Redazione | Nell’approcciare il tema dei rifugiati e degli immigrati che l’isola di Arturo si appresta ad accogliere, non possiamo non partire dalle esperienze già avviate in località simili, e confidando da qui ai mesi in avanti di avviare una riflessione in termini più generali e complessivi sulla materia. Fortunatamente sono, infatti, tante ed eterogenee le pagine scritte sull’integrazione e altrettanto molteplici ne sono i modelli proposti (come l’inclusione, l’assimilazione, il multiculturalismo) che col tempo hanno comunque presentato aspetti e caratteristiche discutibili o superabili. I mesi che verranno infatti dovranno più semplicemente stimolare una riflessione a 360 gradi. Le premesse a dire il vero dopo “l’annuncio” del Comune non sono state delle migliori. L’isola in quel che riguarda il suo specchio “social” si è riscoperta molto più divisa di quanto appaia in altre circostanze. E diciamolo senza troppi giri di parole anche molto più propensa a non volerli. Retaggio di una certa ritrosità sedimentata in secoli di rapporti che – come dicevamo giorni fa da un lato hanno preservato la cultura ed evitato contaminazione terrestri, dall’altra però hanno di fatto reso più fragile il contesto sociale e culturale isolano.
Nell’ultimo weekend di ciò si è iniziato a parlare ed informare in un incontro tenuto al comune dalla consulta delle associazioni. Abbiamo così preso a prestito allora le parole del cons. Giovanni Villani che ha seguito la riunione con gli amministratori e gli esperti del settore per chiarire alcuni punti della situazione:
«Ho voluto seguire i lavori della Consulta delle associazioni che si è occupata del Progetto di accoglienza di 34 migranti a Procida in corso di elaborazione. L’obiettivo principale dell’incontro era di informare le associazioni perché sensibilizzino, a loro volta e principalmente, gli associati sul progetto di accoglienza dei migranti e concorrano, laddove vogliono, a qualificare con le loro competenze tale progetto che è rivolto ai nuclei familiari.
Il progetto sarà definito entro il 30 settembre 2017 con un soggetto specializzato, scelto con un bando pubblico ed avente precise caratteristiche richieste dalla normativa di legge.
Il progetto avrà una durata di 3 anni e sarà finanziato con fondi europei aventi questa destinazione vincolata.
Se il progetto sarà approvato, prenderà avvio nel 1 trimestre 2018.
Le relatrici dell’incontro di oggi hanno illustrato anche altri aspetti: l’alloggio dei migranti in strutture private che si rendono disponibili, i servizi che saranno attivati con i finanziamenti che arriveranno sull’isola e tanto altro. L’incontro ha rappresentato un’opportunità di conoscenza per vincere la disinformazione ovvero la strumentalizzazione ed è emersa la necessità di rendere capillare questa informazione.
Il percorso di formazione/informazione del progetto di accoglienza e di inclusione ha già visto coinvolte le due Istituzioni scolastiche presenti sull’isola e la Chiesa locale. Il Sindaco ne ha parlato nel consiglio comunale del 31 gennaio 2017, appena dopo aver incontrato il Prefetto insieme agli altri Sindaci di Napoli e Provincia. Ho appreso anche che si è tenuta una riunione della specifica Commissione consiliare con la presenza delle forze politiche di maggioranza e di minoranza ed è stato costituito un gruppo di lavoro ad hoc.
Sull’altro fronte politico, il gruppo consiliare di “Per Procida” ha voluto rimarcare le perplessità in merito all’accoglienza.
«In vari annunci l’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Ambrosino ha informato i cittadini che la Prefettura di Napoli ha comunicato che, al fine di distribuire equamente i migranti sul territorio, ciascun Comune della provincia di Napoli dovrà ospitarne 3 ogni 1000 abitanti (a Procida dovrebbero essere 34).
Su questioni di questa portata, che investono la sfera pubblica e privata di tutta la comunità, a dispetto di altri che si erano proposti quali paladini della discussione e condivisione, ritengo giusto e doveroso che i cittadini, o tutti coloro che lo vorranno, possano esprimere liberamente il loro parere e che le forze politiche, a cui gli stessi hanno demandato il compito di amministrare, non si innamorino delle proprie convinzioni, personali o di gruppo, ma siano dei fedeli e leali esecutori della volontà popolare.
Ora, non bisogna andare troppo lontano ed essere dei super esperti di internet, per rendersi conto che sono migliaia i comuni d’Italia in cui, senza distinzioni di credo politico, religione o altro nascono comitati di cittadini che chiedono di ripensare alla sistemazione di immigrati nelle proprie comunità. Lo stesso Governatore della Campania, in una intervista resa a “Il Mattino” due giorni fa dice: “Penso che sui migranti in Italia e in Campania abbiamo raggiunto il punto limite: non possiamo più accoglierli”. Ed ancora continua: “Una relazione tra immigrazione e sicurezza c’è – ha detto De Luca – Sono per l’accoglienza, ma anche per il rispetto della verità. Questa verità ci dice che c’è una percentuale di irregolari che si orienta verso comportamenti delinquenziali. Ho verificato direttamente la presenza di gruppi di immigrati che diventano bande urbane ed è intollerabile”. Ed ancora: “I problemi o li governa lo Stato o determineranno reazioni autoritarie e violenza – ha aggiunto De Luca – se la gente si sente sola e abbandonata reagisce anche con violenza privata. Sono discorsi che bisogna avere il coraggio di fare senza nascondere nulla della realtà per quanto dura. Chi governa ha la responsabilità primaria di garantire sicurezza dei cittadini”. Tutto questo mentre il Sindaco dell’isola di Arturo tenta di sminuire tranquillizzare, intenerire. Non apparteniamo all’area politica di De Luca ma su questa questione condivido le perplessità ed i concetti che ha espresso».
Si e deciso all’arrivo di questo emigranti bene, ma si è pensato alla sicurezza degli abitanti o arrivano santi….Si e chiesto un incremento di personale per la difesa degli abitanti tipo aumento di carabinieri o si è pensato solo alle tasche… ?
la prima volta che leggo delle parole sensate del governatore De Luca, mentre le nostre beneamate hanno deciso con l’approvazione del sig. Ambrosino dell’accoglienza di 34 migranti: la perplessità rimane: hanno pensato alla sicurezza, quanti agenti(carabinieri ? polizia municipale?) ci vorranno per tenere a bada questa gente? dove verranno allogiati? chi si prenderà cura di questa gente? i soldi che prenderà il comune come verranno gestiti?
Il consigliere…. fa parte della famiglia di Pinocchio…..I soldi per i migranti (per la maggior parte clandestini) li mettono gli italiani e non l’Europa.A mio avviso,per una decisione così importante, credo si debba interpellare il popolo procidano…un sondaggio via web potrebbe essere sicuramente indicativo;infatti esistono difficoltà oggettive di coesistenza su un territorio così limitato.Peraltro,la storia ci insegna che il ns Santo Patrono respinse i saraceni che volevano fare razzia….il ns primo cittadino vuole invece aprire le porte dell’isola onde conservare la sua poltrona che è piuttosto traballante.Fate voi le conclusioni.Ad maiora semper…in questo caso sempre peggio…..
Innanzitutto c’è la concreta possibilità che i migranti diventino 68 e pure qualche centinaio, visto che il contratto è per 36 mesi e i primi 64 migranti dopo 18 mesi dovrebbero perde lo status e quindi andar via. Ma andranno via o si uniranno ad altri 34 con parenti a seguito? Democratico che? Democratico è se interpelli il popolo. Questo partito di democratico ha solo il nome. Che pensino solo ai soldi è un dato di fatto, infatti in una recente comunicazione il consigliere parlava espressamente di “soldi che arriverano a procida”. Questi dei migranti non se ne fottono manco pe niente.E tanto meno del popolo .