Redazione | Continua il pressing della politica per scongiurare la chiusura del Pronto Soccorso dell’isola di Arturo. La settimana scorsa sono stati otto deputati del M5S ad inviare una dettagliata interrogazione al Presidente del Consiglio e al Ministro della Salute Beatrice Lorenzin. Non è la prima volta che il M5S si interessa del territorio procidano e di alcune criticità come l’’interrogazione sul sequestro di anni fa dell’isolotto di Vivaro, e ultima la delicata vicenda della rimozione dell’antico basolato vesuviano nell’ambito del progetto waterfront.
E così Colonnese, Dall’osso, Giordano, Lorefice, Mantero, Grillo e De Vita scrivono: premesso che l’isola di Procida ha una superficie di 3,7 chilometri quadrati. Il perimetro, estremamente frastagliato, misura circa 16 chilometri. La superficie comunale ricopre interamente l’isola di Procida e il vicino isolotto di Vivara (0,4 chilometri quadrati), due isole del golfo di Napoli appartenenti al gruppo delle isole Flegree;
Procida ha 10.500 residenti, 25 mila abitanti d’estate e 250 mila sbarchi di ospiti nel corso dell’anno;
l’ospedale Gaetanina Scotto, situato in via Alcide De Gasperi sull’isola di Procida in provincia di Napoli, è presidio ospedaliero della azienda sanitaria locale Napoli 2 nord, che comprende un territorio articolato in 32 comuni della, provincia di Napoli, collocati nel territorio a nord del capoluogo. La struttura, dedicata all’infermiera Gaetanina Scotto di Perrotolo, è dotata di nove posti letto di ricovero: 3 in chirurgia, 3 in medicina e 3 in ostetricia. Di recente l’installazione nella unità operativa di diagnostica per immagini di una macchina per la tomografia assiale computerizzata (TAC), che permette di gestire con maggiore tranquillità le prime fasi dell’emergenza e di assicurare ai cittadini isolani una maggiore accuratezza nella diagnostica sul territorio;
il nuovo piano regionale per l’organizzazione sanitaria, in particolare delle strutture ospedaliere, prevede il ridimensionamento se non la soppressione dei piccoli centri di cura. Il Gaetanina Scotto a Procida ha finora assicurato servizi 24 ore con nove posti letto e medici preparati. La modifica prevista dal piano regionale declassa il presidio procidano a «osservatorio» e attua la soppressione del pronto soccorso: tre posti letto e una operatività talmente minima che i pazienti dovranno essere necessariamente trasferiti sulla terraferma con conseguente perdita di tempo prezioso e forse di vite. Durante l’anno, infatti, soprattutto a motivo delle condizioni meteo avverse, Procida si trova più volte in una condizione di vero isolamento;
il nuovo piano ospedaliero (che segue le direttive del decreto ministeriale n. 70 del 2015), prevede la soppressione del pronto soccorso h24 e la sua sostituzione con un punto di primo intervento con quattro posti letto di osservazione breve (Obi), e un ospedale di comunità, gestito dai medici di famiglia;
in questi giorni i procidani hanno organizzato manifestazioni di protesta decisi a difendere l’ospedale dell’isola, piccolo ma prezioso, dalla minaccia di un ridimensionamento che pare una cancellazione, più che della struttura, del diritto alla salute. La malaugurata chiusura avrebbe effetti negativi gravissimi sui livelli di assistenza sanitaria d’urgenza, privando gli abitanti ed i tanti turisti, che in estate affollano l’isola, di un servizio di tutela della salute e aumenterebbe i costi per i trasferimenti altrove esponendo gli stessi pazienti a maggiori rischi: se siano conoscenza di quanto esposto in premessa;
se non ritengano che il ridimensionamento della struttura leda fortemente il diritto alla salute degli abitanti dell’isola, tenendo conto che il raggiungimento del più vicino pronto soccorso prevede l’attraversamento di un braccio di mare; quali siano i criteri e se e quali osservazioni siano state fatte sulle decisioni di riorganizzazione della rete sanitaria in Campania da parte dei rappresentanti del Ministero della salute in sede di monitoraggio del piano di rientro della regione Campania, con particolare riferimento a quanto descritto in premessa; come intendano attivarsi, per quanto di competenza, onde monitorare i servizi sanitari regionali, ivi incluso quello della regione Campania e se abbiano verificato l’adeguatezza complessiva dello stato di approntamento ordinario e straordinario rispetto alla ridefinizione degli standard di servizio; quali iniziative di competenza intendano assumere per risolvere le problematiche che impediscono i servizi di emergenza; se intendano assumere iniziative, per quanto di competenza e anche per il tramite del commissario ad acta per l’attuazione del piano di rientro, per garantire il rispetto delle norme e ripristinare il pubblico servizio di emergenza.