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Bilancio di previsione 2017-2109 tra predissesto e dissesto finanziario

Ditgprocida

Mag 4, 2017
financial charts on table with glasses and pen

Redazione | Dopo aver ospitato giorni fa la riflessione del gruppo consiliare di “Per Procida” ed i il suo voto contrario al bilancio di previsione 2017-2019, abbiamo incontrato il consigliere con delega al bilancio, Giovanni Villani che ci ha illustrato con dovizia di particolari alcuni punti del deliberato evaso dal consiglio comunale:

Allora, il Consiglio Comunale di Procida del 28 aprile 2017 ha approvato il Bilancio di previsione 2017-2018-2019

«Anche questo Bilancio  – dice Villani –  risente sia dei forti vincoli normativi, come il Fondo crediti di dubbia esigibilità, sia delle profonde rigidità strutturali, come la massa di debiti pregressi (concetto diverso dal disavanzo). Su tale Bilancio il Revisore dei Conti ha formulato un parere non favorevole a differenza del parere favorevole che lo stesso Revisore ha espresso sul Bilancio di previsione 2016-2017-2018» Perché?

«E’ una delle domande che avrei voluto fare al Revisore qualora avesse potuto partecipare ai lavori della Commissione Consiliare Bilancio, poiché ritengo che tra il Revisore ed il Comune debba esserci un rapporto di collaborazione.

Nel frattempo ho provato a darmi una risposta….”il parere non favorevole del Revisore al Bilancio di previsione 2017-2018-2019 è stato condizionato dalla pronuncia numero 50 del 2017 della Corte dei Conti.”

E’ opportuno ricordare cosa ha scritto la Corte dei Conti con tale pronuncia ad aprile u.s.:

“…avendo accertato il grave e reiterato mancato rispetto degli obiettivi intermedi fissati per gli anni 2013-2014-2015 dal Piano di predissesto finanziario, dispone l’attivazione della procedura di dissesto, momentaneamente sospesa, in attesa dell’esame del nuovo Piano…”

«La Corte dei Conti – continua Villani –  ha bocciato dunque il Piano di predissesto 2013-2019 perché inattuato negli anni 2013-2014-2015. Non c’è da meravigliarsi di questa bocciatura, perché quel Piano era insostenibile per la durata scelta (7 anni anziché 10 anni), per il mancato ricorso al Fondo di rotazione (si decise di far ricorso alle Anticipazioni di liquidità per circa 12 milioni di euro) e per tanti altri errori commessi e che oggi ricadono sulla Comunità.

Errori che sanno di bocciatura?

«La bocciatura da parte della Corte dei Conti è anche la bocciatura della classe politica che ha predisposto quel Piano, che fu definito dall’ex assessore al Bilancio Scala “Salva Procida” nel 2013 ed invece si è rivelato essere “Affonda- Procida”.

Con la stessa delibera numero 50 del 2017 la Corte dei Conti ha momentaneamente sospeso la procedura di dissesto finanziario, in esito all’analisi di congruità del nuovo Piano di predissesto 2013- 2022 approvato dal Consiglio Comunale del 30 settembre 2016».

Oggi però bisognerà riformularlo quel piano?

«Si, il Piano di predissesto del 30 settembre 2016 è stato superato perché la normativa sulla quale si fondava è ulteriormente cambiata a dicembre 2016. Pertanto entro il 31 maggio 2017 il Consiglio Comunale riformulerà, col contributo di coloro che vorranno rendersi utili, un nuovo ulteriore Piano col quale gli ex Amministratori potrebbero assumersi l’impegno ad acquistare i terreni ed i fabbricati di proprietà del Comune che sono in vendita per risarcire, almeno in parte, la Comunità procidana per i danni arrecati!

Questo impegno darebbe, inoltre, garanzia di ottenere l’approvazione del nuovo Piano di predissesto da parte del Revisore dei Conti e della Corte dei Conti».

Oggi avrebbe senso il dissesto finanziario?

«Concludo questa breve riflessione riportando quanto ho detto nell’ultimo consiglio comunale del 28 aprile 2017: “Se la Corte dei Conti dovesse disporre il dissesto finanziario, oggi non avrebbe alcun senso, sposterebbe i problemi finanziari sui bilanci futuri del Comune di Procida, allorquando l’eventuale Commissione liquidatrice terminerà il suo lavoro. Il dissesto finanziario andava disposto nel 2013 in luogo del piano di predissesto. Oggi, invece, non ha più senso; di fatti la rotta amministrativa è stata invertita ed occorre solo tempo unito ad una gestione della cosa pubblica finalmente virtuosa.”

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