Redazione | Cecilia, Rachele, Antonio, Basilio, sono solo i volti più conosciuti del Comitato per la difesa dell’Ospedale di Procida. Li trovi ovunque dove si discute del problema Ospedale isolano e del suo ipotetico ridimensionamento. Non c’è riunione, conferenze, trasmissioni televisive, manifestazione anche non isolana dove non sono presenti.
Dietro quei volti corrucciati di ansia e paura ma anche di tanto coraggio c’è tutto l’orgoglio e la forza di una popolazione che senza bandiere politiche, da un anno tiene accesa la fiamma della lotta per rivendicare il sacrosanto diritto alla salute.
Li incontriamo per fare il punto della situazione e per definire lo stato delle cose: «Sabato 18 il comitato per la difesa dell’ospedale di Procida ha incontrato l’assessore avvocato Carannante e l’avvocato Muro per approfondire i risvolti legali conseguiti alla sentenza del Tar e quelli conseguenti alla mancata modifica dell’atto aziendale e poi al successivo decreto Polimeni. Come è noto con tale ultima disposizione il Commissario in forza della sentenza del Tar, ha “intimato” all’Asl l’inclusione del Ps nell’atto aziendale, in attesa di un preannunziato ricorso al Consiglio di Stato. Questo decreto è da considerare un primo fondamentale argine al tentativo di ridimensionare il nostro presidio ospedaliero ma che non esaurisce la vertenza legale (oltre quella politica e mediatica) in quanto precedentemente erano state avanzate una serie di ulteriori richieste di appello al Tar.
A tale proposito l’ass Carannante ha precisato che ad oggi al comune di Procida non è stato notificato alcun ricorso in consiglio di stato, augurandosi che Polimeni ci ripensi, vista anche la recente presa di posizione della Regione Campania. Ha voluto ricordare che ad oggi il Comune ha presentato quattro ricorsi, di cui l’ultimo per eseguire la sentenza del tar anche nei confronti del Commissariato. L’avvocato Muro, da parte sua ha comunicato che il suo ricorso sarà discusso il 19 aprile ed anch’esso è finalizzato alla piena ottemperanza della sentenza Tar da parte dell’ASL e del Ministero.
Anche noi del Comitato abbiamo giudicato oltremodo singolare che Polimeni abbia disposto la modifica dell’atto aziendale senza modificare il suo Piano ospedaliero, che è l’unico documento a cui gli atti aziendali presenti e futuri devono attenersi. E riteniamo altresì che occorra perseguire senza cedimenti, pur nella necessaria interlocuzione con le istituzioni, l’ottenimento per il presidio di Procida dello status e quindi della strutturazione di “ps di ospedale di zona disagiata”, come previsto dalla legge italiana, e come concesso a realtà similari , nello stesso modo insieme a Procida riconosciute nel piano ospedaliero come zone disagiate. In questa ottica riteniamo che, se confronto ci debba essere con le istituzioni, sia incentrato anche sulle attuali carenze del presidio, a tutti note, e che prescindono dalla sua classificazione presente o futura. Non possiamo attendere i tempi lunghi delle vertenze giuridiche per aver riconosciuti. II nostro diritto di avere un ospedale efficiente sulla nostra isola.»