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RENATO MARCONI METTE ALLE STRETTE L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE. L’A.D. DEL MARINA DI PROCIDA DA LEZIONI DI DIRITTO SOCIETARIO

Ditgprocida

Mar 17, 2016

Redazione | Non usa mezzi termini l’amministratore delegato del Marina di Procida, Ing. Renato Marconi, a cui non sono piaciute i rilievi mossi dall’amministrazione comunale di Procida, sui motivi del mancato riacquisto di una quota ( 24% ) del pacchetto azionario detenuta in senso al Porto Turistico di Procida: «A seguito di alcune dichiarazioni a mezzo stampa siamo a puntualizzare alcuni aspetti non correttamente esposti che potrebbero nuocere alla nostra Società ed al Gruppo che rappresentiamo».

Marconi ripercorre gli ultimi 18 mesi sviscerando norme e leggi che giustificano a suo dire l’agire della società  e  mettono in un angolo il comune di Procida  che dalla fine di febbraio ha perso l’altra piccola  quota azionaria: «Occorre ricordare che l’Assemblea dei Soci della Marina di Procida S.p.A. in data 3/11/2014, innanzi ad un notaio, provvedeva alla ricapitalizzazione della Società ai sensi di quanto previsto dal Codice Civile, in caso di perdite di esercizio, all’art. 2447 che così recita “Se, per la perdita di oltre un terzo del capitale, questo si riduce al di sotto del minimo stabilito dall’articolo 2327, gli amministratori…devono senza indugio convocare l’assemblea per deliberare la riduzione del capitale ed il contemporaneo aumento del medesimo ad una cifra non inferiore al detto minimo, o la trasformazione della società.” (pertanto fugherei ogni tipo di dubbio sulla liceità e necessità di tale operazione, illegittimo ed illecito, in quanto contra legem, sarebbe stato non riunire l’Assemblea e non coprire le perdite!!!)».

L’ingegnere poi affonda il colpa ricordando il tempo avuto a disposizione dal comune per riprendersi le quote azionarie: «Nell’effettuare la suddetta operazione di risanamento societario, eludendo anche il parere del Collegio Sindacale, che esigeva tempi brevi e certi nell’interesse della Società, il Socio di maggioranza, Marinedi S.r.l., lasciava al Socio di minoranza, Comune di Procida, ben 14 mesi per esercitare il proprio diritto di opzione. Ovvero venivano dati al Comune di Procida 14 mesi di tempo per trovare le fonti di finanziamento necessarie a versare il corrispettivo pari alla propria partecipazione.

Solo alla fine del mese di dicembre 2015 veniva comunicato alla Marina di Procida S.p.A. che il Comune di Procida aveva fondi e tariffe a compensazione disponibili per l’esercizio parziale del diritto di opzione, tanto da rientrare in possesso del 25% della Società.

Veniva, altresì, comunicato dal Sindaco l’impegno a versare le somme necessarie alla acquisizione dell’ulteriore 24% del capitale sociale entro e non oltre il 29/2/2016. Marinedi non si opponeva a tale ipotesi, anche se, essendo scaduta l’opzione formale al 31/12/2015, entro la nuova data si sarebbe dovuto procedere diversamente e segnatamente con una vera e propria compravendita di azioni del Socio di maggioranza.

Arrivati al mese di febbraio 2016 veniva comunicato dagli Uffici del Comune che invece di rendere disponibili le somme necessarie al riacquisto del 24% del capitale sociale, si voleva esercitare unilateralmente una compensazione con tributi presenti nel bilancio della Società.

L’ing. Marconi mai si è detto contrario a tale tipo di ipotesi, chiese solo di approfondire se tale operazione fosse prevista ai sensi di legge e di quanto disposto dalla Corte dei Conti, anche alla luce di quanto affermato dalla stessa Corte nel parere n. 123/2013 (il parere citato dal Comune), ovvero che: “se da un lato non può ritenersi preclusa la compensazione tra debiti reciproci intercorrenti tra soggetti privati e enti locali per rapporti contrattuali e commerciali (l’acquisto di azioni può ritenersi un rapporto commerciale, come un contratto di fornitura???), dall’altro la compensazione dei crediti commerciali non prescritti, certi, liquidi ed esigibili, maturati nei confronti, tra gli altri, degli enti locali, con debiti tributari, trova le limitazioni contenute nelle specifiche norme in materia, non derogabili, che la ammettono su istanza del creditore o su sua specifica richiesta.”».

Pertanto, nella propria comunicazione Marinedi non si è opposta all’operazione in sé, ha chiesto che la legittimità fosse preventivamente accertata, magari con un interpello alla stessa Corte dei Conti. Ciò al fine di tutelare i maggiori interessi della Marina di Procida S.p.A., che ricordiamo dal 1/1/2016 è tornata ad essere una società partecipata da un Ente Locale e, perciò, assoggettabile a normative di natura non esclusivamente privatistica!

Diversamente ci si sarebbe esposti a complicate e pericolose (per l’Azienda ed il Comune stesso) revocatorie di atti illegittimi. Ciò detto, non sembra di aver chiesto nulla di strano, ma di voler procedere con la c.d. prudenza che ben si addice ad una attività amministrativa che in questi ultimi due anni ha risanato una realtà societaria meravigliosa, come il Marina di Procida; realtà importante dal punto di vista occupazionale ed economico che vuole sempre più partecipare alla vita sociale e culturale dell’Isola supportando iniziative importanti che ne promuovano il nome nei consessi turistici, artistici e culturali nazionali ed internazionali.

Questo tipo di percorso è stato e vuole esser portato avanti d’intesa ed insieme all’Amministrazione Comunale nelle forme e nei modi che saranno di volta in volta concordati nel rispetto della legge e delle norme. Non ci spaventano neanche le disposizioni sulle partecipate dagli Enti Locali contenute nella recente riforma Madia perché, laddove il Comune dovesse, come pare, dismettere ex lege la propria partecipazione, troveremo sicuramente altre modalità per collaborare proficuamente per lo sviluppo dell’Isola e per il benessere dei cittadini».

2 commenti su “RENATO MARCONI METTE ALLE STRETTE L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE. L’A.D. DEL MARINA DI PROCIDA DA LEZIONI DI DIRITTO SOCIETARIO”
  1. Vorrei chiedere a Marconi perchè, se Marina di Procida è sempre in perdita, sta facendo di tutto per strapparla di mano ai cittadini procidani? Se ha bisogno di denaro potrebbe Lui liquidare la sua quota e ottenere denaro fresco per fare affari altrove. Gli altri porti in mano sua vanno a gonfie vele!! La verità è che lui sa che il porto può rendere. Ma non vuole coinquilini, soprattutto non vuole coinquilini che potrebbero andare a scavare nei suoi torbidi affari. Sia attuali che passati. Cioè con quelli del passato, i quali seppure hanno perso le elezioni, continuano a mantenere il controllo sull’economia procidana. Visti soprattutto quanto hanno rastrellato in passato……

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