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Raccontare il presente, capire il futuro

L’editoriale di Sebastiano Cultrera: “IO VOTO SI!. NON POTEVO RASSEGNARMI AD APPARTENERE A UN POPOLO CODARDO”

Ditgprocida

Nov 26, 2016

Sebastiano Cultrera | Non potevo lasciare scorrermi addosso i pericoli e le angosce del nostro futuro, del futuro dei nostri figli. Magari mettendomi dalla parte della (finta) ragione, alzando poi il dito contro chi ci governa oggi, cui è facile attribuire (tutti insieme) i danni e i difetti di una Politica che non riesce a rinnovarsi, di uno Stato che non riesce a riformarsi.

Con un SI’ t’impicci (rimani vincolato, impigliato), ci redarguivano i nostri genitori, e con un NO ti spicci (ti divincoli, ti liberi). Certo, è vero, il NO è, anche in questo caso, il lavacro delle responsabilità, il passe-partout del disimpegno. E’ una scorciatoia per dire: “io non c’entro con i guai dell’Italia, con la politica: è colpa loro. Degli altri”

Perché, suggeriscono, ci dovremmo fare carico dei problemi “loro”? Perché mi vogliono coinvolgere (a Me Popolo: giacché ciascuno di noi si sente popolo, quando gli conviene) negli affaracci loro? Ma perché, invece di cambiare la Costituzione, la Casta non si preoccupa dei Reali problemi dei cittadini? E quanti problemi abbiamo, come individui e come moltitudine, di urgenti, impellenti.

BEN’ALTRE sono le cose da fare, che non modificare un pacchetto di articoli della Costituzione, ché della costituzione non si mangia, non si vive. O no?

Neanche di democrazia si vive, neanche di libertà. Ma la nostra Storia ci ha insegnato che senza Libertà e senza Democrazia anche il pane migliore ha un sapore rancido, anche il sorriso più aperto si spegne. Quando l’uomo non è più padrone delle proprie azioni, quando una comunità non può più autodeterminarsi, anche il cielo più azzurro ha una striscia di sangue.

Come cittadini e come comunità, come Nazione abbiamo bisogno, come il pane, anzi PIU’ del pane, di una Democrazia che DECIDE e di una Politica RESPONSABILE, non di vuote parole, belle ma dette a sproposito dal BUFFONE DI CORTE (e dai suoi tanti corifei) come Onestà e Partecipazione. Che sono concetti importanti, che meritano prassi coerenti, non SOTTERFUGI E SEGRETI e FINTE DINAMICHE DEL WEB.

Matteo Renzi (col suo Governo) in MILLE GIORNI ha fatto tanti piccoli passi avanti. Certo non ha cambiato l’ITALIA. Non avrebbe potuto, ma ci sta regalando una SPERANZA, ed ha realizzato tanti piccoli miglioramenti reali. Nessuno decisivo magari, ma DECISIVA può essere questa Riforma, che ha qualche difetto, ma ha un grandissimo pregio: è l’unica RIFORMA POSSIBILE, nella situazione data.

Accettare questo dato, riuscire ad agire e migliorare comunque le cose significa avere una CULTURA del FARE ed un metodo RIFORMISTA che è pienamente condivisibile.

Vuol dire mettere in campo, qui e adesso, tutto lo sforzo e tutta la intelligenza possibile per cambiare, in MEGLIO, ciò che è realmente possibile cambiare. Lasciando ai professionisti dell’OTTIMO e del BENALTRO tutto il massimalismo parolaio della loro condizione.

Per questo non mi voglio accomodare, pur comodamente, nelle panchine del NO. Che hanno il vantaggio di brulicare di facili critiche, ma dove nessune muove un dito a favore del nostro paese.

Per questo ho voluto unirmi agli amici che lottano per affermare il SI’. Pur sapendo di fare errori e di incontrare ostacoli e pregiudizi. Appoggiando chi mostra, oggi, quel CORAGGIO NECESSARIO DI INZIARE A CAMBIARE.

Il Premio potrà essere splendido: una ITALIA migliore per i nostri figli. Siamo fiduciosi di vederne l’alba il 4 dicembre.

4 commenti su “L’editoriale di Sebastiano Cultrera: “IO VOTO SI!. NON POTEVO RASSEGNARMI AD APPARTENERE A UN POPOLO CODARDO””
  1. Unisciti pure agli “amici che lottano per affermare il SI”. D’altronde, sei sempre stato di sinistra e tale morirai. Io invece votero’ il NO (enne o) e spero anche che il giorno dopo il risultato refendario e con l’eventuale cacciata di Renzi, FINALMENTE i cittadini italiani possano ritornare a votare per un nuovo Governo

  2. Purtroppo ci si rende conto che, comunque si voti, sempre tra le braci potremmo cadere e, si rimane immobili, come quegli animali che restano fermi mentre si illudono di sfuggire agli eventuali predatori .
    Ogni decisione, se presa singolarmente, potrebbe rappresentare un rischio ma,
    se concertata in comune, sarebbe condivisa come successo o come eventuale fallimento !
    l’unione fa la forza… positiva o negativa in ogni avvenimento !!

  3. d ‘accordo in linea di massima con Sebastiano non mi entusiasma renzi ma chi dobbiamo aspettare ancora non c’e’ tempo l’europa ci soffia sempre piu’ sul collo non possiamo stare fermi si poteva certamente farla meglio ma sicuramente e’ un punto di partenza ma occorre comiciare a sburocratizzare il paese. allora avanti col si anche se i numeri non sembrano incoraggianti

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