anno hanno visto anche a Procida un ritorno di spettatori nella unica sala cinematografica dell’isola, complice il successo del nuovo film di Checco Zalone. Tradizionalmente i procidani e , soprattutto, le procidane si dedicavano allo shopping in terraferma soprattutto nel periodo dei saldi, che in città sono cominciati. Speriamo, stavolta in una inversione di tendenza, per quanto, di solito, i saldi non sono ben promossi nel sistema commerciale isolano.
I lavori ancora in corso alla Marina hanno reso meno facile l’accoglienza e la passeggiata sul Porto, a scapito, forse, dei locali della zona. Ma la visione dei Merli del Palazzo finalmente ristrutturati e in sicurezza è una gioia (ciò indipendentemente dalle polemiche sulla efficacia dei lavori e dei colori adottati).
Ci aspettiamo iniziative delle associazioni locali del commercio volte a favorire la spesa sull’isola, per non fare ancora di più deprimere un settore importante della economia locale. Certo, nei periodi come questi è difficile resistere al richiamo dei centri commerciali in terraferma, ma qualcosa si potrebbe studiare.
Certo è che nei periodi di vacanza invernale non basta una offerta isolana limitata al sole, al mare e alla tranquillità. Ci vuole altro. E proprio in questa direzione va la calendarizzazione degli eventi legati alla prossima stagione turisttica. Non hanno perso tempo sia il delegato al Turimo che l’assessore alla Cultura a convocare una riunione con tutti gli operatori del settore. Quello che uscirà sarà un indirizzo di prospettiva sul quale lavorare. Superficiale indirizzo. Non dimentichiamo che per quest’anno sarà difficilissimo recuperare le economie che nello scorso anno, hanno alimentato il progetto “Itinerari Procidani” e che sono state fondamentali per la stagione turistica della passata stagione.
Proprio i commercianti sono i primi a lamentarsi: «Un natale da fame – dice A.L.L – la gente dice di riaffermare il commercio procidano e poi vanno ad acquistare a terraferma. Io li ho visti agli sbarchi, carichi di buste quotidianamente. Ho chiesto ad una di loro il perché volete sapere la risposta? Mio marito va per mare, se non ce la fai chiudi il tuo negozio. Io i miei soldi li spendo dove meglio credo.»
Anche un noto imprenditore non ci è andato leggero: «Zero, questo natale è andata malissimo. Fino a qualche anno fa credevamo che non facendo il capodanno in piazza la gente, i ragazzi venisse nel nostro ristorante,nella nostra discoteca. Purtroppo invece i giovani che sono più smaliziati hanno capito tutto ed hanno deciso di andare via dall’isola per trascorrere il Capodanno in piazza. Io mi chiedo perché non è stata avanzata l’ipotesi quest’anno? Comunque vada i nostri locali sono stati chiusi, dopo la mezzanotte non c’era più nessuno per strada. Speriamo per l’anno che verrà».
E così mentre le vacanze sono già un lontano ricordo l’isola si interroga – come dicevamo – su cosa fare e soprattutto come farlo. L’isola deve essere promossa addirittura fuori dall’Italia ed in quei circuiti internazionali riconosciuti. Se Ischia ha un suo target ben definito, di Capri non parliamo proprio, l’isola di arturo si sveglia all’alba di ogni nuova stagione turistica con qualcosa da inventarsi. Per oltre vent’anni si è lasciato che l’isola divenisse la meta di gente dalla terraferma senza puntare su un’idea di turismo. Religioso, green, familiare ecc ecc.
Un po di tutto e un po di di niente. Fino a quando le bellezze delle coste o il miraggio dell’isola del postino, oppure altre piccole apparizioni sugli schermi, potranno bastare? Questo è l’interrogativo alla quale bisogna dare una risposta anche in tempi brevi. C’è un settore, un comparto che sta morendo e se ancora si mantiene a galla è perché ci si va avanti nonostante tutto. Imprese familiari, pensionati che danno una mano, gente che lavora come gli pare, ecc ecc. Forme morenti di una economia che deve iniziare a pensare oltre al “libretto di navigazione” oltre il borsone da trascinare sulla banchina.
Effettivamente un Natale povero e triste fatto fi alberi di plastica inguardabili. Speriamo nel prossimo anno. Diamo tempo a questi ragazzi che ci amministrano che sono inesperti e che hanno bisogno di tempo per imparare il mestiere della politica.
……….se imparassero anche altri mestieri e si levassero dalle …..sarebbe meglio