Redazione | Caro direttore,
dopo le lettere natalizie ai procidani del sindaco e del pennivendolo di comodo, un fac simile giunge da Franco Cerase, pur se anch’egli deluso dall’attuale amministrazione, per dire che la colpa è di Adamo ed Eva e dei procidani che devono tacere pur subendo ogni sorta di vessazioni.
Nessuno ponga intralci. E chi gliene pone?
Da che doveva essere una gestione dal basso in cui tutti potevano esprimere opinioni si sono ridotti ad uno che decide o poco più. Il democratico Franco Cerase toglie il diritto di parola finanche alla minoranza consiliare affinché non eserciti il suo ruolo di stimolo e di controllo.
“Per Procida” oltre il proprio dovere ha fatto di più: ha assicurato proposte e collaborazione, sempre, su tutti i problemi del paese, perché il paese è di tutti. A differenza dell’”opposizione di prima”, di cui Cerase faceva parte, che ricorreva ad ogni mezzo purché il Comune andasse a rotoli.
Quando ci hanno dato ascolto si sono evitate clamorose cattive figure finanche con i copia-incolla che spesso hanno mostrato di fare male. In genere hanno imposto le loro scelte con arroganza e i risultati sono quelli che sono.
“Lasciamoli lavorare!” esorta Cerase. E chi glielo impedisce?. Non certamente chi fa rilevare errori perché siano rettificati, o scelte sbagliate per evitare danni a carico del paese.
Quanto ai contenuti dello scritto, è di comune giudizio tra quelli che furono elettori in buona fede di “quelli di ora” che nel votarli commisero un grave errore. Franco Cesare è così condizionato dalla frustrazione per il fallimento dell’Amministrazione e dal settarismo che non vede o si rifiuta di vedere la realtà delle cose.
Ma di cosa parla? Ancora è sotto le macerie della valanga di debiti di “quelli di prima” sul cui ammontare non riescono nemmeno a mettersi d’accordo? Dipende dalla pressione atmosferica: si va dai 17 mil del sindaco ai 24 o 29 o 32 o 34 di Villani e fake a contorno. L’importante è mettere come colore la dicitura: “certi, liquidi ed esigibili”, una specie di rafforzativo per far credere ciò che non é.
Cerase si mantiene in media: ha deciso che i debiti sono 30 mil.
Abbiamo ampiamente pubblicizzato la reale situazione finanziaria e le ampie possibilità di riequilibrio anche con le misure adottate dalla precedente Amministrazione, in particolare con la riduzione di personale. Non partecipiamo al ping-pong e a ricorrere chi usa ingigantire i problemi per farne la foglia di fico alle proprie incapacità.
I Comuni italiani sono in difficoltà a seguito del passaggio da una modalità di contabilità ad un’altra. Tardivamente il legislatore si è reso conto di una normativa raffazzonata ed iniqua. Ciò lo ha indotto a modificare più volte la normativa per tamponare la situazione da esso creata. Basti pensare che al nostro squilibrio strutturale di circa 4 milioni, alla differenza tra crediti e debiti, vanno aggiunti ben una quindicina di milioni di Euro come accantonamenti precauzionali (quindi non debiti). Non bisogna andare lontani per conoscere ciò che si verifica al Comune di Napoli, dopo le gestioni Bassolino, Iervolino e Co.
Se nel caso nostro non si riesce ad eliminare l’incapacità di affrontare la situazione da parte di “quelli di ora” il dissesto diventa possibile. Fecero una intera campagna elettorale scandalistica su qualche rilievo del revisore dei conti: in due anni da revisore dei conti e Corte dei Conti hanno solo raccolto bocciature e minacce di denunzie per i loro grossolani “tarocchi” nei Bilanci.
Cerase lamenta che è necessario educare a civiche virtù i procidani, diseducati, a suo dire, da “quelli di prima”. Non sappiamo se pensa ancora a località della Siberia di staliniana memoria o dopo il passaggio da comunista a para-democristiano PD le virtù da inculcare siano indicate dalla dottrina del presidente De Luca secondo cui la clientela va fatta a base di “frittura di pesce” e “come Dio comanda”. A Procida la stanno adottando; è l’adesione totale a ciò che egli auspica?
Finge di non sapere che in tanti aspetti “quelli di ora” sono pessimi maestri con l’aggiunta di ipocrisie di ogni genere.
Dov’è la trasparenza? Nelle nomine, men che mai. Nella distribuzione di fondi appena dispongono di qualche finanziamento ereditato? Peggio! La politica dal basso? Nemmeno a dirlo: il cittadino questo sconosciuto. L’informazione? Sono ridotti a cosa propria i mezzi di comunicazione del Comune con l’impegno loro e l’affidamento a qualche pennivendolo per spargere false mirabilie. E sugli aspetti gestionali vogliamo esaminare errori, ritardi, incapacità nel gestire finanche gli oltre e 10 milioni di Euro ereditati per lavori pubblici strutturali? E sui servizi di cosa discutere? Non certo della sanità, per non riaprire la piaga; il servizio bus dello scorso anno, misure per il traffico, le strisce blu, i risultati della raccolta differenziata ferma al salto di qualità e quantità ottenute dalla precedente amministrazione benché allora priva del sito di stoccaggio di cui avviò la realizzazione e di cui oggi si dispone? Vogliamo citare le fantomatiche aperture inaugurali, bis o tris, per prendere in giro i cittadini, di Palazzo D’Avalos o Vivara? E di Palazzo D’Avalos che la precedente Amministrazione acquisì al patrimonio comunale con Protocollo d’intesa e ricerca di manifestazione d’interesse e di cui non se ne sa più nulla e nulla viene fatto tranne ricorrenti poetici astratti annunci a cui non segue alcunché? E i furenti ardori per il porto turistico di M. Grande finiti con la perdita del 24% delle quote e a…tarallucci e vino per tutto il resto. Vogliamo aggiungerci il “bene comune”, con vendita di un terreno a favore di un supporter a soli 27 Euro a mq quando il valore nell’isola è enormemente più alto? Potremmo parlare di ogni e qualsiasi atto amministrativo posto in essere.
Ma sono giovani, dice, devono imparare!
Deve trattarsi, però, di pessimi apprendisti. Dopo 15 anni di presenza in Consiglio Comunale da parte del sindaco, dopo due anni di Amministrazioni avvocati, tecnici e professori vari sono “nuovi”, ancora “nuovi”: devono imparare. Chissà se ce la faranno per la fine del mandato. O i procidani dovranno rieleggerli per cercare di sapere se hanno appreso qualcosa? Ma non dovrebbero bastare questi altri anni se Il sindaco dopo 15 anni non si era ancora accorto di nulla della situazione finanziaria e, insieme ai tecnici di fiducia “nuovi”, che il Bilancio di previsione è dall’Unità d’Italia che per legge deve essere a pareggio: credette e fece credere che si trattava di un suo “miracolo”. Chissà se ha cambiato idea leggendo i rilievi a lui rivolti dalla Corte dei Conti!
In una situazione del genere l’appello di Cerase appare temerario e fuori luogo. A meno che lo scopo non sia nato dalla constatazione che la distribuzione dei pani e dei pesci abbia avvantaggiato i “fedeli” del “mi piace” senza vergognarsi per ciò che si condivide e abbia voluto lanciare un “non ti scordar di me”, recuperando nell’unico modo possibile: “Voi” giovani e forti, “quelli “brutti, sporchi e cattivi”, in linea con i presunti debiti “certi, liquidi ed esigibili” di villana memoria. Così fosse, la lettera ai Procidani “buon prò” gli procuri. Al Procidano non resterebbe che aggiungere ancor questo al totale del conto da presentare ai “nuovi”.
…perché non firmare il proprio pensiero come ha fatto l’ingegnere?
IL passaggio da una modalità di contabilità ad un’altra a fatto si che i furti dela passata amministrazione venissero a galla mentre prima erano sempre riusciti a nasconderli!!! Era proprio questo l’ intento del cambiamento, evitare che amministrazioni communali potessero nascondere i propri debiti tra le carte!!! Purtroppo la Corte dei Conti non fa difefrenza tra amministrazioni e quindi i tarocchi di cui viene accosata sono proprio quelli della giunta passata!!!! quindi o e veramente stupido chi scrive queste righe oppure come molto piu probabile e in mala fede!!!
E per dettaglio la passata amministrazione non avviò la realizzazione del sito di stoccaggio ma fu costretta dal tribunale!!!! e ci fermiamo qua perche il testo e pieno di falsita.
Bravi. il contenuto parla da solo. La firma puo’ anche essere “volendo” un optional. L’importante e’ far riflettere chi segue e chi partecipa in qualsiasi maniera alla cosa pubblica comunale. E poi la firma del singolo a cosa serve ? Si capisce naturalmente che e’ ” PER PROCIDA ” l’area da cui proviene la presente lettera.