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Si rimettano in opera le pompe. Il BMS può tornare a funzionare

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Ott 18, 2010

Roberta Di Gennaro | Una settimana fa documentammo il disastro della spiaggia della Chiaia, con le onde che arrivavano fin sotto i costoni, e la conseguente erosione degli arenili.

Non sono poche le persone che in questi giorni hanno dibattuto sul tema del ripascimento degli arenili; “professori” di turno, persone comuni. Noi proponevamo, da profani, la costruzione di scogliere; altri citavano soluzioni differenti, eventuali possibilità.

Tra queste ultime annoveriamo il sistema BMS (Beach Management System), che fu adoperato sulla nostra isola per circa 12 mesi, anni fa, e che funzionò discretamente, tanto da dare risultati visibili sin da subito. Quelli certificati parlarono di un allungamento della spiaggia tra i 4.5 metri e i 5.2 metri. La misurazione satellitare non tenne però conto delle variabili legate alle condizioni meteo-marine, né di altre variabili, ma il risultato non venne ritenuto deludente. Anzi.  

All’atto della sottoscrizione del contratto tra il Comune di Procia e la società  Impresub di  Roberto Rossetti (che deteneva i diritti per l’Italia del sistema di protezione costiera), si connaturò la validità dello stesso al raggiungimento del risultato di otto metri. Per questo lavoro il Comune di Procida emise addirittura dei BOC (Buoni obligazzionari comunali: titoli emessi dall’ente locale per finanziare un determinato investimento). Investimento che, ricordiamo, deve essere certo e definito sin dall’emissione del titolo. In sostanza, l’emissione dei Boc deve essere finalizzata esclusivamente al finanziamento di un progetto specifico e ben determinato, nonché corredata da un piano di ammortamento finanziario le cui rate devono essere comprensive, fin dal primo anno, di quota capitale e quota interessi. L’opportunità di emettere prestiti obbligazionari (i Boc) fu contemplata dalla Finanziaria del 1995.

Alla fine dell’anno di drenaggio, ritenendo non raggiunto il risultato, il Comune di Procida pensò bene di non effettuare il pagamento, ed è ancora  oggi “in causa” con l’ Impresub che  – a sua volta  – ritiene di essere stata raggirata e aspetta ancora i soldi per i lavori espletati.

 

Cos’è il BMS e come funziona

Il BMS opera in tre fasi:

  1. crea una zona non saturata, abbassando la superficie freatica;
  2. l’acqua portata dall’onda, percola nel terreno drenato e il materiale solido presente nell’acqua si deposita sulla spiaggia, e lì rimane.
  3. il processo continua sino ad ottenere un nuovo equilibrio della spiaggia che corrisponde ad un suo avanzamento. 

Per drenare la spiaggia, che è la condizione per evitare l’erosione, il BMS prevede l’installazione d’un sistema di tubazioni interrate nella spiaggia sotto la superficie freatica, e poco distante dalla linea costiera.
Il BMS inoltre, una volta installato nella spiaggia, rimane completamente invisibile. L’acqua raccolta dal sistema di tubazioni è inviata a vasche di raccolta, nuovamente nel mare o in ogni altro possibile modo, in base alla disponibilità ed alla convenienza. L’acqua che giunge al BMS, essendo filtrata dalla sabbia, è pura, può essere quindi utilizzata anche per fini “nobili”: piscine, acquari, ecc. Il sistema non produce rumore, non produce sgradevoli odori, di fatto dopo l’installazione, la spiaggia rimane perfettamente sgombra e da subito inizia la stabilizzazione, che porta gradualmente al recupero naturale della spiaggia.
Contrariamente ai sistemi rigidi tradizionali che possono produrre danni erosivi a monte e a valle della realizzazione, il BMS, operando direttamente sulla spiaggia non produce effetti dannosi nelle zone circostanti.
 

In Italia il primo sistema è stato installato in tre distinti siti nel Febbraio 2001 presso gli arenili di Ostia levante (Roma) per conto della Regione Lazio. Il sistema ha stabilizzato le tre spiagge ed in una in particolare ha permesso un avanzamento di circa 18 metri di arenile.

Il sistema BMS installato (tubi, pompe, pozzi di filtraggio sono ancora posizionati  sotto le ns spiagge a 2 metri e mezzo)  a Procida pari ad un chilometro, inclusi gli studi, la progettazione, i diritti del brevetto, la messa in opera (materiale e manodopera compresi) ed il costo di manutenzione di un anno degli impianti è stato di circa 1.000.000,00 € (un milione) di euro. (Roberto Rosetti 18.07.2002)

Riteniamo che al di la degli aspetti giuridici, che vedranno la loro risoluzione nelle aule di tribunale, degli aspetti economici (i BOC comunque vada sono stati messi a bilancio dell’ente comunale)  e di tutto il resto che ne consegue, basterebbe poco per rimettere in funzione il sistema di drenaggio ( i costi di manutenzione e di gestione dell’impianto sono pochi e limitati) ed iniziare così una seria riqualificazione delle nostre coste e delle nostre spiagge.

Anche perchè cominciare dai costoni come è stato fatto e viene fatto, non fa altro che aggravare il problema dell’erosione degli arenili, che ricordiamolo, attirano turisticamente il 95% dell’indotto legato alla balnezione.

 


2 commenti su “Si rimettano in opera le pompe. Il BMS può tornare a funzionare”
  1. Ma ancora con il sistema bms ancora ci sono in giro persone che vogliono di nuovo farsi raggirare sulla chiaiolella furono fatti lavori che durarono anni e i tubi di plastica rossi sono ancora in giro per il paese io ne ho uno a casa. e sono rimasti solo dei pozzetti visibili che sono la casa al mare dei topi.Il rimpascimemnto della chiaiolella avverrà solo quando si ripristinerà la chiusura sotto il ponte aperta dalle bombe di manomozza per permettere all’acqua della carcara di defluire senza buttare giu il ponte e da allara la corrente cjhe si forma come nel water spinge la sabbia della chiaiolella verso punta serra dove si è creata una secca prima della punta.
    Per la chiaio bisogna eliminare le scogliere messe a protezione della proprietà Mazzella da noi pagate (ex giardini di elsa morante) per permettere all’acqua di fare il suo percorso naturale.Ma interessa l’appalto a dimenticavo gl otto metri richiesti alla bsm furono imposti dalla mia lotta sul punto perchè affermavo che era una bufala

  2. mi ricordo che ero uno dei pochi a sostenere che il problema del bms a procida non funzionasse ma il cons formisano mi disse che era un brevetto garantito ma ora si parla ancora del bms il problema che le persone che sbagliano devono pagare

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