Redazione | Carabinieri nelle scuole per far crescere la cultura della legalità. Continua anche quest’anno la collaborazione tra l’Arma e le scuole procidane che hanno pianificato una serie di incontri con i ragazzi delle medie e delle superiori. Dopo quello tenuto un anno fa quello di ieri con i ragazzini della Scuola Media “Antonio Capraro”, ha visto la nutrita partecipazione di un centinaio di alunni delle terze. Con loro gli attenti docenti che hanno accompagnato la lezione. A fare gli onori di casa la dirigente scolastica Giovanna Martano.
“Educare i giovani alla legalità, diffondendo la cultura dei valori e della giustizia attraverso il contatto diretto con il mondo della scuola”. È questo uno degli ambiziosi progetti dell’Arma dei Carabinieri, è questo lo spirito che anima, ormai da decenni, gli incontri che in tutta Italia gli Ufficiali e sottufficiali dell’Arma tengono con i giovani delle scuole primarie e secondarie. Sviluppatosi nell’ambito degli incontri di orientamento per gli studenti dell’ultimo anno di scuola superiore, l’impegno dell’Arma nelle scuole è ben presto divenuto una campagna di “educazione alla legalità”, con l’obiettivo di contribuire allo sviluppo negli studenti di una coscienza sociale basata sul rispetto dell’altro, delle regole e delle leggi. In quest’ottica gli incontri hanno ben presto interessato tutti gli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado ed è con questo spirito che l’Arma presenta nel proprio sito internet, www.carabinieri.it, un’intera sezione tematica dedicata ai “consigli per i più piccoli”, proponendosi, attraverso l’animazione di favole, fiabe e fumetti, di sensibilizzare i più giovani su tematiche di interesse sociale quali il bullismo, la pedofilia, il vandalismo e ogni altra forma di comportamento deviante o diseducativo. Anche l’incontro di quest’anno – voluto dal comandante della stazione Mar. Dario Di Meglio – e con la supervisione del Capitano Andrea Centella – è stato tenuto dal Mar. Roberto Castagna molto attento alle problematiche giovanili. Ad accompagnarlo nell’illustrazione l’appuntato Ciro Varriale.
L’obiettivo dell’incontro è stato quello di sviluppare, fin dai primi anni dell’adolescenza, una cultura della legalità, illustrando ai ragazzi l’organizzazione dell’apparato di pubblica sicurezza e di polizia giudiziaria italiano, in modo da consentire loro di iniziare a prendere confidenza con le istituzioni e nello specifico con il delicato ruolo di operatore sociale svolto nella quotidianità dal “Carabiniere”, ponendo l’accento sul concetto di “legalità” in tutte le sue forme, specificando l’importanza del mutuo soccorso tra cittadini e del rispetto del prossimo. Non si tratta di lezioni cattedratiche, bensì di incontri di sensibilizzazione che trovano il loro momento più significativo nel “question time” riservato agli alunni nella parte finale dell’incontro.
Argomento trattato il bullismo e il cyber bullismo. Due realtà che purtroppo toccano da vicino la scuola procidana e non. Infatti è da tempo che si registrano casi di bullismo tra le mura della scuola ma anche fuori. I Carabinieri anche qui molto attenti e preparati hanno rappresentato le dinamiche comportamentali e le conseguenze che possono nascere da episodi simili. Più nello specifico è stato definito Il cyberbullismo, ovvero “bullismo on line”, quale termine che indica un insieme di azioni di prepotenza, molestia, minaccia o ingiuria reiterate nel tempo, messe in atto da minori nei confronti di altri minori, effettuate tramite mezzi elettronici e/o su spazi virtuali. L’obiettivo – come hanno evidenziato i militari – è quello di nuocere, molestare o danneggiare altre persone. Tali aggressioni possono scaturire da episodi di bullismo scolastico o manifestarsi come un comportamento isolato. Il cyber bullo può essere un estraneo o una persona conosciuta che agisce singolarmente o istigato da altri, rivelando la propria identità, oppure rimanendo anonimo, protetto da uno pseudonimo.
Il cyberstalking, invece, è un insieme di atteggiamenti persecutori attuati attraverso e-mail, sms, chat, blogs e social network che sfocia in vere e proprie aggressioni fisiche e psicologiche perpetrate anche da persone sconosciute o poco note, condizionando rapidamente il benessere dei soggetti coinvolti e la loro incolumità psicofisica. Tutto ciò può avere ripercussioni non solo sui singoli studenti, ma anche sugli insegnanti, le famiglie e la comunità in generale, influenzando negativamente l’equilibrio degli adolescenti e dei ragazzi.
La rapida diffusione dell’uso di Internet ha messo in evidenza i punti di debolezza della Rete, in particolar modo con riferimento alla sicurezza informatica. Anche su questo argomento non sono mancate le domande dei ragazzi e l’interazione con i militari presenti.
Altro tema trattato – ed inevitabile che lo fosse – l’uso del web e soprattutto dei social network. Facebook su tutti come strumento di arricchimento personale, di ricerca e quant’altro, ma anche come ipotetica trappola dove si possono nascondere insidie. Anche qui i Carabinieri hanno posto l’attenzione sui tanti fenomeni di devianza sociale che si possono nascondere dietro un monitor. La cronaca anche locale non di rado rappresenta una realtà deformante fatta anche di tentativi di adescamento di minorenni e di strane chat room virtuali dove avvengono scambi di foto e di identità. Molto diffuso infatti sembra essere i furti di identità virtuali con conseguenze anche penali. I ragazzi, letteralmente incollati alle sedie, hanno seguito le due ore con grande attenzione. Soddisfazione è stata espressa ai Carabinieri dal corpo docente per la mattinata trascorsa con i ragazzi come momento formativo teso alla conoscenza di elementi utili nel discernimento della loro vita quotidiana.