Pasquale Lubrano | Per il 28 prossimo è convocato il Consiglio Comunale per deliberare il Bilancio di Previsione 2017/2019. La scadenza di legge era fissata al 31 marzo scorso, ora siamo alla scadenza del termine fissato dalla diffida del Prefetto, pena lo scioglimento del Consiglio.
Sullo schema di Bilancio approvato dalla Giunta Dino Ambrosino c’è il giudizio totalmente negativo del Revisore dei Conti.
Nulla di strano sull’utilizzo dei termini di approvazione previsti dalla diffida. Spesso i Comuni vi fanno ricorso per vari motivi. Certo non sono lontani i tempi in cui il ritardo veniva ingiustamente e grossolanamente attribuito ad incapacità e sciatteria di altri, pur in presenza di rinvii da parte del Governo.
Ma c’è ben altro, a cominciare dall’inevitabile parere negativo, come dicevamo, del Revisore, conseguenza del persistere in comportamenti e scelte già bocciati dallo stesso e dalla Corte dei Conti.
In effetti gli appuntamenti di carattere finanziario dovevano essere quattro: conto consuntivo 2016, nuovo piano di riequilibrio, piano di riaccertamento dei residui, bilancio di previsione 2017/2019, tutti connessi tra loro.
Per predisporre il Bilancio preventivo 2017/2019 si è fatto riferimento alle risultanze di un “pre-consuntivo” 2016, con la sola conseguenza di dover, in caso di variazioni sopravvenute, modificare il documento contabile.
Diversa è la mancata predisposizione della rimodulazione e riformulazione del piano di riequilibrio e del riaccertamento dei residui per le significative implicazioni che ne conseguono, positivamente nel nostro caso.
Come già riportato da queste pagine, a seguito della mia segnalazione della nuova normativa, ignorata dall’Amministrazione, il Consiglio Comunale con voto unanime ha potuto ridurre il disavanzo di amministrazione da applicare al piano di riequilibrio: non più 7,2 mil. di Euro ma ben 3,3 mil. in meno. Considerato la possibilità di spalmare tale minor disavanzo in dieci anni e non più in sette, si poteva evitare di gravare sul Bilancio 2017 di buona parte del milione di accantonamento che è stato invece previsto, non creando così una disponibilità aggiuntiva per far fronte agli impegni.
Discorso similare vale per i rilievi formulati dalla Corte dei Conti sul piano di riaccertamento dei residui tra cui il dover accantonare ben 2 milioni in meno a garanzia di eventuali crediti non riscuotibili, con pari riduzione del disavanzo complessivo, con relativa minor quota annuale da inserire in Bilancio. Altri discorsi tecnici andavano valutati per facilitare il rispetto degli impegni.
La mia proposta di predisporre il nuovo piano di riequilibrio entro il 31 marzo (termine che ritengo era assolutamente da rispettare) ed ora prima del Bilancio sarebbe stata utile attuarla per un cambiamento delle valutazioni da parte della Corte dei Conti al fine di scongiurare la dichiarazione di dissesto, non necessario, evitando danni all’Ente, al paese e agli amministratori e per porre lo stesso revisore dei conti in condizioni di poter valutare in modo diverso la complessiva formulazione del Bilancio 2017/2019.
L’Amministrazione ha scelto di non farne nulla e di inviare prossimamente alla Corte dei Conti la solita letterina con giustificazioni più volte respinte con l’aggravante di aver avuto valutazioni di addebiti a suo carico. Speriamo che essa inserisca almeno i suggerimenti tecnici e la quantificazione (da me evidenziati con nota depositata agli atti) di ciò che già è stato fatto e che la Corte si accontenti della letterina, benché sarebbero ben più utili nuovi piani approvati dal Consiglio.
Resta inspiegabile il comportamento dell’Amministrazione che sembra far di tutto per portare l’Ente al dissesto, ingigantendo le difficoltà, insistendo in scelte non credibili.
Finora il susseguirsi di variazioni della normativa ha evitato che si arrivasse a tanto, salvo, di volta in volta, che essa faccia di necessità virtù propagandando il mancato dissesto come un proprio positivo risultato.
Intanto al Consiglio viene sottoposto un Bilancio di Previsione che il Revisore dei conti, nel suo parere datato 11 aprile scorso, ha così valutato: “Ritiene non corretta l’applicazione dei principi contabili, di previsioni di entrata dubbie che non sembrano essere fondate su elementi certi ed attendibili e su spese non congrue, pertanto invita l’Ente a riformulare le previsioni di competenza per le entrate e le spese finali”.
La maggioranza che sostiene l’Amministrazione lo approverà così come questa l’ha predisposto o con qualche modifica da parte del Consiglio Comunale, pena lo scioglimento del Consiglio ed il commissariamento. Poi sarà opportuno rifarlo, recependo magari le proposte di cui finora non si è voluto tener conto.
Per quanto sia ovvio, per motivi di chiarezza verso qualche nostro lettore e qualunque sia il giudizio sulle scelte di precedenti amministrazioni, i rilievi del Revisore anzidetti si riferiscono tutti ai Bilanci 2015-2019 predisposti dall’attuale Amministrazione, approvati o in corso di approvazione. Peggio, la Corte dei Conti, nell’ unico di questi Bilanci che ha visionato, ha individuato scarti tra il previsto ed il realizzato di ben il 914%.
Onestà vuole che bisogna dare a Cesare i “tarocchi” che sono di Cesare!