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L’editoriale di Gino Finelli: «Ma cos’è il decoro?»

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Ago 25, 2017

Gino Finelli | Qualche giorno fa  in una località del veneto, Caorle, paesino sito sull’Adriatico, un mare piatto privo di fascino con le solite lunghe spiagge piene di ombrelloni e super attrezzate, in barca nel porto   curato,   pulito e ricco di piante e verde, mi  indicano la strada per raggiungere il Comune dove avrei dovuto pagare una piccola tassa per l’attracco temporaneo, quello che loro stessi definiscono di transito. Nella piazzetta, un edificio moderno costruito con mattoncini, di due piani, è la sede del comune. Entro e mi stupisce immediatamente non solo l’ordine e la pulizia, ma il decoro con cui è mantenuta la costruzione. Chiedo di parlare con un rappresentante dell’amministrazione che, alla mia considerazione, risponde in modo semplice e persuasivo: “Si chiama comune, è la sede istituzionale di tutti i cittadini, rappresenta la comunità, insomma per dirlo in breve è il nostro biglietto da visita, il nostro modo di rappresentare la nostra città”. Scatto una foto la mando ad alcuni amici e mi viene voglia di inviarla a tutti i sindaci passati e presenti della nostra Isola, sento il desiderio di chiedere a tutti, amministratori e cittadini, quale è il nostro biglietto da visita, quale l’immagine che la sede istituzionale della nostra comunità presenta a chi si reca per informazioni o servizi.

Non si tratta di dimostrare a furastieri, turisti, napoletani o quant’altro l’lmmagine del territorio, la qual cosa potrebbe anche essere di poco interesse per la comunità, si tratta piuttosto della dignità di noi Procidani, di quelli che non solo la amano, ma ci vivono sempre e che purtroppo hanno imparato, o meglio si sono abituati, all’assenza completa di quel decoro che appartiene alla cultura, all’educazione di un popolo, alla capacità di guardare, criticare, protestare e ribellarsi.

Ma cosa significa la parola decoro?   “Complesso di valori ed atteggiamenti ritenuti sufficienti ad una vita dignitosa riservata e corretta, coscienza della propria dignità che si riflette negli aspetti, negli atteggiamenti, che costituisce motivo di orgoglio e soddisfazione”

Questo si legge sfogliando i dizionari della lingua italiana, dunque il decoro non è un valore che si esprime per far piacere ad altri, ma una necessità del cittadino per rappresentare la propria dignità  e,  poiché si riflette negli aspetti e negli atteggiamenti, quando viene a mancare o addirittura è calpestato, qualsiasi persona, locale o non, ha il diritto-dovere di esprimere con fermezza il suo disappunto e le sue critiche.

Ancora una volta, d’altronde come sempre, l’immagine riflette la personalità delle persone, il luogo e con esso il percorso culturale ed educativo.

Per questo dobbiamo imparare ad accettare le critiche di chi ci viene a trovare e che, nonostante tutto, continua a frequentare la nostra Isola, continua a vederne le bellezze, ad amare la tipologia e la storia del luogo. Dobbiamo fare sempre di più accoglienza a chi, nonostante la violenta e selvaggia cementificazione del territorio, colpa unica del popolo procidano, continua a camminare per le stradine, a scattare foto che  girano il mondo.

Dobbiamo, con uno spiccato senso di accoglienza e di amore per la nostra terra, spiegare che se è vero che è cambiata anche nella morfologia, noi continuiamo a preservare il nostro patrimonio di storia, leggenda e amore verso il territorio.

Accogliere che dal latino viene da “colligere” che significa cogliere, deve divenire per tutti la possibilità unica di cogliere, appunto, tutto quanto ci viene suggerito per migliorarci, crescere e, perché no, cambiare anche un pò il nostro modo di pensare.

1 commento su “L’editoriale di Gino Finelli: «Ma cos’è il decoro?»”
  1. Message

    Carissimo dottore il decoro è anche l’espressione del vissuto di una comunità vera con radici storiche importanti che sicuramente non è paragonabile ad un paesino sito sull’Adriatico.

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