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MARITE’ NON MORDE: TUTTO L’AMORE DI UNA MAMMA PER LA FIGLIA. LE PAURE E I PREGIUDIZI DELLA SINDROME DI DOWN

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Giu 24, 2017

Redazione | In un qualunque viaggio della vita il primo passo, è il più difficile da compiere. Gli amori poi  – viaggi di vita e di cuore  – come quello per i figli, sono fatti di partenze. “Maritè non morde” è un libro che parla di Sindrome di Down. Del viaggio che inizia a poche ore da un parto ed apre su un mondo del tutto sconosciuto.

Ne parlerà stasera Veronica Tranfaglia in quella che è una storia semplice e, allo stesso tempo, profondissima. Un libro emozionante. Non un vero e proprio romanzo.« Di che razza è? Signora, dico a lei. Di che razza è la bimba?» «Non è mica un cane! – fu la mia risposta secca – è italiana mia figlia». «Ah, ma allora suo marito è asiatico?» «No, mio marito è napoletano. Io pure. La bimba ha la sindrome di Down».

«Avevi l’aria di chi deve scalare una vetta, per la prima volta nella vita, senza avere il piccone da piantare nella roccia e senza sapere cosa trovare in cima. Ricordando che non sei neppure nelle condizioni di scegliere se iniziare la scalata o meno, devi e basta. E intrapresa quella strada puoi solo salire, non c’è possibilità di tornare indietro. E non puoi permetterti di cadere. Le debolezze, la rabbia, il rancore, lo scoraggiamento, sono sentimenti negativi che devi trasformare in amore». È attraverso gli occhi di Maritè, una bambina con la sindrome di Down, la sua purezza nell’amare, la sua forza nel combattere le difficoltà, che la madre impara nuovamente a vivere, in una maniera più vera e profonda. Impara ad ascoltare una voce amica, ad apprezzare il senso di gesti e valori, ad accettare l’aiuto di chi le sta intorno, a essere paziente e amorevole, a non temere ciò che non conosce “perché nessun incontro, nessuna sorpresa è una casualità”.

Moderano la serata Barbara Esposito, Francesca Borgogna e Lucia Mameli.

LA STORIA

Non si nasconde, Veronica, nel raccontare pagina dopo pagina le sue paure e i suoi preconcetti iniziali, i luoghi comuni sulla disabilità che via-via riuscirà a demolire e i timori nel dover portare a compimento “una missione che non hai scelto”, quella di crescere un figlio disabile. Maritè non morde è un romanzo autentico e immediato, scevro da enfasi o da rielaborazioni figlie del politicamente corretto. Sono centoquaranta pagine scritte di getto, genuine, che non tentano di ‘addolcire’ quella pillola amara che l’autrice, insieme alla sua famiglia, ha dovuto ingoiare. Attraverso la penna di Veronica impariamo a conoscere la purezza d’animo di Maritè, il suo amore incondizionato, la sua forza nel combattere le difficoltà e le tante sfaccettature del carattere di una piccola combattente.

Tra i tanti timori dell’autrice – «Quando non ci sarò più io, come farà? Chi l’aiuterà?» – i tanti momenti di rassegnazione – «Sarà una bimba per sempre la nostra Maritè»- e quella frase che si riaffaccia a più riprese durante tutto il racconto – «Cosa avrei fatto se lo avessi saputo prima? – un’unica certezza nei confronti della piccola: «La volontà di farla volare». Parte del ricavato delle vendite del libro verrà devoluta alla ricerca «La Nutraceutica per la Sindrome di Down» condotta dalla dottoressa Rosa Anna Vacca dell’Istituto di biomembrane e bioenergetica del Consiglio nazionale delle ricerche (Ibbe-Cnr) di Bari, in collaborazione con il Dipartimento di scienze mediche di base, neuroscienze e organi di senso dell’Università di Bari, l’Istituto di farmacologia traslazionale, il Cnr di Roma e il Dipartimento di medicina specialistica, diagnostica e sperimentale dell’Università di Bologna. «La maggior parte dei fondi, oggi, viene destinato agli studi sulla diagnosi prenatale anziché sulla complessità della sindrome e sulla cura dei suoi principali sintomi», spiega Veronica Tranfaglia. «Lo studio clinico della reale efficacia di alcuni nutraceutici* nel migliorare il deficit cognitivo in sindrome di Down potrebbe sensibilmente migliorare le condizioni di vita di tante persone» conclude.

* i nutraceutici sono i principi nutrienti contenuti in alcuni alimenti che possono avere effetti benefici sulla salute e che, nel corso della trasformazione degli alimenti (la cottura, ad esempio), tendono ad azzerarsi. Il termine nutraceutico nasce dalla crasi tra parole nutrizione e farmaceutico.

L’AUTRICE

Veronica Tranfaglia nasce a Mercato San Severino, in provincia di Salerno, nel 1970. Cresciuta a Napoli, si laurea in Farmacia nella città di Urbino con il massimo dei voti. Diventa nutrizionista e collabora, nella formulazione di cosmetici innovativi, con la ditta Promoitalia. Ad oggi svolge la professione di farmacista coltivando la passione per l’alimentazione e la cosmetologia. Era già madre di due figlie quando nasce la piccola Maritè.

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