Salvatore Costagliola | Credo che non ci sia procidano che in questi ultimi cinquant’ anni non abbia conosciuto il compianto Farmacista Angelo Ferrara. Sono tre anni che è venuto a mancare all’affetto dei famigliari, degli amici, e dei frequentatori della Farmacia San Leonardo
Mi pregio di averlo conosciuto, e che ci sia stato tra noi un rapporto di stima reciproca. Angelo fu anche consigliere Comunale, nei primi anni 70, eletto tra l’altro senza farsi propaganda elettorale, ormai conosciutissimo per la sua onestà e serietà. Un vero signore, uomo integerrimo, un NOBIL HOMO. (non di meno la sua consorte). Genitore di due figli, Maria Luisa, e Gianfranco, quattro nipoti, Gilda Cacciuttolo (terza generazione) anche lei farmacista, l’unica dei nipoti rimasta a Procida seguendo la tradizione famigliare, e insieme alla mamma Maria Luisa continuano la missione di famiglia iniziata 50 anni fa. Certo una volta era diversa la professione del farmacista, ed anche poco redditizio. Le farmacie non “vendevano giocattoli ” e i medicinali conosciuti erano pochi, se si pensa che non si conosceva neanche la terapia per l’ipertensione, si curava con le mignatte, o sanguisughe, erano specie di vermi sementati, li tenevano sul banco vivi in contenitori di vetri , erano neri e viscidi, l’ipertesi se li mettevano sul collo, e sulla pancia per farsi succhiare il sangue. Il farmacista (detto anche speziale) preparava le unguenti pomate, sciroppi. Oggi il progresso sta facendo scomparire queste cose, anche se la professione del farmacista rimane tale, un mio carissimo amico medico (non più tra noi) diceva sempre che un buon farmacista è migliore di un medico di base. Erano gli anni cinquanta, da qualche lustro finita la guerra, gli Italiani erano tutti speranzosi della ripresa economica .
Angelo e Gilda erano giovanissimi, lavoravano in una farmacia di Cetara (SA) purtroppo c’èrano delle incomprensioni con il datore di lavoro, ma come si sa, all’inizio bisogna farsi le ossa, quindi “abbozzavano ” e lavoravano in silenzio. Era prassi che la Cassa Marittima Meridionale inviava un ispettore a fare dei controlli. (I marittimi erano dei privilegiati, avevano insieme ai piloti di aereo una cassa malattia propria, e la previdenza marinaia , non facevano parte del calderone. Dopo un anno che lavoravano in quella farmacia, capitò che ci furono dei controlli. Il “destino” volle che l’ispettore fosse procidano, dott. Antonio Cacciuttolo. Durante l’ispezione, parlavano del più e del meno, e il dott Cacciuttolo capì che la situazione per quei due giovani non era tanta piacevole. Si dava il caso che a Procida c’èra la farmacia del dott Parascandola gestita dalla dott.ssa Luigia Cita di origine pugliese, che aveva deciso di tornarsene al suo paese, ne parlò di questa possibilità, ai due giovani, bastò il tempo di metabolizzare, e con tanto ottimismo da parte di Angelo, presero la decisione di sfidare la sorte, anche perché n’èrano quattro a Procida le farmacie, una fu chiusa verso il 1964, era gestita da una farmacista non procidana, pare che sposò un ingegnere, e andò via da Procida. “Ironia della sorte volle che molti anni dopo , il nipote del dott. Cacciuttolo sposò la dott.ssa Maria Luisa Ferrara figli di Angelo e Gilda.
Ricordo molto bene il loro arrivo a Procida, era il periodo delle feste natalizie tra Natale e Capodanno del 1957, ero un ragazzino,con la passione del mare, delle barche, dei bastimenti, e mentre passavo il primo pomeriggio sulla banchina di Sent’cò , vidi un bastimento alberato con due fiocchi, e una aurica, arrivare nel porto, attraccò di fronte alò bar Forestieri , mi soffermai a curiosare, e vidi che era carico di mobili, così seppi che erano i mobili, dei nuovi farmacisti di San Leonardo.
Nei giorni successivi notai che andarono ad abitare in via Vittorio Emanuele nel palazzo della Levatrice Assante,io stavo sovente in quella casa, ero amico del figlio Elberto.
Non mi sfuggì che i farmacisti a seguito si erano portati una bellissima ragazza, la ricordo molto bene, era un tipo esile con occhi azzurri, pare si chiamasse Giuseppina. Ho tanti altri ricordi di Angelo e Gilda, San Leonardo era la mia Grancia, stavo sempre li , e fin da ragazzo ho potuto apprezzare il Dott. Angelo e la Dott.ssa Gilda. Non pochi furono i sacrifici, per i problemi che dovettero affrontare, la lontananza dal proprio paese, su un isola piccola, e senza conoscere nessuno. Un aneddoto che voglio raccontare di queste due splendide persone: Negli anni 50, fino agli inizi degli anni 60 del secolo scorso, il carcere di Procida aveva molti ergastolani, quando avveniva la tradotta ( trasferiti o arrivati) il percorso dal porto al carcere o viceversa l’effettuavano a piedi, accompagnati ammanettati dalla scorta, quando passavano dinanzi alla farmacia, quella scena turbava molto la Dott.ssa Gilda, aveva un senso di pietà, ci restava molto male , e ogni volta diceva al marito : dove mi hai portata, dove mi hai portata.
Col passare degli anni s’integrarono molto bene, pur rimanendo attaccati alle loro origini, difatti andavano spesso ad AGEROLA, però entrambi si affezionarono all’isola diventando (direi) cittadini Onorari portando a termine la loro Missione.
Grazie Angelo, e Gilda per il vostro impegno per la vostra cordialità, per il buono esempio che avete dato. Che Dio vi abbia in gloria.