Redazione | Tornano i libri nell’estate procidana. Dopo sagre, fiere, piazze di bimbi, riffe varie, sull’isola sbarca uno degli scrittori più conosciti ed apprezzati del variopinto degli autori italiani. Maurizio De Giovanni con la sua ultima fatica letteraria: serenata senza nome. L’autore incontrerà i suoi lettori al bar Capriccio al porto di Marina Grande. Con lui in quello che si prospetta di essere un duetto esilarante, l’istrionico Michele Assante del Leccese.
«Un grande evento per i lettori procidani – ci dicono gli organizzatori della serata i fratelli Leonardo e Natalia Ambrosino, che gestiscono la libreria Nutrimenti a Procida – l’occasione di incontrare uno degli autori italiani più noti e amati dal pubblico. I libri di De Giovanni occupano infatti regolarmente i primi posti delle classifiche dei titoli più venduti e sono tradotti in decine di paesi all’estero. Non fa eccezione “Serenata senza nome” che, oltre ad avere occupato questa estate i primissimi posti della classifica italiana, è anche il libro attualmente più venduto dalla libreria Nutrimenti di Procida. L’incontro rappresenta anche una speciale soddisfazione per i librai di Nutrimenti Bookshop che mantengono così, a due anni dall’apertura, la promessa fatta ai propri affezionati clienti, appassionati di De Giovanni e desiderosi di incontrare il proprio autore preferito. Nel libro torna il commissario Ricciardi, uno dei personaggi più noti e amati della scena letteraria italiana, che, in una città percossa da una pioggia autunnale che sembra non voler cessare, si trova a misurarsi con la forza dei sentimenti che a volte salvano, a volte uccidono».
Recensione
In una Napoli schiaffeggiata da una pioggia autunnale insistente e pervasiva, un uomo viene trovato morto, ucciso a mani nude. I sospetti si appuntano immediatamente su un certo Vincenzo Sonnino, un pugile, napoletano di origine, emigrato in America per far fortuna e rientrato a Napoli da pochi giorni dopo aver interrotto una folgorante carriera a seguito di un incontro in cui un pugno di troppo ha causato la morte del rivale. A Napoli Vincenzo aveva lasciato Cettina, l’oggetto del suo grande amore giovanile e colei per la quale aveva cercato di emergere da una vita di stenti, per ritrovarla dopo sedici anni sposata proprio all’uomo rimasto inspiegabilmente ucciso.
La storia di Vincenzo induce Maurizio de Giovanni a inserire nella trama del romanzo alcuni drammatici flash-backs in cui si affronta il tema attualissimo dell’emigrazione dal punto di vista dei sentimenti, i drammi, le paure e la determinazione di colui che perché l’anima non se ne va, l’anima rimane a casa e l’integrazione nel nuovo mondo, anche quando avviene, è solo una partecipazione superficiale e appunto “inanimata”.
Come negli altri romanzi della serie, la trama gialla si alterna allo sviluppo delle relazioni di Ricciardi con le donne della sua vita, l’altera e orgogliosa Livia, la bella e spregiudicata Bianca e la dolce e timida Enrica, nessuna delle quali riesce a smuovere il commissario dalla sua tenace ritrosia a manifestare i propri sentimenti, ad abbandonarsi ad essi e a costruirsi un futuro con una compagna.
In “Serenata senza nome”, più che nei precedenti, verrà alla luce il folle timore del commissario di essere destinato prima o poi a perdere la ragione dietro alla sua diabolica capacità di vedere i morti e di sentire le loro ultime parole, un timore che lo condanna a chiudersi in sé stesso e a negarsi una meritata felicità. E così il bel commissario dagli occhi verdi come il mare e dall’animo generoso e gentile conquista il cuore dei lettori che si struggono per lui e vorrebbero che si affrancasse da un destino così malevolo.
Anche in quest’ultimo romanzo poi il leit motiv della trama è costituito da una famosa canzone napoletana: Voce e’ notte, la serenata che l’innamorato canta a colei che ha perduto per sempre, ma senza rivelarne il nome, serenata, appunto, senza nome, per non metterla in imbarazzo nella sua nuova condizione di donna sposata ad un altro. L’affiancamento della storia con le più belle canzoni della tradizione napoletana, belle non solo per la musica, ma anche per le parole spesso dettate da poeti dialettali di altissimo livello, è un ulteriore elemento che fa di Maurizio de Giovanni il cantore del cuore di Napoli, romantico, malinconico, dolce e tragico allo stesso tempo, e dei suoi libri molto più che semplici trame gialle con ambientazione storica, ne fa un affresco variopinto e struggente della tragicità della condizione umana