Redazione | Nella prima assemblea del Comitato salvaguardia marittimi (Cosmar) tenutosi giorni fa a Genova, il procidano Cap. di Macchine Pasquale Sabia, ex assessore e consigliere comunale, è stato eletto nel consiglio direttivo dell’organizzazione. Un giusto riconoscimento per una persona che ha dedicato alla professione del mare, tutta la sua vita. Dopo aver trascorso gran parte della sua vita tra gli sbuffi del mare e le onde degli oceani, Sabia è stato anche a comando “gestionale” di ben tredici navi della Tirrenia. Da poco più di un anno è il presidente dell’associazione Capitani Procida, che sul territorio conta già oltre duecento iscritti. La nomina di Sabia, ovviamente, è stata accolta con grande soddisfazione dalla comunità delle isole del golfo di Napoli ma anche della stessa città partenopea, dove il capitano Sabia è apprezzato e stimato.
Il nuovo soggetto del cluster marittimo nazionale intende muoversi prevalentemente a tutela della “Gente di mare” e, conseguentemente, rivolgersi a tutte quelle figure professionali che, per motivi di lavoro, operano nel settore dello shipping. «In questo senso – precisa la presidente PATRIZIA ORRU’, ventottenne ufficiale di coperta sulle navi da crociera della Royal Caribbean – Cosmar non è un sindacato né un’associazione, ma un comitato al quale aderiscono i lavoratori del settore che mettono a disposizione le proprie competenze per contribuire a risolvere i problemi dei marittimi».
Destinatario principale del messaggio lanciato dal presidente del Cosmar, il Mit un ministero sempre più lontano dalla categoria o, se vogliamo, distratto dal capitolo delle politiche infrastrutturali mentre, in materia di rinnovo delle certificazioni e titoli professionali di bordo in scadenza il primo gennaio del prossimo anno, non si ha ancora notizia delle disposizioni che l’Autorità marittima dovrebbe emanare per definire uniformemente le procedure da adottare. Sullo sfondo,tuttavia, rimane il malessere di una categoria fortemente minacciata dalla concorrenza straniera che, generalmente, ottempera alle vigenti normative internazionali. A dire il vero, ce ne sarebbe anche per i sindacati che inciderebbero sempre di meno sulle politiche economico-occupazionali a tutela della gente di mare italiana.
«Noi siamo marittimi – ha affermato Orrù, aggiungendo che – spesso nei sindacati e nel ministero ci sono persone che sanno poco di mare». Il nodo del problema è riconducibile anche la scarsa tutela del marittimo, tanto da far sottolineare ai vertici del Cosmar «la ferma volontà di dialogare con tutti, collocando il Comitato tra le istituzioni e chi si deve effettivamente occupare dei marittimi». Ad oggi, le adesioni al Cosmar, sono circa 250; in gran parte marittimi. «Ma – spiega il Comandante Giorgio Blandina, tra gli ideatori del Comitato spontaneo – abbiamo anche ingegneri informatici ed un pool di avvocati». Nel biennio 2016-2017 i vertici del Cosmar ( vice presidente è il Direttore di macchina Andrea Sirabella) punteranno a raggiungere 10mila adesioni stimolando il senso di appartenenza ad una categoria che, salvo poche eccezioni, ha sempre contribuito a tenere alto il nome della marineria italiana