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“Fine Pena Mai”: Uno spettacolo teatrale itinerante a Palazzo d’Avalos. COME FANTASMI CHE SI AGGIRANO PER LE STANZE E I CORRIDOI DEL VECCHIO PENITENZIARIO

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Mag 20, 2017

Redazione | “Fummo condotti quassù, incatenati gli uni agli altri da una catena ch’è un filo di sedici oblunghe maglie, l’una all’altra coordinate, e il suo rauco stridore e il perenne cigolio assordano e ammattiscono: è un pernicioso serpente la catena, cui devesi rimaner soggetto giorni, mesi ed anni, e non è mai concesso liberarsene. Un serpente tenacemente ostinato: mentre morde e stringe coi denti e con le spire, stritola l’intelletto e annienta la vita”. Il duca Sigismondo di Castromediano è stato uno dei molti detenuti politici dell’800, quando il carcere era in mano ai Borbone. Grazie alle sue ‘memorie’, abbiamo traccia della condizione del Bagno Penale di Procida anche nei secoli passati.

Da giovedì e fino a domani Palazzo d’Avalos ospiterà uno spettacolo teatrale itinerante unico nel suo genere: “Fine Pena Mai”, ideato e diretto dal giovane Marco Musto. Le stanze, i corridoi, gli spazi dell’ex Penitenziario procidano si riempiranno di quei personaggi che lo hanno reso “celebre” negli ultimi due secoli. Con due rappresentazioni al giorno, uno al tramonto (alle 19:30) e uno alle 21:30 con ombre e luci artificiali, gli spettatori potranno scegliere il grado di suggestione offerto da una struttura che ha scritto pagine indelebili nella storia di Procida.

«Si tratta di un progetto che stiamo provando da 9 mesi» spiega Marco: «Abbiamo iniziato a settembre. Ma prima di scrivere il copione, abbiamo svolto un denso lavoro di documentazione, con interviste a persone che in un modo o nell’altro hanno vissuto il Carcere, come Gigi Bellini, la signora Adriana Balestrieri (moglie di un Agente di Custodia), il dottor Giacomo Retaggio, un ex detenuto. Abbiamo letto il libro del dottore, “L’Isola nell’Isola”, il libro di Monsignor Luigi Fasanaro “Chi li Ricorda?” e parte del libro di Franca Assante “La Regina delle Galere”, fonti molto attendibili. E poi ho scritto la maggior parte dei testi, che sono tutti inediti e raccontano la vita all’interno di Palazzo d’Avalos quando era il Carcere di Procida. Lo spettacolo sarà ambientato negli anni 70 e mostrerà soprattutto il rapporto tra Agenti di Custodia e detenuti, la quotidianità di un Istituto di Pena, e poi delle storie particolari, come quella del Duca Sigismondo di Castromediano, del detenuto comune Francesco Venosca e di Gigi Bellini. Perché “particolari”? Perché queste tre storie sono ambientate “fuori epoca”, nell’ 800 i primi due e alla fine degli anni 40 del ‘900 la vicenda di Gigi».

L’obiettivo, precisa il giovane Musto – il quale non è alla prima prova da regista: nel 2015, infatti, ha diretto e interpretato “Filumena Marturano”, il capolavoro di Eduardo De Filippo – è quello di «far rivivere un luogo già di per sé molto bello, ma “spoglio” di quei personaggi che lo rendevano vivo»e quindi creare un ambiente verosimile al periodo in cui il Penitenziario a Procida era ancora attivo.

Ma Fine Pena Mai è prima di tutto uno spettacolo teatrale itinerante. «È come se il pubblico facesse una passeggiata nel Carcere e a un certo punto incontrasse i personaggi che lo hanno animato. Ci saranno anche tappe in cui gli spettatori si potranno sedere e assistere alle scene».

Il percorso è stato creato ad hoc per poter essere fruito dagli spettatori. Il pubblico visiterà tutto l’intero Palazzo d’Avalos, illuminato per l’occasione e arricchito dalla presenza di figuranti vestiti con gli abiti d’epoca. «Sarà un’esperienza molto evocativa ed emozionante», aggiunge Marco.

È stato girato anche un trailer con alcuni dei veri protagonisti della vita all’interno del Carcere e i loro corrispettivi interpreti nello spettacolo. Il trailer ha avuto molto successo online e lo si può trovare cliccando sul link: https://vimeo.com/213639500. Inoltre, la giovane fotografa Simona Florentino, vincitrice della Prima Edizione del Premio Caracalè 2015, ha realizzato un servizio fotografico intitolato “Carcere in Motion” pubblicato sulla pagina Facebook dedicata allo spettacolo: FINE PENA MAI (https://www.facebook.com/finepenamai.procida/posts/1892061617716876), con una dettagliata descrizione.

Entusiasta l’assessore Antonio Carannante: « Palazzo d’Avalos sempre più bene comune. E’ emozionante vedere giovani attori procidani (che ringraziamo) mettere in scena la memoria storica dell’ex carcere (dietro la regia del giovane procidano Marco Musto). Appena eletti tutto cio’ pareva davvero impensabile… poi accelerazione dei lavori per riaprire il Palazzo d’Avalos, la sua pulizia grazie a tanti volontari, e finalmente da novembre, con Arteticha Film Festival di Libero De Rienzo, l’apertura al pubblico tramite le associazioni procidane: Proloco, Vivara, indiefferenti e Millennium. Questo magnifico bene ha ripreso finalmente a vivere. Anche tramite questi eventi passa la sua valorizzazione mentre, naturalmente, diviene polo artistico-culturale e ci accingiamo ad approvare il Piano Particolareggiato»

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