Pasquale Lubrano | Il Consiglio Comunale di Procida all’unanimità ha adottato un atto deliberativo che recepisce quanto prescrive l’art. 1 comma 435 della Legge Finanziaria 2017. Esso consente di riformulare il piano di riequilibrio in atto, estrapolando dal disavanzo di Amministrazione gli importi dei residui riaccertati su disposizione della Corte dei Conti negli anni precedenti al 2015 e che erano da coprire in tre anni. Essi si aggiungono così ai residui da sistemare in trenta anni. L’importo calcolato dagli uffici finanziari dell’Ente è stato di 3,3 milioni di Euro, il che porta il disavanzo di Amministrazione da 7,2 applicato al piano a ridursi ad un importo intorno ai 4 mil. La scadenza per aderire alla facilitazione era fissata al 31 marzo.
Con l’approssimarsi della scadenza non avendo notizia che il Consiglio Comunale fosse in procinto di occuparsene ho interessato il gruppo consiliare di minoranza “Per Procida”, memore della non accettazione della disinteressata collaborazione nel recente passato da parte dell’Amministrazione su problematiche finanziarie. Detto gruppo ha provveduto a chiedere la convocazione del Civico consesso ed in Commissione Consiliare aggregato al gruppo stesso ho potuto rappresentare l’opportunità offerta dalla legge. Con la condivisione, questa volta, da parte dell’Amministrazione e con grande impegno da parte dell’Ufficio Finanziario per la predisposizione degli atti in pochissimo tempo, il provvedimento è stato adottato.
In verità la proposta da me presentata e posta agli atti della Commissione Consiliare prevedeva una operazione più ampia, con per una più completa attuazione del comma 435 della Legge Finanziaria che dava l’opportunità di riformulare il piano di riequilibrio finanziario. Si poteva dare attuazione ad una deliberazione unanime del Consiglio che prevede il passaggio, secondo legge, da sette a dieci anni della durata del piano, con maggior tempo a disposizione e la modifica delle modalità di attuazione più realistiche. Ho avuto modo di far rilevare, peraltro a conferma di precedenti proposte, che il piano è di fatto largamente attuato per quanto previsto dal 2013 al 2016 per la riduzione del disavanzo e della debitoria varia, seppur con mezzi ottenuti da fonti diverse da quelle inizialmente ipotizzate. Come risulta da detta proposta e illustrata in Consiglio dal vice pres. del C.C, Maria Capodanno (“Per Procida”), dai dati ufficiali contenuti nell’ultima nota inviata dal Comune alla Corte dei Conti si evince In sintesi:
1) RIDUZIONE DEL COSTO DEL PERSONALE: dal 2013 al 2017 il risparmio risulta di 2,1 mil. di Euro. Tenuto conto che il risparmio annuale, già di Euro 1,070 mil. per il 2017, sarà maggiore nei prossimi anni, il risparmio complessivo aumenterà in modo significativo, pur tenendo conto di eventuali assunzioni di personale, ove possibile.
2) MAGGIORI ENTRATE: Dal 2013 al 2017 i maggiori incassi da aumento delle tasse di maggior rilevanza risultano in complesso 4.2 mil. di Euro e proseguiranno per ogni anno con l’attuale 1,4 mil. in più.
I proventi da vari residui attivi (condoni edilizi: 850 mila Euro fino al 2016, accertamenti fiscali vari) hanno contribuito a far fronte al pagamento di residui passivi.
3) RIDUZIONE ALTRE SPESE CORRENTI: Non è stato possibile estrapolarla dai dati disponibili, ma dovrebbe trattarsi annualmente di alcune centinaia di migliaia di Euro per complessivo importo di circa 1,2/1,5 mil. dal 2013 ad oggi.
4) VENDITA DI BENI PATRIMONIALE: finora l’incasso realizzato é di alcune centinaia di migliaia di Euro. Nel nuovo piano da riformulare le quote societarie della “Marina di Procida” e la vendita dei beni immobili vanno inserire come ipotesi di Entrate aggiuntive e se necessario porli in vendita (ma potrebbe non esserlo), esse non vanno svendute a prezzi irrisori.
A fronte delle minori Spese e maggiori Entrate è stato possibile provvedere a saldare residui passivi per importi rilevanti, debiti f. b. per circa 800 mila Euro nominali, (con spesa effettiva di 460 mila); sono stati ricostituiti fondi vincolati a specifica destinazione per 1,3 mil. di Euro.
In pratica dal 2013 al 2016 sono state ricavate dalle misure adottate dall’amministrazione precedente e dall’attuale, complessivamente circa 5 mil. di Euro di maggiori disponibilità di Bilancio.
In termini assoluti tra situazione al 2017 e quella al 2013, il Bilancio presenta una maggiore disponibilità annua di oltre 3 milioni di Euro.” Ciò consente di far fronte agli impegni per la durata del piano ed ampiamente alle prescrizioni di legge della nuova modalità contabile e la rideterminazione dei residui in trenta anni.”. Dalle evidenze viene confermato quanto sostenuto in questi anni contro i propugnatori di “macerie” e “catastrofismi” vari.
Alla disinteressata collaborazione è pervenuto il riconoscimento del C.C. anche se condita dall’ironia del sindaco Dino Ambrosino che ha apprezzato perché la proposta riconosce meriti operativi all’attuale Amministrazione e col tentativo di minimizzare da parte del delegato al Bilancio Villani il doversi far fronte a reperire fondi per quei 3,3 mil. di Euro in 30 anzicché in 3 anni. (Forse ha tentato di coprire la dimenticanza nell’applicazione della legge e non ammettere che “io non c’ero, e se c’ero dormivo”).
Quanto all’ironia del sindaco va osservato che tutta la disponibilità, le proposte, la non condivisione delle scelte fatte dall’Amministrazione, come pubblicamente ho più volte affermato, non erano e non sono finalizzate a rilasciare attestati positivi o negativi, ma come contributi per il migliore andamento amministrativo sia a prò delle precedenti gestioni che dell’attuale.
Resto ancora incredulo difronte agli atteggiamenti autolesionisti tenuti dall’attuale Amministratori quando opera per ingigantire le reali difficoltà finanziarie al fine di speculare su altrui colpe, vere o presunte, arrecando conseguenze negative per il paese e per se stessi. In tale sport il sindaco ha mostrato buone capacità ma vi eccelle il delegato Villani che “interagisce” a livello nazionale ed europeo, “socializza” chiacchiere a mezzo stampa e per strappare sui social dal fake di turno un “Ah, se non ci fossi tu!”. In pratica non cava un ragno dal buco.
Le proposte attuali da me formulate sono in linea con quelle fatte nei mesi e negli anni scorsi e che suscitarono apprezzamenti poco benevoli. Forse se fossero state considerate di recente con animo sgombro da scelte detestabili, il Comune ed il paese sarebbe stato sottoposto a minori pressioni e gli amministratori in carica non sarebbero incorsi nelle accuse specifiche nei loro confronti da parte della Corte dei Conti.
Quanto alla sollecitazione che già entro il 31 marzo si riformulasse il piano decennale di riequilibrio, anche se in modo illustrativo per i ridotti tempi di lavorazione in cui ci si era ridotti, valorizzando quanto fatto dal 2013 ad oggi, essa intendeva porre a riparo la messa in attuazione sia da diversa interpretazione della norma circa la formulazione in modo poco chiaro dell’ulteriore termine del 31 maggio (comma 434 L. Fin.) per poterlo approvare, sia per fornire da subito alla Corte elementi per valutare in modo appropriato lo stato delle cose e prevenire possibili provvedimenti contro l’Ente e gli attuali Amministratori, senza poi dover bruciare energie per una difesa a posteriore sempre di maggior complessità, come è avvenuto per la sanità. Non è stato ritenuto necessario farlo.