Redazione | Atteso appuntamento, stasera, in quello che si può considerare il salotto letterario dell’isola di Arturo. La libreria Nutrimenti a Marina Grande. Lo scrittore Alessandro Baricco presenta il libro di Valeria Parrella “ Enciclopedia della donna” edito da Einaudi.
L’Enciclopedia della donna uscí negli anni Sessanta, ed esponeva in modo chiaro e definitivo tutto quello che una donna era tenuta a sapere. Dall’alimentazione allo sport, dalle regole per essere un’impeccabile padrona di casa a quelle da imporre ai figli. Mancava (e manca tuttora) un solo argomento: la fica. Una dimenticanza non da poco, a cui Amanda – stimata docente di Architettura, napoletana, 53 anni e un sacco di cose da spiegare – si appresta a porre subito rimedio, raccontandola dalla A alla Z. Smontando le convenzioni, Valeria Parrella ci racconta i fatti come stanno: «Gli uomini non pensano davvero che le donne vogliono scopare, cioè che lo vogliono in assoluto, e non solo in quel momento e proprio perché ci sono loro». Una dichiarazione di libertà consegnata alle donne (e a chi le ama), un invito a prendersi ciò che vogliono in tutte le stanze aperte e chiuse della loro vita.
Una storia che è praticamente un diario per brevi capitoli, mille facce di un problema, del rapporto fisico uomo-donna, anzi donna-uomo visto che Valeria Parrella ribalta la consueta oggettivazione e consumo maschile della donna, con una protagonista io narrante assolutamente disinibita che persegue e ama il consumo dell’uomo in quanto puro corpo, che il resto finisce solo per dare fastidio e farla generalmente scappare.
Insomma un romanzo breve o racconto lungo che è quasi un teorema per mostrare come, al di là delle convenziono e distorsioni storiche e sociali, uomo e donna siano eguali e, in questo caso, forse la donna anche più eguale, più libera da stratificazioni e tattiche, più diretta e naturale. Certo è che Amanda, convinta il suo nome non sia un femminile singolare ma un neutro plurale (non ”colei che deve essere amata” ma ”le cose che devono essere amate”), ama e persegue il libertinaggio senza freni, ovvero senza sentimenti, senza tanti preliminari, senza feticismi tipo quello della biancheria.
Dice di aver avuto la fortuna, diventata donna, di affacciarsi a un ”mondo che era perfetto”, quello dopo la rivoluzione sessuale e la presa di coscienza femminile. Con in testa la libertà di Woodstock, da quando ne aveva scoperto l’esistenza, soffriva, ”da ragazza soffriva assai a vedere tutti quei corpi girare per il mondo e sapere di poterne possedere solo un’infinitesima parte.
Senza indulgere in particolari, ma parlando sempre e quasi solo di sesso, ovvero con libertà senza scivolare nell’oscenità o nella pornografia, anzi evitandola in nome della scopata naturale piacevole e sana, con qualche sperimentale variante anche lesbica, e soprattutto con quotidiana normalità, lei, docente universitaria, sottolinea come ”il problema vero sia che gli uomini di cultura sul sesso siano starati: o troppo romantici o troppo spacconi o troppo mistici. Il guaio è che io sono atea”, e che tradisce a tutto spiano il marito archistar, magari col fruttivendolo o un impiegato.