Redazione | Procida e la Cappella Sistina legate da un filo rosso invisibile. Quello dell’arte. Da oggi infatti chi farà visita all’isola, in un noto locale del porto di Marina Grande, potrà notare sulla volta, le rappresentazioni di alcune immagini della Cappella Sistina. I profeti Daniele e Isaia, la Sibilla Delfica e gli Ignudi.
Una vera e propria opera d’arte fatta a matita e carboncino prima e colore poi, in quella tecnica di ritratto molto cara all’artista procidano che li ha riprodotti, Giovanni Righi.
“Era da tempo che ci pensavo – dice Giovanni – lavoro nel bar di famiglia da anni, quotidianamente osservavo quella volta, che è un tratto contraddistintivo dell’architettura procidana e più in particolare dei locali qui al porto di Marina Grande. E allora ho approfittato del periodo di chiusura annuale per lavori, per mettermi all’opera e riprodurre l’opera di Michelangelo nella Cappella Sistina”.
Giovanni Righi non è nuovo in questo genere di iniziative e soprattutto di opere. Una mano leggera, un tocco rapido, ma sopratutto tanto talento. Uno dei procidani, che da anni con le sue opere sa essere interprete di quel mo’ di fare artistico degli isolani che si fanno largo nel mondo dell’arte. Dalla costruzione dei “Misteri” a Venerdì Santo, ai presepi durante il periodo natalizio, Festa di Sant’Anna, Halloween, Natale e tant’altro. Le sue opere sono cliccatissime sui social, testimonianza di quanto siano ben fatte, interpretate ed apprezzate.
Non ultima, l’idea di voler riprendere la facciata del Municipio di Procida, dove da anni sono presenti murales, dipinti oltre dieci anni fa e che versano in uno stato disastroso. Le eccellenze procidane e le tradizioni locali tradotti in veri e propri mosaici per rappresentare al meglio il tratto distintivo del comune dell’isola di Arturo.
L’idea – purtroppo – ancora ad oggi non ha sortito l’apprezzamento dei “capoccia” che dovrebbero dare l’ok, tanto da scatenare anche delle feroci critiche ( alcune del tutto gratuite) nei confronti di un’artista che ama Procida come pochi. E il caleidoscopio di scuse è stato notevole pur di far desistere l’autore.
Comunque, in attesa che qualcuno si decida , i procidani più distratti e i turisti più attenti e curiosi, non potranno da oggi sorseggiare un buon caffè o una buona lingua di suocera, senza alzare lo sguardo al cielo perdersi nei colori della cupola disegnata nel locale, tra i volti della Sibilla, dei profeti e degli ignudi di Michelangelo. E perché no, sentirsi un po in quel posto – la cappella Sistina – che Goethe descriveva così: “Senza aver visto la Cappella Sistina non è possibile formare un’idea apprezzabile di cosa un uomo solo sia in grado di ottenere”.