Redazione | E’ in dirittura d’arrivo in questi primi giorni dell’anno, un’opera pubblica di notevole importanza per il territorio dell’isola di Arturo, e ci riferiamo alla creazione di un “ Punto di sbarco del pescato” sul molo di levante. Un progetto che consentirà lo sbarco del pescato dalle nostre barche in maniera regolamentare. Ma al di là dei book fotografici e delle tante belle parole spese in questi mesi, l’opera è stata davvero un’impresa burocratica. Come sempre quando si ha a che fare con i lavori pubblici e soprattutto quando l’opera insiste su aree vincolate o demaniali come appunto quelle del punto del pescato. Allora abbiamo deciso di riannodare i fili e farci raccontare da chi all’epoca era assessore (anzi assessori) che hanno lavorato al progetto. Menico Scala e soprattutto la deus ex machina – ex assessore ed oggi consigliera comunale Rachele Aiello – hanno voluto così ricordare il tortuoso iter che l’opera ha avuto: «Ebbene si, non ci crederete, ma tutto è iniziato ben quattro anni fa quando l’Asl NA 2 Nord espresse parere sanitario vincolante”sfavorevole” al mantenimento del punto di sbarco in via Roma in quanto zona altamente trafficata e pericolosa per le operazioni di sbarco.
Il Comune – da sempre vigile a questa ed altre iniziative simili – in quegli anni in più occasioni aveva esternato la volontà di predisporre comunque un nuovo punto di sbarco andando ad individuarlo presso il molo di levante nella stessa area portuale di Marina Grande. Apparve subito evidente che però la banchina di levante, realizzata tra l’altro per dare ormeggio alle grandi imbarcazioni da pesca, presentava un calpestio ad una quota più elevata rispetto al livello del mare e quindi risultava inaccessibile alle piccole imbarcazioni. Di più – e continuano – la profondità del mare in quella zona era ( ed è ) insufficiente per i grandi pescherecci e le operazioni di sbarco del pescato si sarebbero svolte non proprio nella massima sicurezza».
Gli ex assessori poi si soffermano sulla genesi dell’attuale opera ormai quasi pronta :«Da questo problema strutturale nacque l’idea progettuale di realizzare comunque il punto di sbarco, ma per imbarcazioni di piccola stazza.
In effetti con barche che hanno un pescaggio minore si potranno effettuare operazioni di spola tra peschereccio e la banchina grazie a due pontili su struttura in acciaio zincata, nastri trasportatori, copertura frangivento , il tutto nel rispetto di quanto prescrive la norma igienico sanitaria. Ricordo ancora le decine di riunioni per acquisire i pareri e le autorizzazioni necessarie per il progetto. Tanto fu l’impegno profuso dall’assessore Aiello che poi come si è visto l’opera è stata finanziato con il FEP Campania 2007/2013 numero 4.1 D. 108/14 e successive n.7 del 20.01.2015 attraverso il GAC ( Gruppo Azione Costiera) isole del golfo di Napoli di cui il Comune di Procida è stato promotore e ora componente unitamente ai Comuni di Ischia».
L’obiettivo del GAC – ricordiamolo – era ed è quello di favorire la realizzazione di una strategia finalizzata alla creazione di un sistema locale integrato basato sulle risorse locali, capace di valorizzare le potenzialità produttive e le tipicità.
«Alla realizzazione di tale nuovo punto di sbarco – ci dice SCALA – si è giunti grazie all’impegno e alla partecipazione costante a tutti gli incontri tenuti presso la Regione Campania e presso il Comune di Ischia come dicevo dell’ex assessore Rachele Aiello e del gruppo di esperti collaboratori che la precedente amministrazione aveva designato e che mi sento di ringraziare per il lavoro profuso e nello specifico Arch. Paola Esposito, il Dott Giacomo Sasso e il Dott. Nicola Scotto di Carlo»
«Ci auguriamo – e concludono i due consiglieri di “Per Procida” – che ad opera ultimata e collaudata, l’attuale amministrazione sappia portare avanti l’iniziativa già intrapresa e di creare quella rete strategica necessaria per uno sviluppo sempre maggiore del settore della pesca locale».
Secondo me ottima idea ma fatta male. Molti problemi: distanza tra la banchina faro rosso e i negozi del pesce, e quando piove come si fa? E dovranno togliere i dissuasori che ora stanno al porto turistico per far passare i carretti? I carretti passeranno in mezzo alla strada per giungere ai negozi? E l’acqua che colerà sulla strada chi la toglie? Il sistema meccanico dei rulli durerà pochi mesi senza adeguata manutenzione? e poi si perde tutta la tradizione di quando le paranze scaricavano sulla banchina. Non sono proprio d’accordo io.
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il punto di sbarco del pescato e’la continuazione della precedente amministrazione quindi penso che fara’ la fine della struttura creata in localita Grotte :un locale adibito a punto pesca e costato molti euro,portone incluso e mai aperto.Buona fortuna
….infatti che fine ha fatto la struttura in località grotte che doveva essere adibita a punto di raccolta per il pescato. Se è completata perchè nessuno se ne è interessato??? Ah dimenticavo stiamo catalogando la nostra storia e siamo impegnati in selfie….articoli che santificano il fenomenale Avv scrittore…..organizzazione di un carnevale dove chi è stato invitato a partecipare ha dovuto solo prendere atto delle decisioni già prese della moglie dell’assessore.
to be continue
sicuramente a differenza della struttura localita grotte questa anche se poi non funziona non costera affitto……..e a causa delle solite leggi fatte per i grandi porti e le grandi ditte bisognava farla……
E proposito della moglie del assessore: Ha fatto un gran Lavoro negli ultimi anni senza pagamento e anche questo anno fara tanto lavoro per un bel carnevale per il piacere dei piu piccoli a procida senza pagamento!!!!
ma dai non difendere la moglie dell’assessore, a che serve fare un carnevale quando poi a Procida a capodanno vanno tutti via e non si fa nulla e carnevale sarà la solita tristezza. ci siamo stufati andate a casa con le moglie e non
…….cmq il carnevale è stato sempre un flop incredibile……..e non dite il contrario…..si è no ci andavano una 30 di persone……
Mi domando
come sia stato possibile finanziare progetti come questi,e ci includerei anche il Bannock,
che sono tutti cervellotici e inattuabili,perchè come si è visto, i fondali sia per il bannok sia per il punto sanitario con il magazzino fittato sia per il punto di sbarco del del pescato sono bassi.
La comunità ha pagato questi finanziamenti,buttati letteralmente a mare,perchè non vi erano le condizioni nè i presupposti,
e allora?
Questi cervelloni politici che vorrebbero far credere che sono stati bravi a fare ciò,sono patetici.
Logicamente ,le colpe sono molteplici,chi pagherà questo fiume di denaro che ci è voluto x questi progetti pazzoidi?
il popolo pecora,logicamente.
Se il popolo sovrano non si ribellerà a questo sistema affaristico.. politico-finanziario,clientelare..
sia regionale che italiano ed europeo
e non si prendono i dovuti accorgimenti x una supervisione esterna ,indipendente,non politica, per ogni progetto da approvare e finanziare
corriamo il rischio che si ripetano sempre queste situazioni assurde..