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L’editoriale di Sebastiano Cultrera: I MIGRANTI NELL’ISOLA DI PROCIDA

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Lug 23, 2017

Sebastiano Cultrera  – Sembra, quindi, acclarato. Alcune famiglie di rifugiati, forse siriani, per un totale di 34 persone, saranno collocate nel territorio isolano.

La notizia è già oggetto di polemiche varie.  E non mancano le polemiche di tipo politico, tra opposizione e maggioranza. L’opposizione, infatti, sembra rimproverare alla maggioranza una mancanza di chiarezza e un tentativo di nascondersi dietro decisioni altrui. “L’ha deciso il Prefetto” è stata la prima reazione di alcuni responsabili istituzionali. In parole povere il Sindaco e la maggioranza avrebbe scelto coscientemente di accettare i migranti, ma vorrebbero annacquare le proprie responsabilità.

Invece la Giunta Municipale sembrerebbe avere già deliberato un atto di accettazione dei migranti, anzi si sarebbe resa protagonista e promotrice di un percorso idoneo ad una buona accoglienza in sintonia con la cittadinanza. Riteniamo, per svariati motivi, la scelta della Amministrazione giusta ed opportuna e. appunto per questo, questo margine di equivoco e la mancata assunzione totale di responsabilità, riteniamo siano dannosi. D’altro canto rileviamo che le perplessità dell’opposizione non si attestano su un chiaro parere negativo all’accoglienza degli immigrati, ma su una serie di pregiudiziali di tipo formale e tecnico, che pongono la stessa opposizione al riparo delle scelte.

In definitiva sia il fronte del SI che quello del NO ai migranti sono stati disertati dalla politica locale. Salvo fare politica spiccia e pettegolezzi da bar coi singoli cittadini, assecondo gli istinti delle varie persone, che, onestamente, non sono sempre edificanti, e non lo sono neanche nei casi di buonismo tanto al chilo.

Fanno ugualmente male tutte le radicalizzazioni. E accusare di razzismo o di egoismo quella fascia di cittadinanza in preda ai dubbi e alle paure non aiuta. Anche perché, chiariamoci una volta per tutte, l’accoglienza è un dovere civico e morale, è uno dei cardini della nostra cultura cristiana e occidentale, e questo modo di pensare ha fatto grande e florida la nostra civiltà. Ma non è un atto dovuto, magari per una pretesa di risarcimento a popoli “sfruttati” dall’occidente brutto e cattivo.

Anche gli eccessi dei social e le paure sbandierate dei singoli cittadini e dei gruppi siano benvenute, se sono oneste e dialoganti. Anche qualche sondaggio, eccessivamente semplificativo, che può sembrare provocatorio, può divenire una finestra di dialogo se non ci si lascia prendere la mano sul valore (che può essere solo indicativo) dei risultati. E comunque non può essere quello lo strumento che legittima una scelta. Che deve essere fortemente Voluta e Sostenuta dalle istituzioni e da coloro che si sentono parte attiva di una comunità accogliente.

L’accoglienza, quindi, non è un atto dovuto: deve essere un atto VOLUTO e CONSAPEVOLE di una cittadinanza che ha la vocazione all’integrazione del diverso; che è cosciente che la propria storia è storia di interscambio. L’Italia, è stato paese di origine di emigrazione, e molte famiglie di procidani hanno parenti emigrati in ogni angolo del mondo. Quindi l’accoglienza è assolutamente nel nostro DNA ed è bene ricordarlo sempre. L’isola di Procida è stata, nei secoli, porto sicuro per le genti di tutto il mondo e la popolazione e l’identità procidana è l’esempio vibrante di una fusione umana e culturale di razze, esperienze e costumi diverse.

I nostri 34 gestiamoceli, quindi, con sobrietà, con intelligenza e, se del caso, attivando tutte le misure di sicurezza, perché a fianco dell’accoglienza per i migranti, lo Stato ha il dovere di rassicurare i propri cittadini e di assicurare loro tutta la protezione e la sicurezza necessaria. Le nostre forze dell’ordine, tra l’altro, sono state finora, esemplari nel reprimere ogni fenomeno sospetto. Per una volta vantiamo qualcosa che funziona nella nostra Italia. Anche a Procida, quindi, il mix di grande solidarietà e di grande, contemporanea attenzione degli Organi dello Stato potrà fare dormire ai procidani sonni tranquilli.

Che, ne sono certo, saranno all’altezza anche di questo compito.

2 commenti su “L’editoriale di Sebastiano Cultrera: I MIGRANTI NELL’ISOLA DI PROCIDA”
  1. Ottima presa di posizione, che condivido. Aggiungerei che deve essere un atto anche DOVUTO, contrariamente alla morale biblica, che incita alla divisione dei popoli e alla schiavitù, è un dovere dell’umanità soccorrere altri umani, almeno perchè appartenenti alla stessa specie. Riguardo all’accoglienza presente nel DNA, perchè abbiamo parenti emigranti, beh … eviterei tali affermazioni ascientifiche o lamarckiane.

  2. Poi che non si fa niente…per senza niente…cosa ci guadagnano i favorevoli e cosa ci perdono i contrari .
    Un po di conti della serva non guastano in tempi così sospetti !!

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