Sebastiano Cultrera | Le incalzanti notizie di cronaca giudiziaria provocano reazioni variegate tra i cittadini della nostra isola.
Sgomento, sorpresa, sdegno, compassione o incredulità si alternano nei discorsi tra i cittadini. Ma emerge, troppo spesso, una ipocrisia di fondo che è la stessa che attraversa, troppo spesso, la nostra società procidana.
“La devono pagare cara!” ho sentito dire da qualche anima bella “Anche per rispetto ai procidani onesti”.
E questa storia dell’ONESTA’ è una specie di ritornello al quale, anche in politica, qualcuno si appella, e di solito lo fa chi è a corto di argomenti: naturalmente declinando il concetto di “onestà” a propria convenienza e piacimento.
Io sono convinto, e ho cercato di sostenerlo anche recentemente, che il popolo procidano è un popolo profondamente onesto. Forse il nostro peggior difetto è il menefreghismo, unito ad un individualismo esasperato (i procidani sono “sciuontere”, usa dirsi). Ma rispetto ad altre realtà, anche contigue alla nostra, non possiamo certo lamentarci: non prosperano qui bande criminali, né (per fortuna) si registrano un numero di crimini particolarmente allarmante. Sostanzialmente il popolo procidano (che ha una grande storia imprenditoriale, densa di integrazione culturale e di commerci internazionali) è un popolo sano, produttivo e lavoratore, con un bagaglio etico del lavoro e della famiglia di tipo tradizionale.
Tuttavia l’Onestà Aà Aà (quella degli slogan) è un’altra cosa, e proprio quegli esacerbati che la proclamano ai quattro venti (o semplicemente nelle chiacchiere da bar o da aliscafo) dovrebbero, prima, almeno, farsi delle domande.
Il quadro che, in effetti, emerge dalle notizie che i media ci restituiscono, rispetto alle inchieste in corso, è un quadro complesso, che lascia intendere una vastissima rete di complicità, con l’abitudine a piccoli e grandi privilegi individuali o di “categoria” che erano diventati, nel tempo, dei veri e propri abusi; magari questi episodi non rivestono sempre rilevanza penale, ma, ciò non di meno, sono egualmente molti distanti da qualunque ideale corretto di ONESTA’.
E’, poi, meritevole di approfondimento (e a breve mi piacerebbe farlo) la differenza tra i concetti di ONESTA’, di ETICA e di MORALE, recentemente abusati e usati talvolta a sproposito. Faccio solo notare che essi necessitano, per concretarsi, di un quadro di VALORI condiviso, che invece non esiste più o non è sufficientemente condiviso. Giacché ciascuno si fa una morale a proprio uso e consumo e si finisce per riferirsi, volentieri, alla sola dis-ONESTA’ degli ALTRI, in un eterno gioco di specchi asimmetrico: che, come Lui ha insegnato, ci fa concentrare, colpevolmente, esclusivamente sulle pagliuzze altrui.
I sepolcri imbiancati di oggi è facile riconoscerli: sono quelli che, in certi frangenti, si sbattono più di tutti, quelli che vagano stracciandosi le vesti predicando ONESTA’ a sproposito, come se fosse una confezione di dentifricio atta a pulire bocca e denti.
E nulla dicono su di loro stessi e sui loro amici, sui costumi diffusi di una comunità che non si riscatta additando le colpe di altri, neanche di uno o più capri espiatori.
Invece il largo stuolo di professionisti, impiegati, commercianti e cittadini che beneficiavano (o beneficiano?) di quel “sistema” o comunque si integravano in quel quadro è imponente (e non risparmia neanche molti soggetti dispensatori di slogan o in vario modo in contiguità col moralismo di maniera); essi non sono esattamente dei criminali, almeno fino a prova contraria (e nessuno lo è, quindi, fino a sentenza definitiva). Ma certo dobbiamo dire con ONESTA’ INTELLETTUALE (ahia, l’ho detto anche io!) che tra multe cancellate, impunità varie, spiate e dossier, professionalità tecniche asservite a “papocchi” amministrativi, emerge un quadro sconfortante. Se poi apriamo il focus e vediamo anche il popolo delle casse marittime facili, dei piccoli e grandi abusi e delle piccole e grandi evasioni, possiamo allora essere certi di avere toccato quasi ogni famiglia isolana.
Poiché l’averla “fatta franca” non significa essere moralmente meno colpevoli, ciò NON AUTORIZZA a scagliare la PRIMA PIETRA per ferire (a colpi di ONESTA’) chi sciaguratamente è stato scoperto. Spesso, infatti, è proprio la cattiva coscienza che porta a voler concentrarsi su uno o più responsabili (presunti) del decadimento morale, anche al fine di mondare catarticamente le proprie responsabilità e quindi la coscienza stessa.
Invece la strada per la “salvezza” (cioè verso una nuova consapevolezza) passa attraverso una presa di coscienza collettiva delle VIRTU’, ma anche dei VIZI di una comunità: al fine di migliorarla.
Parole sante !
In ogni famiglia grande o piccola che sia, esistono
gli ” inciuci ” e si grida allo scandalo per poi,
fornirne cento altri di simili! …ma gli esseri umani
hanno perso la bella abitudine di riflettere sui propri errori e
hanno invece acquisito quella di condannare senza appello chi avesse la sfortuna d’essere scoperto con le mani nella marmellata !
Intorno a noi ce ne sono
di untori …ma pensiamo sempre…che siano
per le altrui mancanze che, guarda caso,
sono sempre minori delle nostre !!
Mi metto
nei pensieri,di chi ha letto questo articolo…,e non prova sentimenti di rifiuto totale delle argomentazioni di Cultrera.
Premesso che non faccio discorsi ad personam,voglio parlare solo in senso lato e di valori assoluti.
L’articolista ci fa capire,che siccome siamo ,chi piu chi meno,coinvolti in cose non lecite,o abbiamo quasi tutti scheletri negli armadi,
non si è autorizzati a scagliare la prima pietra.
Sono totalmente contrario a questo tipo di comportamento,sono invece d’accordo a scagliare non la prima,ma cento pietre,purchè la VERITA’ e l’ONESTA trionfi sempre.
Anche se detta da un peccatore…,l’importante è ciò che uno dice,è il concetto di ONESTA che deve affermarsi e avanzare.
E’inutile che si cerchi di buttare acqua sul fuoco, il procidano è un popolo omertoso.. e ha sempre privilegiato la propria pancia…,non è solidaristico,egoismo allo stato puro..
Attenzione il trucco di infangare tutti, quindi tutti disonesti e di risultato tutti uguali e uno dei trucchi piu sporchi usato dal era berlusconiana per proteggersi e grazie al controllo dei media “infangare” gli avversario per coprire i propri delitti quasi sempre molto piu gravi!!!! Prima di tutto devono pagare quelli che rappresentavano lo stato che venivano pagati dai cittadini per fare il loro lavoro e ne approfittavano, approfittando del loro potere concesso loro per essere al servizio dei cittadini, questo “scagli la prima pietra” e uno sporco trucco per non fare pagare quelli che hanno corrotto con le loro opere i cittadini che hanno approfitato pur rappresentando la giustizia lo stato!!!!!Chi rapresenta lo stato e come tale e pagato per il suo lavoro e come rappresentante della legge e del onesta deve pagare per i suoi abusi!!!!!
“Chi è senza peccato scagli la prima pietro” non lo diceva un politico…. quindi la politica non c’entra . C’entra la reale capacità, e voglia , di capire la nostra società per cambiarla sul serio, non a chiacchiere.
Tu, caro…Gian..Carlo (???) che hai fatto per tanti anni il chierichetto, dovresti saperlo…no?
Replico anche a geppino, che nonostante non sia proprio un mio fan :),riconosco che argomenta spesso in maniera attenta.
Ma chi dice che bisogna fermarsi nella ricerca della Verità e nel perseguire un percorso (individuale e collettivo) di Onestà?
Non l’ho sostenuto io e non lo sostenne certamente Colui che coniò quella frase.
Era solo una potente ACCUSA alla IPOCRISIA di talune persone. Una accusa, che vediamo ancora attuale.
Devo dire
di ritenermi soddisfatto della replica di sebastiano,della sua parziale marcia indietro..
Se veramente cultrera ha inteso argomentare volendo stigmatizzare l’ipocrisia imperante in molte persone…specie nel campo politico,mi trova solidale.
Perchè penso che nella vita si può certamente sbagliare,chi non sbaglia mai..
però bisogna avere l’onestà intellettuale e il dovere morale di di ammetterlo.
Non per questo ,però,bisogna minimizzare chi condanna la disonestà,anche se è stato o è ancora un peccatore..