Sebastiano Cultrera | Negli occhi abbiamo le immagini di ciò che succede a Bruxelles. E’ un problema solo militare? Solo di sicurezza? O possiamo dire con qualche ragione che proprio la “capitale” dell’Europa è il simbolo della rinuncia ai valori e agli ideali della cultura occidentale, il luogo delle infinite concessioni al multiculturalismo, politicamente corretto, finanziariamente vantaggioso, ma insostenibile e fallimentare alla prova dei fatti? Interi quartieri sono stati appaltati alla egemonia della intolleranza, che non può essere ricondotta, con strumenti ordinari, alla normale dialettica di uno stato civile. L’Europa ha ceduto il proprio cuore, e sta perdendo il proprio cervello, perché ha rinunciato alle proprie radici (per prime quelle giudaico cristiane). Perché ha smarrito la propria IDENTITA’.
Alla nostra piccola isola spetta, quindi, in questi giorni, e principalmente oggi, il compito di dimostrare, che l’idea di un popolo (numericamente piccolo, ma di grande tradizione) che si stringe attorno ai propri valori, può vincere la sfida della affermazione, orgogliosa e fiera, della propria IDENTITA’.
La partecipazione alla processione del Venerdì Santo, e, in genere, ai riti pasquali, non è derivante da stanche abitudini. E’ il risultato di un percorso umano e culturale collettivo che dura nei secoli e che è significativo del percorso di formazione del pensiero e della cultura occidentale.
E’ probabile che anche a Procida il “mistero” sia una ricerca antica. Riti orfici ed epifanie dionisiache (con i loro “misteri”) sono le origini di queste forme di partecipazione collettiva. L’essere umano, troppo piccolo contro l’imprevedibilità e la grandezza della Natura cominciava a cercare risposte. Voleva comprendere o, per lo meno, esorcizzare, il Grande Mistero: quello della Vita (e della Morte). L’uomo ha sempre teso verso l’oltre, con lo sguardo verso il cielo. E, ricordava don Giussani, “Il Destino non ha lasciato solo l’uomo: il Cristianesimo è un avvenimento!”. Ed ecco il Fatto, l’accadimento che ha cambiato la prospettiva del mondo: Gesù di Nazareth! E’ questo il punto di arrivo, e di partenza, della nostra identità; che ci professiamo credenti o meno. Perché “Non possiamo non dirci cristiani” secondo la indicazione del laico liberale Benedetto Croce.
A Procida oggi parteciperemo plasticamente alla Festa di un popolo che afferma la propria identità, che ci farà capire, nei fatti, il reale senso di queste affermazioni. E’ una partecipazione che coinvolge, ed ha coinvolto, tutte le generazioni (dai piccolissimi “angioletti” ai nonni), tutti i ceti sociali, pressoché tutte le famiglie.
Ascolteremo i silenzi e i suoni antichi: che creano la predisposizione d’animo adeguata ad accettare una Rivelazione importante, decisiva. Compatiremo lo sforzo dei portatori a mano delle tavole (i “Misteri”, appunto!) i quali sono già provati dall’ultima notte insonne, quando hanno compiuto gli ultimi indispensabili ritocchi ai manufatti, che loro stessi costruiscono per settimane. Vedremo la luce rara e speciale, densa di orgoglio e di soddisfazione, nello sguardo di ogni procidano, felice di essere puntuale a questo immancabile appuntamento annuale, ciascuno nel proprio ruolo, nella propria parte.
Non è una rappresentazione qualunque. Men che meno si tratta di un momento di commozione per l’anniversario della morte di Gesù. Basta quindi con le pretese di bieca seriosità e di filologico rispetto di non so quali tradizioni nella processione (che ha avuto la sua giusta evoluzione lungo i secoli). Rispettiamone lo Spirito: il profondo senso identitario attorno al quale si raccoglie la nostra comunità che, tuttavia, non può disgiungersi dai profondi significati dei “misteri” umani e divini che vi si rappresentano. Ma non va in scena nessun funerale: “Cristo è risorto! Ed è vivo, per tutti, per sempre, oramai da secoli”! Per tutti è tempo di rinnovamento! E’ il prologo di una Resurrezione individuale e collettiva!
Per la nostra piccola isola è, anche, speriamo, l’occasione di essere un piccolo esempio per una identità europea che sta andando perduta. Che può essere ritrovata solo tra la gente, attorno a valori reali, radicati ed unificanti.
https://www.youtube.com/watch?v=X-asa07vXOU
questo è il vero profeta!
” NO RELIGION TOO “
Le vostre dichiarazioni, autentiche e condivisibili,
descrivono ciò che a livello di coscienza possiamo tutti comprendere…
l’essere aderenti alla nostra o altrui tradizione
non ci esclude dalla solennità della santa Pasqua
ma ci coinvolge in riti che di pagano e cristiano recano commistioni…valori…commozioni..comuni quanto esorcizzanti…
L’autentica fratellanza è solo questo…il resto rappresenta solo un fardello di demagogia !