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Raccontare il presente, capire il futuro

L’editoriale di Pasquale Lubrano. UN’ESTATE FA: IL NUMERO DELLE PRESENZE DICE POCO

Ditgprocida

Set 29, 2016

Pasquale Lubrano | Con molto anticipo, prima che si concludesse, sulle risultanze economiche e sociali della stagione estiva c’è stato chi ha gridato al miracolo, attribuendosene la paternità. Il numero di ospiti estivi, secondo le statistiche rese note, é aumentato seguendo l’andamento turistico nazionale, campano e a Napoli e provincia, per quanto ci riguarda.

E’ notorio che le analisi da parte degli esperti sul positivo notevole incremento di questo importante settore economico nazionale sono concorde nel ritenere che esso sia stato propiziato in modo determinante da eventi tragici terroristici che hanno sconsigliato la frequentazione di molte mete tradizionali estere per gli spostamenti in uscita e favorito quelli in entrata per la fase di maggiore tranquillità che gode l’Italia.

D’altro canto sono risibili le motivazioni addotte a livello amministrativo per l’incremento delle presenze, quali una gestione dei servizi pubblici frutto di diversa politica o le misure per una migliore vivibilità scaturenti dalla mobilità con i bus o dai divieti di circolazione o gli eventi promozionali. Anzi nessuna variazione dei primi, caos ed incertezze delle seconde, inconsistenza delle iniziative di richiamo rappresentano punti critici della scorsa esteta sia per i procidani che per gli ospiti. Sono aspetti preoccupanti perché l’errata valutazione porta a perseverare con le ovvie conseguenze anche future. Anzi se qualche positivo riscontro ad iniziative promozionali può essere attribuito per una maggior presenza di francesi o di altri ospiti proveniente da paese della Comunità Europea e dall’est asiatico va riferito ad iniziative promozionali di qualità attuate in passato verso tali paesi.

A parte il numero delle presenze, dal punto di vista economico è stata riscontrata una modestissima propensione alla spesa da parte degli ospiti, specie degli escursionisti giornalieri. Gli elevati costi dei trasporti marittimi non aiutano. La grande quantità di diportisti che popola le nostre baie arreca più danni ambientale e appesantimento dei servizi a terra che un significativo ritorno economico.

Alle interessanti limitate nuove iniziatine private nella ristorazione, nell’ospitalità alberghiera e diffusa, nei servizi ha purtroppo fatto riscontro, situazione niente affatto nuova, una qualità dell’offerta non sempre all’altezza, con punte estremamente negative. Alcuni comportamenti e servizi offerti, ci dicono, hanno creato problemi seri e minano l’immagine turistica complessiva.

Resta il problema di fondo: il turismo o lo si governa, lo si indirizza o lo si subisce con poche utilità e tante difficoltà per i residenti. Non si può offrire la bellezza dei luoghi o espressioni di cultura e di tradizione tra disservizi, alti costi, comportamenti sgradevoli e di insofferenza. Ciò finisce per non dare mai positività alle intenzioni e si mortifica anche gli sforzi di chi investe ed opera al meglio.

Quanto alla persistente insofferenza da parte di tanti procidani per la presenza di turisti è appena il caso di ricordare loro che si tratta di un’attività economica che può essere integrativa alle attività tradizionali in crisi, pur all’interno di tutele a salvaguardia di peculiarità e valori. Il turismo, come ogni attività umana, comporta dei costi in termini di servizi, di fruizione del territorio e, come ogni attività economica, porta benefici a chi la esercita ma anche a carattere sociale diffuso.

Il decollo turistico dell’isola finisce per essere mortificato dall’incapacità a livello amministrativo di adottare scelte idonee e comportamenti adeguati agli obiettivi, di scegliere un segmento di mercato adeguato alle caratteristiche e dimensioni dell’isola, di adottare strategie promozionali confacenti verso di esso e non commettere più l’errore di rinchiudersi all’interno del proprio cortile dove un po’ di figuranti si intrattengono in attività piò o meno simpatiche. Non bastano un po’ di parole e la connivenza di qualche amico corrispondente di giornale a raccontar mirabilie che poi restano senza riscontro reale. E’ più che urgente rivedere e rileggere le risultanze di questa estate che ci ha lasciato esaminando con correttezza i fatti, senza ingannare per primo se stessi, fare le scelte necessarie per rettificare l’azione complessiva per ciò che necessita.

1 commento su “L’editoriale di Pasquale Lubrano. UN’ESTATE FA: IL NUMERO DELLE PRESENZE DICE POCO”
  1. Parlare di turismo a Procida ….una chimera!!

    Ci sono delle eccellenze pari alle bellezze che offre la nostra isola ed è una inconfutabile verità. Ma è altrettanto vero che la maggior parte degli operatori sono dei veri e propri “rozzi e maleducati venditori di fumo”.
    non voglio entrare nel merito della pulizia dei locali e della professionalità degli operatori perché è sotto gli occhi di tutti. Ma voglio parlare della arbitrarietà nelle decisione di chiudere e aprire a proprio piacimento. Nelle riunioni non fanno altro che parlare di destagionalizzare ma poi si chiude a ottobre si mettono i dipendenti ( spesso parenti stretti e lo stesso titolare)in disoccupazione e via a godersi i soldini guadagnati alla faccia dei fornitori e degli altri commercianti che invece rimangono aperti tutto l’anno e d’estate fanno gli straordinari e vengono spesso chiamati di domenica dagli stessi perché gli manca un kilo di cozze piuttosto che le odiose tovaglie di materiale sintetico per i tavolini di plastica.
    Ebbene si bisogna azzerare tutto e dire a questi signori che se si decide di fare una attività si fa tutto l’anno con gli annessi e connessi!!!!!
    to be continue…

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