Sebastiano Cultrera | Stanno “scippando” l’Ospedale a Procida e i cittadini se ne fregano. Almeno così sembra. Almeno di ciò si lamentano i benpensanti e gli “esperti” del settore che hanno preparato, con la complicità delle istituzioni locali, un “documento” a difesa dell’Ospedale. Tanta passione e tanto furore profuso dai “sapienti” addetti ai lavori: ma i cittadini non c’erano! Ergo: i cittadini non capiscono nulla e sono egoisti!
E’ proprio così?
Uno dei miei difetti è non dare nulla per scontato, l’altro è quello di credere, sempre e comunque, nella democrazia e, quindi, nei cittadini. Se un argomento non riesce a coinvolgere tante persone è un argomento debole o è mal posto, non sono i cittadini stupidi. Ma veniamo al tema.
Nello scorso ottobre avevo espresso una opinione su questo giornale circa i destini della Sanità isolana (vedi https://www.tgprocida.it/wordpress/ma-cosa-presidia-il-presidio-ospedaliero/).
Sono stato, purtroppo, facile profeta. Anche nelle conseguenze finali. Ora c’è una agitazione nella classe dirigente locale (politici, tecnici ed addetti ai lavori, di destra, sinistra e centro, maggioranza e opposizione) che non prefigura niente di buono.
Nessuno che voglia riflettere sulle cause di ciò che sta succedendo (non dico sulle responsabilità), nessuno che indichi una piattaforma concreta su cui lavorare, tutti irresponsabili del passato e salvatori della patria per il futuro. Già sei mesi fa indicavo una strada seria e responsabile da percorrere: indicare A PARTIRE DALLE REALI ESIGENZE DEI CITTADINI i livelli minimi di assistenza e i servizi insopprimibili, al di là di formule preesistenti di tipo organizzativo, che vanno, poi, sempre verificate sul territorio. Il Problema, temo sia proprio questo: che gli addetti ai lavori, e la parte politica (che negli anni troppo spesso si sono sovrapposti nelle funzioni, se non, addirittura, coincidevano) si sono sempre preoccupati del funzionamento della Sanità a partire dagli interessi di quei medici, paramedici e paraculi che traggono risorse e potere dal controllo e dalla gestione di singoli elementi della Sanità, indipendentemente dalle necessità collettive.
Il cittadino non è visto come una persona da accogliere ed assistere ma, al meglio, come destinatario dei servizi se non, talvolta, come un rompicoglione che turba la serenità di una bella struttura di pace e tranquillità (per chi ci lavora) che è l’Ospedale di Procida. Che è sì importante ma non è entrato come punto di riferimento della comunità isolana. La gente riferisce che si sono alternate ottime performance a scadenti prestazioni, finora. Al di là dei numeri ufficiali la struttura è sicuramente improduttiva e, nella norma, non è vista dai procidani come sicura e affidabile (a torto o a ragione). I nove posti letto e l’organigramma di ospedale cittadino (con magari figure apicali superpagate) non sono, sicuramente, la soluzione del problema della sanità a Procida: sarebbero piuttosto un nuovo e più grosso problema da risolvere.
Non si capisce, inoltre, la Santa Alleanza degli irresponsabili cosa proponga. Per adesso un NO al governo e un No alla Regione perché hanno osato pensare a dei tagli per Procida. Siamo certi che l’Ospedale di comunità, opportunamente integrato e migliorato (una volta evidenziate con puntualità le nostre esigenze) non possa essere, piuttosto, un passo avanti? In verità, da tanta esperienza, tra vecchio e nuovo coalizzato, sarebbe stato lecito aspettarsi una proposta serie ed organica, non un documento di NO e la proposta di raccolta di firme tra i cittadini. Che magari firmeranno pure, ma vedrete che molti alla richiesta della firma per “difendere l’Ospedale” vi risponderanno: “Ma perché a Procida, finora, abbiamo avuto un Ospedale”?
Sarebbe il caso, per tornare seri e credibili, invece, ripartire dalle esigenze dei cittadini che pretendono servizi essenziali ed efficaci e, che, nella norma per le esigenze di salute non immediate si sono abituati a rivolgersi altrove (a Napoli, a Ischia, o, in casi particolari, nel Nord Italia). Per fare comprendere il mio pensiero mi affido ad un paradosso: per la salute di molte famiglie procidane sarebbe più grave se chiudessero alcune strutture in terraferma, come la Clinica convenzionata San Michele (a Maddaloni), che non il presidio isolano.
E, sempre per paradosso (e non me ne vogliano i medici di base) sono certo che, se non fossero indispensabili per scrivere le medicine, i cittadini procidani farebbero a meno, il più delle volte, anche di loro: figuratevi dei servizi ospedalieri non di emergenza! Con tutto il rispetto del lavoro e della qualità di alcuni medici (e operatori sanitari) procidani e non procidani, che sul territorio e nell’ospedale di Procida profondono passione e impegno. Anzi si dovrebbe ripartire proprio da loro, che hanno costruito un rapporto di fiducia sul territorio e hanno valorizzato, con le loro professionalità, la funzione dell’assistenza pubblica. Ma chissà perché ho il presentimento che, al nuovo giro di boa, le professionalità non saranno il vero punto di riferimento della riorganizzazione, soprattutto se passasse il concetto che la variegata “classe dirigente” locale possa continuare a “sorvegliare” la Sanità.
Ma per continuare ad essere propositivo voglio continuare a pregare le istituzioni e gli addetti a fare una PROPOSTA DAL TERRITORIO, che però, per essere credibile deve indicare anche DOVE E COME razionalizzare gli SPRECHI (che ci sono!!!) e indicare i servizi veramente indispensabili PER I CITTADINI. Naturalmente se ciò non è avvenuto finora vuol dire che la “Unanimità” è possibile raggiungerla solo sulla piattaforma dei NO e non su quella delle scelte (magari dolorose) di cosa tagliare e di cosa potenziare.
Non so se, alla fine, riusciranno, ancora una volta, a tirare per i capelli i cittadini facendo loro credere che si tratta di difendere gli interessi collettivi (invece di quelli dei soliti noti), ma forse alla fine raccoglieranno le firme per innalzarsi, sazi, sul Titanic della demagogia. Io non intendo imbarcarmi.
Il comune dovrebbe organizzare una forma si protesta con la partecipazione di tutti e dico tutti i cittadini, invece di pensare solo alle stronz…. Basta con questi selfie facebook etc qui stiamo perdendo un bene essenziale e nessuno se ne fotte !!!!
Chiedi a coloro che sono vivi grazie all’Ospedale.
Cosa ne sai tu della Sanita!!!
Prima di pensare documentati
Proprio perchè so bene quanto è importante l’ospedale mi appassiono sull’argomento. Continuo a pensare che la nostra necessità di cittadini sia difendere un Pronto Soccorso efficiente e attrezzato; un veloce e funzionale 118 e la professionalità dei medici. Sono queste le cose che hanno salvato, finora, alcune persone. C’è chi si appesta a volere salvare, indistintamente, anche le burocrazie, le inefficienze e gli sprechi. E’ una battaglia sbagliata e perdente , che farà fare passi indietro alla Sanità isolana.E’ il momento del coraggio e delle scelte. Non è il momento della chiusura e della demagogia.
…qualcosa so…
E naturalmente capisco che si vorrebbe chiudere la discussione seguendo tutti il gregge. Ma quel gregge non va da nessuna parte. Non è quello il modo di difendere l’ospedale.Per farlo ci vuole una proposta corretta e sostenibile. Puo’ nascere solo da un confronto serio sugli sprechi e le inefficienze attuali della Sanità procidana. Se si fa finta di difendere tutto, anche l’indifendibile, si fa solo una grande sceneggiata.