Pasquale Lubrano | Nei prossimi giorni il Consiglio Comunale di Procida è chiamato a riapprovare il Piano di riassetto dei residui, beneficiando dei nuovi termini concessi dalla Legge Finanziaria 2016, dopo che la Corte dei Conti aveva espresso forti giudizi negativi su tutti gli atti predisposti dall’attuale Amministrazione. La rideterminazione e la eliminazione dei residui attivi e passivi avverrà in trenta anni, come da me proposto lo scorso anno, guadagnandomi i poco benevoli apprezzamenti dell’Amministrazione e dei fini intenditori di finanza pubblica che ci girano intorno. Non poteva che finire così: non era possibile che il legislatore disponeva trenta anni per il cambiamento, per sistemate le contabilità degli Enti mentre li costringeva al dissesto con la sovrapposizione di norme.
Il Parlamento ha dovuto prenderne atto ed accogliere le indicazioni che la Corte dei Conti nelle more, lo ricordiamo, quale organo giudicante aveva fornito ai Comuni per mettere in atto il passaggio da una modalità di contabilità ad un’altra. Ho molte ragioni per credere che ci sarebbero stati dei vantaggi se tale procedura fosse stata applicata lo scorso anno. Ma non è questo il punto e tralascio ogni considerazione: cosa fatta capo ha. Non intendo riaprire una stucchevole partita a ping pong.
Le ragioni per cui ritengo opportuno intervenire, da cittadino, sono altre. Ho avuto modo di venire a conoscenza degli indirizzi adottati dall’Amministrazione sia per il riaccertamento dei residui sia in merito al piano di riequilibrio strutturale. Bene l’aver preso atto che il pagamento dei debiti debba avvenire in trenta anni, opportuno l’utilizzo della possibilità di spalmare le misure di riequilibrio che riguardano i crediti e le entrate in complessivi dieci anni. Gli aspetti critici che ritengo utile segnalare prima che il Consiglio Comunale adotti i piani sono due e mi appello al senso di responsabilità di maggioranza e minoranza.
Punto 1) Non si evince da alcun atto che si sia tenuto conto dei rilievi mossi dal Revisore dei Conti in merito al Conto Consuntivo ultimo che ha riportato il suo totale parere negativo. Ciò è un fatto importante perché i rilievi mossi dal Revisore dovevano essere valutati in positivo. La nuova normativa contabile impone l’assoluta veridicità dei dati ed il largo lasso di tempo concesso deve servire a chiarire ogni aspetto. Può la Corte dei Conti approvare dei piani che per fare chiarezza poggiano su larghe zone d’ombra? Se invece di 22 milioni di Euro i residui passivi da sistemare dovevano essere di più il problema non si pone perché, come abbiamo dimostrato in precedenti occasioni, tra residui attivi da incassare ed economie di spesa rivenienti dalla riduzione delle spese correnti predisposte con i pensionamenti dalla precedente Amministrazione vi sono disponibilità parallele più che sufficienti e senza gravare per alcunché né sulle attuali né sulle future generazioni.
Non conosco se c’è già stato il parere del Revisore dei conti sui piani. Partendo dalle premesse del Conto Consuntivo, potrà essere positivo quello sui piani? Ne sarei contento, dato che la Corte dei Conti ha sempre subordinato il suo giudizio a quello positivo del Revisore. Cosa farà di fronte ai ripetuti pareri negativi di quest’ultimo? Perché non si apportano in tempo utile gli opportuni adeguamenti e si scongiura ogni evenienza contraria agli interessi del Comune e dei cittadini?
Punto 2) Dai pochi dati a me disponibili ho rilevato che nel piano di riequilibrio tra le Entrate viene considerato una previsione di incasso dalla vendita della quota societaria del porto turistico di M. Grande per 2,9 milioni di Euro, invece dei 3,0 precedenti. Non può sembrare una presa per i fondelli verso la Corte che aveva sottolineato a lungo e con forza che riteneva inattendibile la valutazione di 3,0 milioni per il 49% societario? Addirittura lo valutava 800/900 mila Euro. Come giudicherà ora la Corte, o come giudicherebbe ogni persona di buon senso, la previsione di 2,9 milioni per il 25% di cui il Comune è titolare? Se il socio di maggioranza è così magnanimo e non si tratta di un pezzo di carta a cui non sarà dato seguito, perché l’operazione non è stata chiusa o concretamente avviata in tempo utile? E la Corte non potrà chiedere all’Amministrazione il perché non ha provveduto ad adottare una iniziativa di vendita né per il 25%, né per l’ipotetico 49% di cui aveva disponibilità a vendere per concessione del socio di maggioranza? Quelli di prima, almeno avevano indetto delle gare per vendere, fino a qualche mese prima delle elezioni. Cosa è stato fatto dopo? La Corte ha deciso di non vedere, non sentire, non leggere? Tutto andrà bene. E’ legittimo chiedersi: Se dovesse andar male la colpa è sempre di quelli di prima?
A proposito di quelli di prima, ho avuto modo di apprendere di una delle solite pubblicità ingannevoli del delegato al Bilancio Villani con i soliti “Mi piace”, condita da baratri pregressi, gestioni scellerate e roba simile. Da cittadino, per non essere preso in giro, mi chiedo: quando riuscirà a capire che, nel bene e nel male, in modo condivisibile o meno (e spesso non l’ho condiviso), chi ha avviato il riequilibrio finanziario strutturale dell’Ente è stata la precedente amministrazione tra piano di riequilibrio, riduzione della spesa corrente, con scelte per niente scontate, misura fondamentale per questi anni e per i 30 successivi; ha provveduto a liquidare i creditori, con mutuo pagabile con le economie di spesa.
Si può sapere egli cosa è stato capace di fare oltre l’aumento delle tasse e il taglio delle fotocopie (ma ci sarà stato?), un Bilancio di Previsione che più taroccato non si poteva, un conto consuntivo bocciato voce per voce? Ma dice che il debito complessivo si è ridotto nel 2015 per qualche frazione percentuale. E lui cosa c’entra? Le entrate statali impreviste, i consistenti tagli al personale ereditati, residui attivi rivenienti dal passato, sono stati di importo maggiore di ogni spesa prevista e non, debiti fuori bilancio compresi. Tutto qua. Quand’è che imparerà ad essere amministratore e a farlo con serietà verso gli altri, per prima verso i cittadini?