Redazione | A distanza di oltre un trentennio, i Procidani sono chiamati di nuovo a dare prova della loro forza e di nuovo a difesa del sacrosanto diritto alla vita. Un popolo mite, gente di mare che nelle vene mischia sangue e acqua salata – abituata a navigare anche con le peggiori intemperie – ma che nelle difficoltà sa alzare la voce, sa muoversi e sa agire. A qualunque costo. Oggi è il momento in cui ognuno deve fare la sua parte nel ribadire con forza il No a quanto previsto da un sciagurato piano di ridimensionamento del locale presidio ospedaliero.
Al silenzio assordante dei burocrati che – da dietro una scrivania – hanno cancellato tutto di un tratto – come con un pennarello – quanto si era riusciti ad ottenere e mantenere in questi decenni, i procidani faranno capire che non permetteranno a nessuno di agire sulla propria pelle, sul proprio destino, sul proprio futuro. Come avviene quando ci si stringe tutti assieme, ed una comunità diventa un corpo solo. Inarrestabile.
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La cosa più fattiva in questo momento è un articolato Ricorso al TAr, basta navigare in rete e osservare cosa è accaduto in molti Comuni , che persa la battaglia politica sono riusciti a far valere le loro tesi al TAR.