Redazione | E qual è la novità? Nessuna. Ormai quasi quotidianamente – purtroppo – i militari dell’Arma dei Carabinieri dell’isola di Arturo, danno esecuzione ad ordinanze della Procura della Repubblica di Napoli. Le due auto che girano per le stradine per notificare gli atti e i provvedimenti, sono divenute ormai quasi una routine. Della peggio specie della periferia napoletana. Un quadro disarmante che raffigura un’isola che ha fatto (e che fa) dell’illegalità un fiore all’occhiello.
Infondo per qualcuno, l’isola doveva pur emanciparsi. Gli ultimi solo in ordine temporale, sono gli otto avvisi di garanzia notificati ieri mattina, relativi alla costruzione abusiva di un manufatto. Non tanto per il fatto in se, in quando sull’isola si contano migliaia di abusi edilizi, ma quanto per le circostanze che hanno poi portato alle informazioni di garanzia. E tutto ciò solo grazie al lavoro certosino degli uomini dei Carabinieri, coordinati dal Mar. Massimiliano Albero, negli anni addietro, che ha permesso di ricostruire quella fitta rete concorsuale di reato che gli stessi PM , Fragliasso e Persico hanno poi evidenziato nei dispositivi di indagine.
Secondo quanto evidenziato è stato validamente costituito il concorso di persone nel reato poiché sono ricorsi i quattro requisiti: la pluralità di agenti, la realizzazione del fatto tipico, il contributo concorsuale e il requisito oggettivo. Gli otto indagati avrebbero così contribuito, anche in misura minima, alla realizzazione dell’illecito . In effetti l’abuso edilizio e la sua specificità di reato non fa differenza se sia caratterizzato da un’esecuzione unica o frazionata, come è avvenuto sul caso in questione. Rilevate responsabilità penali sul conto degli 8 soggetti, tra committenti, tecnici comunali e privati – che dovranno rispondere di più reati. L’attività di indagine che si è protratta nel tempo ha permesso di ricostruire l’intera vicenda, definendo le responsabilità di ogni singolo indagato.
Mentre lasciamo questa altra pagina desolante della pubblica amministrazione alla storia di questi anni, quello che sta emergendo in questi primi quaranta giorni del 2016 ha il retrogusto amaro della sconfitta per una comunità che per decenni è stata abituata molto al compromesso e poco al rispetto ( anche ) di piccole regole. Sia chiaro, scrivere alla lavagna col gessetto i buoni e i cattivi non serve, o meglio non serve più. Oggi continuiamo a raccontare di un’isola che vuole uscire dalle sabbie mobili del malaffare imperante. Ma che non sa come farlo.
Secondo me, serve SEMPRE scrivere alla lavagna i buoni e i cattivi ….. Si e’ fatto sempre cosi’ e sarebbe bene continuare nel solco della tradizione (delle cose fatte con criterio)
Messaggi
Sono una prodiana che vive fuori ed io da tanti anni già avevo notato che i prodiani sono molto propensi ai compromessi (abuso di potere) e zero rispetto anche per loro stessi.
Spero che le indagini andranno avanti fino al 2020..
.solo così si farà un po di pulizia….
Message Non ho mai visto in vita mia fino ad ora un paese cosi’ corrotto e colluso come Procida. Tutti sanno tutto,ma fanno finta di non sapere perlopiu’ fanno anche finta di non vedere.Ma come é possibile non vedere ad esempio in corricella , concessioni a diportisti che fanno della banchisa e del mare una loro proprietà.Ristoranti che versano in mare oli usati e quant’altro. Vigili urbani che lavorano a simpatia ed antipatia,e perlopiu’ camerieri in ristoranti e pizzerie dell’isola senza fare attenzione ai servizi igienico sanitari che normalmente fa parte del loro compito.Insomma smettetela di far finta una volte per tutte e comportatevi da uomini veri.Grazie all’arma dei carabinieri spero veramente che un giorno quest’isola possa dimostrare la sua bellezza chiaramente eliminando per sempre questi schifosi esseri che inquinano la loro terra.
Caro Pillo,
1- la cosa di cui parli ha un nome preciso: OMERTA’. Però a quanto pare è una mallatia di cui ne sei affetto anche tu; basti vedere che per lasciare questo commento per niente accusatorio e dove non dici nulla di nuovo, non ti sei neanche firmato con il tuo nome.
2- che le divise in generale lavorino seguendo simpatie e antipatie ne è pieno il mondo ed è ampiamente risaputo. Se oguno di loro lavorasse seguendo canoni oggettivi, ci sarebbero sicuramente meno irregolarità e meno illegalità.
3- da cameriere volevo dirti che: uno, qualora un cliente noti qualcosa di non conforme, può segnalarlo al gestore dell’attività ed evitare questi momenti di onnipotenza internauta; due, non vedo come questo aspetto “igienico-sanitario” di cui parli,sia minimamente inerente all’oggetto trattato in articolo.
Sinceramente del tuo commento lasciato e della retorica dell’articolo potevamo benissimo farne a meno.