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SAP E QUANT’ALTRO: INTERVISTA ALL’ASSESSORE AVV. ANTONIO CARANNANTE

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Giu 17, 2016

Redazione | Alla guida di un paese e dunque nella amministrazione della cosa pubblica, ci sono delle deleghe assessoriali che purtroppo non assurgono agli onori  di certa stampa o di certe copertine. Ma, incidono profondamente nella vita quotidiana di una comunità. Una di queste le ha  – purtroppo per  lui perché meriterebbe ben altro  – l’ass. Antonio Carannante, e parliamo relativamente a quella dell’acquedotto. Fino all’avvento delle cosiddette partecipate isolane, che per decenni sono stati serbatoi elettorali e veri e propri uffici di collocamento, l’acqua sull’isola di Arturo era gestita dal Comune e nello specifico da due impiegati comunali e due operai. Senza dimenticare i quattro dipendenti regionali del serbatoio alle Centane. Ma questa è storia. Anzi preistoria, se si pensa anche a come veniva gestita la raccolta della monnezza e lo spazzamento dell’isola. L’oggi racconta, invece,  di una società in house del Comune, la SAP, che l’attuale maggioranza sta trasformando. A parlarci di questo e tanto altro è l’assessore Carannante:

 Allora ssessore, sappiamo che la SAP si occupa della raccolta, del trattamento e della fornitura di acqua. Ma in pratica, in che cosa consiste l’attività quotidiana degli addetti?

«La SAP è gravata da tante attività giornaliere, dagli allacci delle utenze ai guasti, alla manutenzione della rete idrica. Con gli addetti c’è un contatto pressoché quotidiano, e sono molto collaborativi anche perché si lavora spesso sulle emergenze tra tante difficoltà, specie quando si interviene in strada. E allora in tali circostanze occorre far affidamento anche sul senso civico di tutti per sopportare i disagi».

La SAP è una società con totale partecipazione comunale, che tipo di  rapporto intercorre con il Comune?

«La SAP è evidentemente parte integrante dell’ente e, oltre che da un punto di vista societario, deve esserlo soprattutto nell’operatività. Dall’inizio del mio incarico, ho voluto incontrare personalmente i dipendenti anche per trasfondergli un maggior senso di appartenenza all’ente. E’ un aspetto a cui tengo. Gli operai stessi, ma anche la cittadinanza, devono comprendere sempre più che quando un operaio SAP bussa alla porta per un intervento, è come se fosse il Comune di Procida a farlo».

Di recente si è appreso che gli uffici della SAP saranno trasferiti da via Roma all’immobile dell’ex Guardia di Finanza, nei pressi della Casa Municipale. Come mai?

«Il trasferimento comporterà un duplice vantaggio e non da poco: il risparmio di circa 15.000,00 Euro all’anno (che la SAP pagava per il fitto della sede), e la vicinanza fisica della società al Comune, in modo da rendere più sinergico il rapporto, vista la frequenza degli interventi da effettuare ogni giorno, e quindi agevolare l’efficienza e la praticità del servizio».

Che tipo di contratto avete stipulato?

«In questa prima fase, un contratto di comodato di un anno, ovviamente rinnovabile, poiché abbiamo deciso di devolvere entro il 2017 l’immobile dell’ex Guardia di Finanza alla stessa SAP per consolidarne il patrimonio. L’immobile in questione rientra tra i beni inseriti nel cosiddetto “Piano di valorizzazione ed alienazione degli immobili comunali”, quindi stiamo valutando i presupposti per una permuta con altro bene».

Perché ritenete importante un consolidamento patrimoniale della SAP?

«La SAP dovrà essere sempre più il braccio operativo dell’ente e quindi una sua ricapitalizzazione è opportuna nell’ottica di un ampliamento dei servizi che dovrà svolgere. Ritengo sia un’operazione senz’altro virtuosa per l’ente e la sua partecipata, specie in una prospettiva futura».

A proposito di immobili, una domanda all’Assessore al contenzioso. Da tempo si cerca un accordo per gli appartamenti del Comune a Terra Murata, occupati dalle famiglie degli ex agenti penitenziari. A che punto è la questione?

«E’ una delle questioni irrisolte che abbiamo trovato appena insediati. Va precisato che dal luglio 2013 gli appartamenti, di proprietà comunale, rientrano nel Piano di valorizzazione dell’ex carcere, per cui col tempo andranno liberati. Ma nel frattempo ci sono delle esigenze sociali da tutelare e finalmente un accordo è stato raggiunto anche con un benefico economico per le casse comunali. Difatti fino ad oggi nessuna indennità veniva incassata dal Comune».

Che tipo di esigenze?

«Gli appartamenti sono abitati da nuclei familiari di ex agenti di polizia penitenziaria, che li occupano da decenni e che dal 2013, all’indomani del trasferimento dall’Agenzia del demanio al Comune di Procida, erano stati lasciati in un limbo, un po’ soli a se stessi. In gran parte si tratta di persone anziane che peraltro hanno anche difficoltà a trovare altra abitazione, per cui abbiamo tenuto in grande conto delle loro necessità».

Quale accordo avete trovato?

«Grazie all’istituto della mediazione, che è preliminare al contenzioso, abbiamo trovato un accordo che stiamo formalizzando: le famiglie pagheranno un’indennità di occupazione e nel mentre potranno reperire un’altra abitazione. In questo modo abbiamo assicurato un’entrata per le casse comunali e tutelato le esigenze abitative degli ex agenti penitenziari, ormai anziani, e delle loro famiglie. Un giusto compromesso tra tutela di beni comuni ed esigenze sociali».

 

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