Redazione | Nel gergo sanitario un parametro che dimostra lo stato di salute di questo o quel nosocomio, di questa o quella struttura ospedaliera, sono i ricoveri. Bene i numeri che sono stati snocciolati ieri dall’incontro sullo stato di salute della sanità procidana sono desolanti. Un default – prendendo in comodato un termine economico – totale. Padrone di casa il coordinatore del Tribunale dei diritti del Malato, Anellino Scotto di Santolo, che nel uso intervento ha rappresentato, oltre ai numeri, tutte le criticità del sistema sanitario dell’isola di Arturo. Maggiore attenzione è stata posta alla parte che riguarda il piccolo presidio “Gaetanina Scotto di Perrotolo” al centro di un vero e proprio ridimensionamento.
«Se nel 2011 ad esempio si eseguivano 193 interventi – dice Scotto Di Santolo– nel 2015 si sono eseguiti solo 60 interventi chirurgici. In Totale abbiamo avuto in 5 anni un calo dell’80% di interventi. Un fatto che evidenzia un regresso incedibile. Del resto lo stesso passo indietro si è avuto al distretto, con buona parte del personale pensionata e mai sostituita. Circa 258 ore di tagli settimanali pari a mille ore mensili. Ora due sono le cose o questa gente non serviva o molto più probabilmente ci sono stati dei tagli evidenti.»
Dopo tre mesi dall’ultimo incontro le cose sono pure peggiorate: «Manca un protocollo comune, basta pensare che ultimamente solo per poco non c’è scappato il morto con due codici rosso che sono stati trattati in loco e trasferiti con ritardo uno dall’altro per i problemi avuti con l’elicottero che ha dovuto di fatto fare bunker e poi ritornare sull’isola a prelevare la seconda paziente».
Dello stesso tono è stato l’intervento del Responsabile del Presidio Ospedaliero “Gaetanina Scotto di Perrotolo”, dott. Vincenzo Barbiero. Il responsabile si è detto d’accordo su tutto e precisando ancora una volta quanto già da tempo si configura e cioè una sorta di ridimensionamento totale. Tanto che lo stesso è costretto a subire per così dire la necessità di apporre firme anche di carattere amministrativo mancando una figura di riferimento.
Ricco di interesse come sempre è stato l’intervento dell’ex Assessore alla Sanità Maria Capodanno, memoria storica e politica dell’isola: «A distanza di mesi devo constatare che la situazione della sanità procidana si è aggravata, è inutile girarci intorno. Quotidianamente la gente si sofferma a rappresentarmi i tanti ma tanti disagi che vivono. Manifestano un malessere forte di fronte ai disservizi che subiscono. C’è una chiara disattenzione da parte dei vertici dell’asl alla quale dobbiamo rappresentare tutti assieme una serie di idee da far apporre nel prossimo piano sanitario regionale. Esempio di quello che sta accadendo è il servizio di gastroenterologia venuto quasi meno del tutto. E sappiamo quanto i protocolli nazionali oncologici evidenziano la necessità di controlli annuali. Una situazione preoccupante non c’è che dire. A ciò – e conclude – fa da contro altare quanto invece è stato fatto per il distretto sanitario. Il servizio di endocrinologia partito a fine mese, il nefrologo di qui a breve e l’oculista per i casi ( 600 ) di diabete. Ciliegina sulla torta sarebbe ogni mese una seduta della commissione a Procida sulle invalidità civili».
Il discorso è poi inevitabilmente andato sulle prospettive per il futuro ed in particolare sulla paventata ipotesi regionale di fare del nosocomio di Procida un Ospedale di Comunità. Maria Capodanno e Anellino Scotto di Santolo si sono ritrovati d’accordo sul fatto che potrebbe essere anche digerito ed accettato l’ospedale di comunità a patto che comunque sia affiancato da un PSA attivo.
Di tono completamente opposto l’assessore alla sanità Carlo Massa:«L’Ospedale di comunità è una follia. Se dovessero solo ipotizzarlo mi farò schiacciare ma non permetterò per la parte che mi riguarda e che ci riguarda come amministrazione che una cosa simile possa passare per la nostra isola».
L’intervento dell’assessore Carlo Massa ha poi toccato altri punti:« Purtroppo l’ASL come tutti sappiamo sta facendo dei tagli in tutte le strutture e anche la nostra isola dovrà adeguarsi. E’ inutile girarci intorno. La settimana prossima, magari in occasione del consiglio comunale ad hoc sulla questione, ho invitato il consigliere regionale Topo e il commissario D’Amore, per discutere di tutto ciò e li capiremo che vogliono fare di Procida. Gi incontri avuti già in commissione alla Regione ci hanno rassicurato. E’ nostra intenzione innanzitutto mantenere i servizi attuali e anzi vi dirò di più, dobbiamo pretendere un laboratorio di oncologia. Mi fa una pena nell’animo vedere i degenti malati andare a fare la chemio in terraferma o a ischia o non avere un giusto servizio pubblico sul territorio. La verità è che da sempre Pozzuoli dalla quale dipendiamo vuole fare del PSA di Procida una medicheria e noi non lo permetteremo mai».
Carlo Massa poi si sofferma sulla possibilità di uscire dall’ASL Napoli 2 nord: «A dire il vero già in passato se n’era parlato e l’ex assessore Maria Capodanno me lo può testimoniare, e con lei anche il dott. Anastasio presente in sala. Certo potrebbe essere un’idea come ha fatto Capri e magari proprio con Ischia e l’isola azzurra aderire ad una specifica parte della ASL Napoli1».
A conclusione della serata l’intervento del primo cittadino Dino Ambrosino: «Io sottoscrivo ogni parola dell’assessore Massa. Come Comune, siamo vigili affinché l’ASL non smonti del tutto il nostro comparto sanitario. Ma le prime mosse vanno purtroppo in questa direzione. Stanno per così dire incrementando i servizi ambulatoriali al distretto e diminuendo quelli al presidio ospedaliero. Hanno ragione Anellino Scotto di Santolo e Maria Capodanno, su questi argomenti non dobbiamo dividerci e non ci divideremo».