Redazione | L’isola, all’indomani della riunione tenutasi in Regione e di cui abbiamo dettagliatamente scritto ieri – si è svegliata confusa ed “arrabbiata”. Tra i tavoli dei bar, ma anche nelle scuole, sul lavoro, il tam tam mediatico, ha accompagnato lo scandire dell’intera giornata. Il ritorno ad un passato dal quale l’isola aveva saputo rifuggire, anche a costo di lunghe ed estenuanti battaglie, senza dimenticare il sacrificio di qualche sfortunato procidano incappato nella malasanità, ha alimentato uno stato di “incazzatura” univoca che solo poche volte la comunità isolana è adusa a far emergere, divisa com’è in ogni “ma” ed in ogni “dove”. Così, dal primo pomeriggio di ieri, la sala comunale è stata la sede permanete di un nutrito gruppo di procidani che si sono dati appuntamento per la formazione di un comitato di lotta per la salvaguardia del locale presidio ospedaliero. Maggioranza e opposizione, assieme alle associazioni, via i vessilli politici, per una volta in “pausa”, senza divisioni su un argomento come quello del ridimensionamento del “Gaetanina Scotto di Perrotolo”, hanno iniziato a dare forma a quella che appare ormai inevitabile e cioè una massiccia forma di protesta, che possa scuotere i palazzi della Regione Campania, del Ministero della salute e quant’altro.
Ovviamente il Sindaco – che segue da vicino tutta la vicenda, seppur rimarcando com’è giusto che sia, un comportamento istituzionale – non ha potuto non rappresentare ai numerosi presenti la situazione procidana:
“Sarebbe un taglio grave e inammissibile – dice Dino Ambrosino – che metterebbe a repentaglio le vite degli isolani e dei turisti, costringendo a dirottare in terraferma ogni emergenza di tipo sanitario. E riportando il sistema sanitario procidano indietro di trent’anni. Sulla scia del decreto ministeriale 70/2015, il commissario per la Sanità in Campania, Joseph Polimeni, non ha tenuto in considerazione l’ipotesi di una deroga, in ragione dell’insularità di Procida, e ha deciso di penalizzarci, anche rispetto alle altre due isole campane, Ischia e Capri. Ma noi non ci stiamo. Ripeto, siamo pronti a dimetterci in blocco. Procida vuole alzare la voce. L’attenzione sui nostri diritti sarà altissima”.
Dello stesso tono l’ assessore alla Sanità Carlo Massa: «A Procida – come già andavo dicendo da tempo – è purtroppo a rischio la salute dei cittadini. Ci è stato confermato che l’attuale pronto soccorso attivo sarà sostituito da un punto di osservazione breve intensiva con quattro posti letto. Questo significa- sottolinea l’assessore Massa- ritornare indietro di oltre trent’anni e non comprendere le particolari esigenze di cittadini che vivono su di un’isola”. “ Confermo anche io che l’intero consiglio comunale è pronto a rassegnare le proprie dimissioni al prefetto così come ieri è stato approntato un un comitato di cittadini”.
Sull’argomento abbiamo chiesto anche al caporeadattore del Procida Oggi, nonché ex assessore proprio alla sanità, Pasquale Lubrano di illustrarci la situazione. Ricordiamo che Pasquale Lubrano – con la costituzione delle USL fu membro del Comitato di Gestione della USL 22 tra ’84 e ’87 che realizzò, tra l’altro, il primo presidio di assistenza di emergenza sanitaria H 24 con personale ospedaliero, partendo da zero, presso alcuni locali dell’Albano Francescano ristrutturato e attrezzato con sala operatoria, laboratori di analisi e radiologia, posti di degenza, ambulatori, con relativa pianta organica, oltre il servizio ambulanza, ci ha dichiarato: “Ciò che prevede per Procida il nuovo piano ospedaliero regionale già in corso di attuazione é semplicemente assurdo. Le Istituzioni non possono mortificare il diritto alla salute dei procidani. Le Istituzioni ad ogni livello, le forze politiche nei ruoli che occupano, i cittadini tutti devono esercitare una forte azione nelle forme democratiche consentite affinché indietro non si torni.
Si diffidi il Ministro alla Sanità, Presidente De Luca, Il Commissario che ha redatto il Piano, che per ogni emergenza che non dovesse trovare adeguata assistenza e con esiti negativi si procederà a denunzia penale contro di loro perché ne saranno responsabili. Si modifichi l’attuale Piano affinché siano assicurati i servizi essenziali di Pronto Soccorso Attivo con personale ospedaliero come previsto nelle misure finora adottate, razionalizzando l’organizzazione e migliorando le attività attualmente rese. Nessuno tratti con sufficienza la situazione, né questo è tempo di polemiche o sciacallaggi che come a volte in passato hanno portato a conseguenze negative. Per giudizi sull’operato di ciascuno ci sarà tempo, dopo. Ora privilegiamo l’unità di intenti, ciò che spesso ha portato a risultati positivi: la salute è un bene primario. Nessuno si tiri indietro!”