Redazione | L’isola ecologica ha riaperto giorni fa i battenti dopo quasi un anno di STOP, condito da avvisi di garanzia e carte bollate. L’assessore al ramo, Titta Lubrano ha così fatto il punto sulla situazione che ha riguardato la zona interessata dai lavori di riqualificazione
«Bisogna ripercorrere la storia che forse molti cittadini non conoscono – dice l’assessore Lurano – quando gli Amministratori decisero di affittare i terreni della Signora Schiano di Colella per ubicarvi l’isola ecologica, in quanto gli abitanti di Marina Grande si erano ribellati alla sosta dei camion maleodoranti presso lato Lingua, pochi intravidero la criticità della nuova postazione. Nonostante fosse uno dei posti più belli dell’isola, a ridosso del belvedere della Chiaia, quindi località ad alto interesse turistico ed ambientale, i camion cominciarono a depositare rifiuti su rifiuti provocando malessere e indignazione nei cittadini residenti in quei luoghi.
Non si poteva scegliere un altro posto?
Per la verità l’isola per come si configura oggi, con l’alto numero di abitazioni in ogni area non ha più zone completamente isolate, per cui ogni posto scelto avrebbe creato problemi ai cittadini.
Qual era quindi la situazione dal punto di vista legale nel momento in cui vi siete insediati come nuovi Amministratori.
L’area era già sotto sequestro ed erano stati già appaltati e iniziati i lavori di urgenza per adeguare tutto il giardino adibito a isola ecologica, apportando tutte quelle misure necessarie per garantire una raccolta rifiuti col minimo impatto ambientale.
Cosa bisognava adeguare?
Tutto. Niente era a norma. Nessuna cautela era stata messa in atto in tanti anni, per la qualcosa si lavorava in stato di continua emergenza e senza gli opportuni dispositivi di sicurezza per le abitazioni vicine. Di qui le giuste e doverose istanze di protesta dei cittadini ai quali, all’epoca, ho voluto prestare anche il mio aiuto legale. Ma soprattutto le ripetute diffide della ASL e dell’ARPAC.
Una situazione esplosiva con evidenti danni sociale, quindi.
Esattamente! Quasi nessuno si rendeva conto della gravità della situazione: intanto un esteso inquinamento del terreno sul quale venivano versati i rifiuti, inquinamento atmosferico e inquinamento acustico con rumori notturni di notevole intensità.
Tuttavia avete trovato i lavori di risanamento già avviati…
Sì, abbiamo ereditato un iter e ci siamo doverosamente messi in atteggiamento di seria riflessione e impegno concreto verso quanto già fatto e verso quello che ancora bisognava fare. Abbiamo infine dovuto predisporre il piano politico di attuazione della messa in opera dell’isola ecologica, precisando tempi, luoghi, modalità ed effetti sui lavoro di raccolta.
Quando è avvenuto questo?
Negli ultimi mesi del 2015 e, grazie ai lavori effettuati e alla presentazione di questo nostro piano, con nostra sorpresa l’8 febbraio 2016 ci veniva restituita l’area… A questo punto abbiamo potuto predisporre le infrastrutture necessarie per adeguare l’area ad un corretto funzionamento: materiale di arredamento, allestimento dei centri raccolta, segreteria, differenziazione interna dei luoghi.
Ma, sono stati ridotti gli effetti inquinanti per i quali i cittadini avevano protestato?
Sono state attuate misure per ridurre la rumorosità, per eliminare il cattivo odore creando barriere fonoassorbenti, ma anche presentando dignitosamente i luoghi per accogliere bene sia i lavoratori che i cittadini.
Quanto ha inciso l’azione legale dei cittadini ?
Penso che abbia inciso molto. All’epoca, parliamo del 2014, chiedemmo formalmente gli atti e presentammo alle autorità preposte lo stato dei luoghi. Se la magistratura ha sentito il dovere di intervenire con il sequestro è perché ha evidenziato una situazione pericolosa e dannosa per i cittadini. Per cui tutti dovremmo ringraziare questi abitanti della zona che a loro spese, dopo essere rimasti inascoltati per anni, hanno intrapreso un’azione giudiziaria che ha permesso oggi a Procida di avere un’isola ecologica a norma.
Resterà comunque un danno, seppur limitato. Quei cittadini ieri si affacciavano su un giardino oggi si affacciano su una discarica.
Comprendo profondamente, anche perché aver aiutato questi cittadini ad esprimere la loro sofferenza mi ha fatto entrare in una realtà socio-politica complessa… Sì quella zona oggi è stata sacrificata… ma qualunque zona dell’isola oggi avrebbe presentato gli stessi problemi. Nella veste di Amministratore ho ritenuto operare affinché i danni fossero ridotti al minimo, eliminando, come dicevo, il rumore notturno – di notte non si lavora – e l’inquinamento dei terreni, creando ambiti di vivibilità e di migliore ossigenazione nell’area… Saremo vigili per ridurre sempre al minimo ogni tipo di inquinamento.
Oggi quindi l’area è già operativa?
Si la Tekra ha preso in mano l’area e predisposto gli interventi per iniziare a ricevere il materiale. Oggi ogni cittadino inscritto nelle liste TARI può recarsi nell’isola ecologica, dal lunedì al venerdì dalle 14 alle 18, e il sabato dalle 8 alle 12, per depositare materiali ingombranti, materiale RAEG (apparecchiature elettroniche, elettrodomestici…) materiale legnoso, materiale di imballaggio, vetro e fogliame in grande quantità. Piccole e medie buste di fogliame possono affluire nel “porta a porta” il giovedì e domenica sera. Ricordo ai cittadini di essere sempre disponibile a ricevere osservazioni critiche o di mal funzionamento.