Sebastiano Cultrera | Siamo oramai, a un anno, dell’insediamento della attuale amministrazione. Dino con la sua brigata governa l’isola da 12 mesi. Si sono alternate cose buone ad ingenuità ed errori. Ma non abbiamo lo spazio per entrare nei dettagli: lo faremo, spero, in seguito, e sui singoli argomenti.
Ma la domanda vera cui questa amministrazione si dovrebbe sottoporre è un’altra. E provo a spiegarla bene.
Visto che pochi conoscevano le capacità amministrative dei nuovi amministratori (tranne, in parte, Dino, Antonio e poco altro) si può con certezza affermare che il voto di un anno fa non sia stato a favore della Procida che Vorrei (nome omen). E’ stato piuttosto un voto di rigetto e di bocciatura verso una classe dirigente affaticata e senza idee che, oramai, aveva ben poco da proporre ai procidani.
Questo dato è stato, ahimè, rapidamente dimenticato nella dinamica politica. Quindi “quelli del passato” ad ogni errore (che ci sta) degli attuali amministratori si propongono come (unica) alternativa, sottolineando le grandi (presunte) capacità amministrative di un tempo.
Ma, ciò che è ancor più grave, anche i “nuovi” ad ogni errore che compiono si trincerano dietro la ipotesi che “quelli del passato” facevano di peggio. Rinunciando, anche loro, a fare delle concrete analisi (anche in termini di pro e contro) rispetto ad un percorso politico appena abbozzato.
C’è della demagogia in tutto ciò? Ce n’è da entrambi i lati. Il guaio è che questi non-ragionamenti non portano nulla di buono a nessuno dei due schieramenti. E nulla di buono per la nostra isola.
Ci siamo aspettati (invano) una analisi approfondita di Per Procida sulle ragioni della propria sconfitta; e una chiara proposta politica e amministrativa della attale amministrazione su COME intende interpretare il CHIARO mandato di CAMBIAMENTO che gli è stato consegnato dai cittadini procidani.
Non basta ripetere, come una cantilena, che “gli altri” erano brutti, sporchi e cattivi. Bisognerebbe pensare, declinare e proporre il NUOVO ai cittadini procidani nella migliore maniera possibile. Il CAMBIAMENTO, in politica, non è (solo) un dato antropologico. Guai se lo fosse. Certo la gioventù, la freschezza, la novità aiutano. Anzi, nel nostro caso sono stati determinanti in campagna elettorale.
Quindi la vera DOMANDA alla quale la attuale amministrazione dovrebbe rispondere è: questo anno è andato nel senso del cambiamento vero DELL’ISOLA? Ci sono atti chiari che fanno pensare a importanti interventi nella VIVIBILITA’, nell’ECONOMIA, nella CULTURA? Insomma, si comincia ad intervenire NEL CORPO VIVO della nostra Isoletta?
La risposta è onestamente, allo stato, deludente. Certo, un anno è poco per cambiare tutto. Infatti non parlo di fatti compiuti. Il mio problema è che non riesco a cogliere i segni decisivi per un cambiamento. Insomma non si capisce una direzione organica verso una NUOVA IDEA dell’isola.
Perché ove mai tutta la “rivoluzione” fosse solo (come qualcuno, a torto o a ragione va predicando) quella dell’onestà e della correttezza amministrativa sarebbe ben poca cosa. Bastava chiamare un commissario prefettizio ed era cosa fatta! A parte il non irrilevante dato che, come si sa, anche amministrativamente, nessuno è senza peccato (soprattutto se vuole amministrare sul serio).
La Domanda dell’isola è stata ben altra. Certo salgono dal basso spinte contraddittorie ed è difficile fare sintesi. Ma il compito di Dino & co, non è quello di gestire bene la ORDINARIA AMMINISTRAZIONE, ma quello di porre le basi per un radicale cambiamento dell’isola, attrezzandola, finalmente, alle sfide che sta vivendo. Nel Turismo, nella Vivibilità, nell’Economia, nella valorizzazione dei propri giovani. Su questo bisogna ragionare. E su questo faccio fatica a vedere qualcosa all’orizzonte e credo che, infatti, lo stesso Dino si sia accorto di un certo “scollamento” con il “suo” popolo.
La vicenda dell’Ospedale, quindi è stata una occasione troppo ghiotta per lui e per gli “opposti immobilismi”. Entrambi gli schieramenti hanno finto (IN UNA UNICA GRANDE FINZIONE) che fino alla convocazione del consiglio comunale di metà maggio non era successo nulla. In Realtà tutti sapevano.
Si sono, quindi, tutti messi la tuta da marziano e sono piombati nel consiglio comunale, dove hanno scoperto che, forse, c’erano rischi per la salute dei procidani. Tra un equivoco, una falsa notizia e un po’ di demagogia (ma si trattava di ridimensionamenti innocui del presidio o reali rischi per l’emergenza?) si è organizzato un grande megashow ad uso delle telecamere varie.
L’unico che ha dato grande prova di maturità è stato il popolo procidano. Partecipando COMPOSTAMENTE ad ogni manifestazione, e tirandosi indietro dagli eccessi (tipo occupazione del Porto), che qualcuno proponeva. Ora, però, il bagno di folla è acquisito, per tutti. E si rompe il fronte.
Luigi Muro ha sentito il dovere di “scendere in campo” a difesa di ciò che A RAGIONE vede come sua creatura: L’Ospedale. Lo ha fatto a suo modo, con le sue competenze giuridiche, con un ricorso al TAR. So per certo che l’ha fatto con la passione e con la concretezza che sempre lo animano. Se il suo fosse stato solo un gesto personale, animato, com’è, da partecipazione individuale (pure supportato da semplici cittadini) sarebbe stato ok. Ma nel modo come è stato proposto ha assunto un sapore di fazione, di schieramento, che non serve allo scopo. Sembra una sorta di chiamata alle armi di “quelli del passato”, cui la stessa intelligenza dinamica di Luigi sembra, purtroppo, indissolubilmente legata.
Caro Luigi, anche in una battaglia nobile, non si può dare la sensazione di proporre un salto indietro. Tutti possono e devono essere utili in una fase importante per l’isola di Procida. Luigi Muro in primis. Ma sono persuaso che PROCIDA NON VUOLE TORNARE INDIETRO. Se si scoprisse, tra qualche anno, che l’attuale amministrazione dovesse annegare nella supponenza e nella mancanza di progetto, l’isola avrebbe una grossa, immeritata, delusione. Ma non si vince il tempo portando indietro le lancette dell’orologio.
In genere
quando tento di dare un giudizio politici su avvenimenti procidani,non sto a calcolare se si guarda indietro o davanti o sottospra.
I fatti parlano chiaro: ” Ciò che doveva essere il ” nuovo ” ,cioè la nuova amministrazione,si sta dimostrando di essere mille molte meno ” capace e previdente ” dei precedenti.
Quindi,di che parliamo? Di aria fritta…
SEBASTIANO MA DAVVERO NON HAI CAPITO CHE SONO D’ACCORDO? GUARDA GLI APPALTI PUBBLICI …
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Caro Sebastiano la politica dovrebbe essere coerente, non si possono avere molteplici ideali perchè l’uno dovrebbe essere l’opposto dell’altro .Allora io penso che Tu debba fare chiarezza al Tuo interno cercando un serio equilibrio politico in quanto non si può essere del P.C.I. e poi diventare il più accanito sostenitore di Berlusconi e dopo qualche tempo di Renzi e chi sa mai, il prossimo leader Tuo chi sarà. La dottrina politica esprime degli ideali a cui dovrebbe far seguito azioni amministative.Io penso che Tu oggi debba riflettere che forse la Tua stagione di suggeritore politico sia giunta al naturale capolinea.
L’analisi è sbagliata nelle premesse. Ricordiamo che La Procida che vorrei ha preso il 48.9% dei voti. Cioè la maggioranza di quelli che sono andati a votare hanno scelto altre liste. Quindi nel paese Dino e i suoi sono in minoranza. Questo dicono i numeri. La verità è che hanno vinto solo perché gli altri si sono divisi. È questo per nostra sventura…
Ho una idea ben chiara: chi si nasconde nel buio e dell’anonimato non puo’ chiedere luce e chiarezza.
Succede, inoltre, sempre che chi non riesce ad essere coerente con se stesso chieda coerenza agli altri. Ho il fondato sospetto che sia il caso dell’ILLUSTRE ANONIMO
In ogni caso sono stato e sono sempre coerente con le mie idee, non con le ideologie o coi partiti. Penso da tempo che il Riformismo sia la migliore ricetta di Governo. E ho sempre sostenuto ipotesi riformiste. In Italia, e anche nella nostra isoletta,abbiamo bisogno di più Riformismo.
Cara Luisa, non penso proprio che l’analisi dei voti possa essere fatta sul campione totale degli elettori. Dimentichi la percentuale di elettori impossibilitati a votare: marittimi, elettori fuori sede impossibilitati a rientrare per votare e, non meno importante, anziani che per i più vari motivi non hanno potuto fare lo stesso. Quindi penso sia un ragionamento del tutto errato dire che la “maggioranza” non abbia voluto il cambiamento. Il punto di forza de La Procida che vorrei è stato proprio quello di trovare degli ideali comuni da riuscire a creare un’unica lista, cosa che non hanno fatto le 2 differenti liste dove militano rappresentati che per anni hanno “collaborato” nelle precedenti amministrazioni.
Caro sebastiano, comunque la gente si firma e tu continui ad immaginare di avere delle inesistenti fette di prosciutto sugli occhi.
Chi si firma? Boh. Veramente non capisco…