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INTERVISTA ALLA DOTT.SSA ANGELA DE CANDIA. UN VIAGGIO NEL MONDO DELL’ ALIMENTAZIONE SPIEGATO IN MANIERA SEMPLICE ED EFFICACE DA UNA NOTA PROFESSIONISTA

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Feb 20, 2016

Redazione | Da sempre un’alimentazione sana è il segreto per mantenere un’ottima salute e godere di un’eccellente qualità della vita. Ad inizio anno vogliamo provare allora a definire meglio alcuni concetti che sono alla base della vita quotidiana. E lo abbiamo chiesto ad Angela De Candia, Microbiologa – nutrizionista, esperta sulla sicurezza alimentare ( metodo HCCP) e socia (A.N.S.i.S.A). La dott.ssa De Candia da sempre molto attenta alle dinamiche legate al mondo della nutrizione e soprattutto alla ricerca scientifica,   è anche docente di scuola secondaria di primo grado.

  1. Allora dott’ssa De Candia, parlare di nutrizione significa per converso parlare di “malanutrizione“.

E’ nella natura  di ogni essere vivente ricercare il cibo e quindi nutrirsi. L’alimentazione è la più elementare e nello stesso tempo la più complessa manifestazione della vita. Dietro di essa ci sono significati molto profondi; basti pensare a quelli comportamentali, culturali, sociali, economici, tutti contornati da credenze, simbolismi e tradizioni. La storia dell’umanità ci documenta come l’influenza dei fattori ambientali possono determinare, fin dai primi periodi della vita, l’approccio alla nutrizione e come quest’ultimo possa influenzare soprattutto il programma endocrino – metabolico.  Studi antropologici  hanno dimostrato che nell’ultimo secolo  come il termine “ nutrizione”  abbia assunto  un carattere di “rischio” per la salute ed il benessere psicologico e sociale. La nutrizione così concepita si configura non più come una risposta sociale ad un bisogno che è di natura biologica, ma assume una connotazione antitetica che arreca disordini  psico fisici. L’incremento esponenziale di sovrappeso ed obesità soprattutto nei paesi sviluppati  è un fattore predittivo di un alterazione dello stato di salute concepito come una condizione di benessere globale. 

  1. In cosa l’approccio al cibo può diventare una patologia?

 L’obesità è una patologia riconosciuta dal SSN ed è caratterizzata da un accumulo eccessivo e generalizzato di grasso nel tessuto sottocutaneo, soprattutto a livello viscerale e può essere associato ad alterazioni di parametri metabolici sfocianti nella cosiddetta “Sindrome Metabolica”. Il 70 – 80 % dei figli di entrambi i genitori obesi saranno a loro volta obesi in età pediatrica e la probabilità di essere sovrappeso od obeso in età adulta aumenta in relazione all’età di insorgenza dell’incremento ponderale. E’ quindi indispensabile un’attenta sorveglianza delle abitudini alimentari durante tutta l’epoca evolutiva. L’approccio al cibo non sempre è condizione di benessere perché non sempre si riesce a gestire il proprio stato emozionale ; io li chiamo “i mali dell’anima” che inevitabilmente ci trascinano verso quei disturbi del comportamento alimentare (DCA) che una volta strutturatisi possono evolvere in patologie della condotta alimentare.

  1. I giovani di oggi, tra snack e altre “schifezze” saranno obesi di domani?

Da recenti studi sulle abitudini nutrizionali in età evolutiva risulta che la nutrizione degli adolescenti è caratterizzata da  errori riconosciuti quali corresponsabili dello sviluppo di patologie dell’alimentazione. I ragazzi anche se conoscono le cause dell’obesità, le regole della piramide alimentare ed anche se hanno le idee chiare sul “cibo spazzatura”, si interrogano quasi mai sulla composizione degli alimenti ed il valore nutrizionale degli stessi. Amano gli snak preconfezionati,  il kebab, salse di ogni genere, bibite zuccherate  ma consumano poca frutta e verdura , legumi e prodotti naturali . Anche l’attività sportiva è praticata con una % campione non più del 27%. E’ evidente che occorre intervenire soprattutto sulla prevenzione. Ciò significa educare ad un corretto stile di vita insistendo su i due parametri fondamentali: alimentazione ed attività fisica.

  1. Il ruolo delle agenzie educative: la scuola su tutte. Come e dove può intervenire?

Di fondamentale importanza si rivelano le attività formative – educative supportate da Istituzioni, agenzie educative e famiglie. Nello specifico ai ragazzi bisogna impartire nozioni ed informazioni relative agli aspetti psicologici, medici, biogenetici e nutrizionali dei disturbi del comportamento alimentare, attraverso la presentazione di strumenti e tecniche relazionali in modo da realizzare una buona armonia tra corpo, autostima ed alimentazione. Ruolo fondamentale della scuola  è quello di organizzare le diverse competenze disciplinari in un intervento unitario. Un obiettivo ragionevole di interventi nei prossimi anni è quello di contrastare efficacemente il trend di crescita di sovrappeso/ obesità/ sindrome metabolica . a questo scopo risulterà prezioso il monitoraggio di sorveglianza nutrizionale effettuato dai Servizi Pubblici ( servizi di igiene Alimenti e Nutrizione delle ASL/ULSS.

  1. Il ruolo genitoriale e dei familiari

Affinchè un intervento educativo sia efficace è importante non tralasciare né minimizzare il contributo di ciascuno. I genitori  hanno il compito di aiutare i figli a crescere bene attraverso l’insegnamento delle buone abitudini che proteggono il loro sviluppo ma anche la loro vita adulta.

  1. Gli adulti: un secolo guasto ci ha lasciato in eredità un bagaglio di fondamenti nutrizionali sbagliato. Da dove ripartire?

La filogenesi  della nutrizione ha radici antichissime ed è per queste ragioni che mi limito a descrivere questo  concetto a partire dell’età moderna che comincia all’inizio del XIX° secolo e prosegue sino ai giorni nostri .Gli eventi che hanno caratterizzato questo periodo hanno inciso sull’evoluzione delle abitudini alimentari. Prima fra tutti la rivoluzione industriale che provoca l’esodo rurale e l’urbanizzazione; l’enorme espansione dell’economia di mercato accompagnata dallo sviluppo dei trasporti e del commercio internazionale. Le produzioni di farine, oli, marmellate, burro, formaggio… che un tempo erano realizzate artigianalmente sono ormai gestite dall’industrializzazione. La  scoperta di procedure di conservazione degli alimenti hanno permesso di trasformare alimenti freschi  in  forma di conserve o di surgelati. Anche l’emancipazione femminile ha contribuito allo sviluppo dell’industria del «pronto in tavola». Grazie a queste nuove tecnologie alimentari si consumano di prodotti esotici (arance, pompelmi, banane, arachidi, cacao, caffè, tè..) e prodotti freschi (fragole e lamponi a Natale, mele e uva in primavera…) fuori stagione. Con l’avvento della globalizzazione, le  abitudini alimentari  di tipo nord americano delle quali il fast food (ristorazione veloce) è sono divenute di facile consumo.  E con esse sono aumentate diverse patologie come l’obesità, il diabete e le malattie cardiovascolari, tre dei maggiori flagelli metabolici con i quali l’umanità si trova ora a doversi confrontare.

Di contro, posso aggiungere che molti paesi  come quelli latini continuano a mantenere un certo attaccamento alle proprie abitudini alimentari tradizionali.

Ma queste resistenze localizzate non saranno mai sufficienti a rallentare l’ineluttabile standardizzazione mondiale delle abitudini alimentari di tipo nordamericano che contaminano insidiosamente tutte le culture. Bisogna dunque ripartire da quest’ultimo punto, trasferendo ed insegnando sempre di più ai giovani i valori della salute che vede come fondamento indiscutibile la nutrizione.

  1. L’aspetto psicologico del cibo

Il cibo rappresenta il simbolo emozionale per eccellenza  insieme ad altri di minor impatto quali la nicotina, l’alcol e le droghe. Insieme sono modulati dal sistema limbico del cervello che da sempre risulta non domabile vista la sua natura impulsiva e psicogena. Correggere dunque,  le abitudini alimentari, e promuovere la cosiddetta cultura del “mangiar sano” risulta non facile .

Mangiare e bere oltre a costituire una risposta a pulsioni fisiologiche attraverso le quali l’organismo richiede energia e nutrimento, rappresentano l’appagamento di un desiderio. Dunque il cibo assume valenze che vanno ben oltre il solo nutrimento. Il supporto psicologico diventa perciò un elemento molto importante nella gestione e nel trattamento del controllo del peso.  il cibo viene vissuto come valvola di sfogo, come rifugio o come calmante dopo una giornata che nell’immaginario potrebbe essere sofferta.

La bassa autostima è riscontrabile nella misura in cui ci si tende  a dare importanza in modo squilibrato alla valenza corporea,  riponendo nel raggiungimento di una migliore forma fisica irrealistiche aspettative di affermazione personale e consenso sociale. Nascono inevitabilmente  fallimenti continui con episodi  di trasgressione ed abbuffate continue. E’ uno scenario che lascia spazio libero ai sensi di colpa e nello stesso tempo favorisce  un circolo vizioso caratterizzato da alternanza di  momenti di restrizione alimentare con altri di perdita di controllo, con lo sviluppo di pensieri e comportamenti psicogeni.

Per curare questi disturbi, l’obiettivo primario non è dunque la perdita di peso ma acquisire uno stile di vita e abitudini alimentari rinnovate e sane tendendo verso acquisizione di una nuova consapevolezza di sé e dei propri meccanismi inconsci di relazione con il cibo.

  1. I disturbi legati inevitabilmente alla cattiva nutrizione

Secondo le più recenti stime dell’Associazione psichiatrica americana, i DANAS rappresenterebbero i nuovi disturbi, interessando circa 1 adolescente su 10 ma che si allarga ad altre fasce di età :

  • Binge Eating: molto simile alla bulimia, con abbuffate ma senza vomito, pertanto il soggetto rimane invaso dal senso di colpa.
  • Ortoressia: un’ossessione per i cibi sani e/o naturali. Una forma di anoressia in cui la preoccupazione non è la quantità ma la qualità del cibo.
  • Night Eating Syndrome (NES): sindrome caratterizzata da frequenti abbuffate notturne.
  • Bigoressia: una cronica insoddisfazione per il proprio aspetto fisico ed un ossessivo terrore di perdere il proprio stato di perfetta forma fisica ed i propri muscoli.
  • Vomiting (Sindrome da vomito): considerato una particolare variante di Anoressia e Bulimia, questo disturbo si basa sul fatto di mangiare e vomitare compulsivamente più volte durante la giornata.
  • Obesità e obesità psicogena: una condizione di sovrappeso oltre il 20% del peso ideale, che spesso deriva anche dalla difficoltà psicologica del soggetto di accettare un corpo più magro.

Da un’indagine condotta nelle scuole risulta che in Italia dal 10 al 30% dei ragazzi in età compresa tra 6 e 15 anni  presenta un eccesso di peso significativo. All’origine di questi disturbi vi è sempre l’esigenza di comunicare in modo diverso, senza le parole, cioè digiunando o mangiando troppo, perché controllare il proprio corpo significa controllare le ansie e l’ambiente temuto che non si riesce ad affrontare.

  1. Come e dove intervenire: dove la classica “dieta” lascia il testimone ad altre forme terapeutiche

Alla luce di tali osservazioni precedentemente fatte, nasce l’esigenza da parte del nutrizionista in collaborazione con figure specializzate nel settore, di strutturare interventi finalizzati al raggiungimento dei seguenti obiettivi:

intervenire su abitudini di vita e specialmente sulle scelte alimentari ; prevenire comportamenti a rischio nel rapporto con il cibo; analizzare il cambiamento delle abitudine alimentari e dei consumi nella società odierna;

favorire la riflessione di se, sulla relazione e sulla comunicazione  con gli altri, sulla salute, sulla malattia, sul rapporto con l’ambiente, sull’identità sessuale e sulle motivazioni del proprio agire.

  1. Prendersi cura del proprio corpo significa innanzitutto prendersi cura di se stessi?

La locuzione latina “Mens sana in corpore sano”  appartenente a Giovenale, afferma secondo l’intenzione del poeta, che  l’uomo dovrebbe aspirare a due beni soltanto: la sanità dell’anima e la salute del corpo; queste dovrebbero essere le uniche richieste da rivolgere alla divinità che, sottolinea il poeta, più degli esseri umani sa di cosa ha bisogno l’uomo stesso.

Psiche e soma sono due ingredienti imprescindibili ed inseparabili per un corretto equilibrio psicofisico. La prevalenza di uno delle due componenti  sfocia in una errata decodificazione del codice naturale portando alla nascita di svariati disturbi comportamentali: difficoltà strettamente connesse con il processo di costruzione e mantenimento della propria identità; disturbi psicogeni  strettamente individuali; marcata recezione dei modelli proposti della cultura occidentale che valorizza il corpo, l’immagine, la bellezza, la capacità di autocontrollo e la competizione; esasperazione relative a dinamiche familiari disfunzionali.

  1. Gli anni che verranno. Tra snack, patatine, bibite gasate. Perchè non riscoprire i sapori del nostro territorio?

Riscoprire i sapori, gli odori ed i colori del nostro territorio sarebbe auspicabile, ma affinchè ciò possa succedere c’è bisogno di interventi preventivi: open day nelle scuole, sportelli attivi, attività sul territorio. Solo in questo modo è possibile contrastare efficacemente il trend di crescita di sovrappeso e obesità e Sindrome Metabolica.

  1. Intreccio tra cibo e sessualità : spiegati in chiave mitologica e filosofica

Non è naturale rinunciare al cibo. Già nel mito biblico di Adamo ed Eva è palese la connotazione significativa sul cibo: Eva porge la mela ad Adamo…..Eva è l’immagine della sessualità , ma in quel semplice gesto , quanta intimità traspare; psiche e soma/ cibo e sessualità.. sono sinonimi che si rincorrono nella nostra storia per garantire vita e sopravvivenza alla specie. Il cibo è un atto istintivo ed è per questo che difficilmente riflettiamo sull’intimità di quel gesto. Tutti sanno che è bello una convivialità riuscita mentre non lo è una “mangiata” fatta in solitudine, eppure il nostro animo a volte non riesce a discriminare lasciando scegliere al piacere ad a volte al dolore. Qualcuno ha detto che noi siamo quello che mangiamo; ma se riflettiamo…il piatto inevitabilmente diventa lo specchio della nostra vita e allora …forse …non è più corretto dire….che mangiamo quello che siamo? Sono tutte riflessioni e stimoli che ci fanno discutere sul tema. Quante volte ci è capitato di mangiare pane e mugugni, oppure un panino con autostima schiacciata sotto ai piedi…..ecco che  il peso è servito.  Sostegno, consolazione, rapporti  fatiscenti con i familiari; tutto trova spazio in quel simbolo che è di fronte a noi , senza ostacoli e divieti: il cibo. La nostra bilancia diventa dunque sgangherata  perché c’è una lettura errata dei segnali.  Alla fine ansia, stress diventano una condizione permanente che ci porta verso il sovrappeso e obesità. Quante volte ci è capitato di avere un senso di inadeguatezza: non ce la faccio più, sono sfiduciato, non valgo niente; la nostra mente si adatta in modo disfunsionale perdendo il controllo. E’ una spirale perversa che ci fa ricorrere alla dieta “sterile” che se non viene accompagnata da una corretta gestione delle emozioni, potrà solo riportarci al punto di partenza (effetto rebound) . Il cibo diventa sempre più il nostro “amante segreto”.   Nel mito greco Eros è alato e porta le fiamme del rinnovamento : il senso di colpa non deve pervaderci perché è lui che agisce sull’autostima. La natura è equilibrata basta guardare in che modo si alimentano gli animali che vivono in libertà. Avete mai visto una giraffa obesa o un qualsiasi altro animale in sovrappeso. Il gatto di Botero diventa “gattone” quando inizia a vivere in cattività nella casa Botero. Bisogna dunque saper controllare il grado di sazietà e di fame controllando le nostre emozioni. La maschera pulcinella conosceva bene cosa era la fame vera perché era una maschera povera. Noi invece confondiamo la fame con l’appetito. Recuperare dunque i segnali fisiologici adeguati e capire se si ha fame veramente o la voglia di calmare un vuoto, ci permetteranno di consolidare nel tempo una giusta correzione alimentare.

1 commento su “INTERVISTA ALLA DOTT.SSA ANGELA DE CANDIA. UN VIAGGIO NEL MONDO DELL’ ALIMENTAZIONE SPIEGATO IN MANIERA SEMPLICE ED EFFICACE DA UNA NOTA PROFESSIONISTA”
  1. Message
    Penso propio che da quando ritornero dak Brasile mi mettero a dieta e vengo a Procida a fare una visita da te cara Dottoressa sai devo ammussschiare a panzaa
    Saluti Luigi

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