Redazione | Continua senza sosta l’opera di controllo sulla pesca di frodo da parte della Guardia Costiera di Procida alla guida della solerte T.V. Paola Scaramuzzino.
Solo pochi giorni fa le foto di alcuni fotografi subacquei hanno destato l’interesse di migliaia di persone. La prima ritraeva uno sfortunato scorfano imprigionato in una rete. Il fotografo – Edoardo Ruspantini – non nuovo a queste denunce ha cosi commentato sui social la foto.
“Venerdì scorso avevo fatto un immersione da guida a Punta Pizzaco, Procida, zona B dell’AMP Regno di Nettuno. Durante il percorso breve che possono compiere subacquei in immersione avevo trovato sulla parete ben quattro reti abbandonate nuove. Le reti in realtà sono tre perchè oggi sono tornato e ho fatto immersione da solo guardando con attenzione e la quarta è solo l’inizio di una delle tre.
Questa è una foto terribile, non mi era mai successo di trovarmi con una macchina fotografica davanti a un animale morente in una situazione come questa, non avrei mai immaginato di provare, la tristezza e non mi vergogno a dirlo il dolore che ho provato oggi (sarà la vecchiaia che intenerisce, non so).
Certo è solo uno scorfano ma c’è anche rabbia, siamo in Area marina protetta, su una delle pareti più ricche e spettacolari che un subacqueo possa visitare in mediterraneo, una parete che è ormai letteralmente incartata da reti depositate in anni di attività illegale senza alcuna azione preventiva o repressiva. Io mi domando e vorrei urlarlo: a cosa serve un’Area Marina Protetta se non si protegge.
Ah già serve solo a normare pericolose assurdità, a strologare sull’impatto antropico dei subacquei in immersione e a buttare un sacco di soldi dalla finestra. Siamo un paese ridicolo, dalla testa ai piedi”.
Sempre nella stessa giornata altre foto ritraggono reti abbandonate sempre nel’area Marina Regno di Nettuno con del corallo incastrato
“Ci sono altre reti questa è una delle tre nuove reti cheavvolgono un tratto della parete di Punta Pizzaco a Procida, ricordo chesiamo in piena Area Marina Protetta.
Non si tratta della rete che aveva pescato lo scorfano la cui foto ho pubblicato tre giorni fa, ma nel tratto superiore tra i venti e i dieci metri ce n’erano altri più piccoli morti. Questa rete scende quasi verticalmente e si trova poggiata come la vedete dalla profondità di 10 metri circa a oltre 50 metri”.
SABATO SEQUESTRATE 33 NASSE
Nell’ultimo weekend, nuovo blitz contro la pesca di frodo nell’area marina protetta “Regno di Nettuno”: la Guardia Costiera di Procida ha rinvenuto in zona di riserva B n.t. 33 nasse.
A seguito di una segnalazione da parte di un gruppo di diving, gli uomini della M/V CP 522 sono intervenuti in località Secca delle Formiche, dove hanno rinvenuto gli strumenti da pesca.
Le attrezzature, collocate sui fondali nei pressi della boa di segnalamento in completa violazione delle norme vigenti, sono state sequestrate. All’interno non sono stati rinvenuti prodotti ittici catturati, bensì qualche granchio che sarebbero serviti a fare da esca. A conclusione dell’operazione una informativa di reato a carico di ignoti è stata inoltrata alla Procura della Repubblica di Napoli.
Il fotografo
Ruspantini s’intenerisce davanti uno scorfano…e ciò è bello.
Ma omette totalmente di dire che non è uno scorfanetto che può danneggiare un ambiente
e che i problemi principali son ben altri…e dannosissimi.
Come non parlare dei fattori d’inquinamento,come le discariche fognarie di Cuma, degli sversatoi delle industrie conciarie e altre..
addirittura residui chimici e nucleari( informatevi un pò cosa un ” Pentito” eccellente disse sugli scarichi a mare delle organizazzioni criminali…
e, come tacere,sulle centinaia di barche che in estate insistino nelle nostre baie…con il tacito… consenso delle varie autorità competenti
Insomma ,penso ,che si vuol vedere ” la pagliuzza ” e ,non la “trave”
per me,è solo pubblicità gratuita…niente di più
Buonasera, concordo con il pensiero del Sig. Pugliese,che con disamina corretta, elenca alcuni dei mali del mare nostrum.Non so se lo ‘slogan mangiare pesce fa bene’ sia piu’ valido…. occorrerebbe che le Asl si attivassero anche localmente per fare dei prelievi a campione del pescato al fine di identificare eventuali criticita’ di alcune specie….il pescato arriva direttamente ai consumatori senza passare per I presumibili controlli del mercato generale….teniamo presente che il pescato arriva dai pescherecci a strascico nel pomeriggio e immediatamente venduto ai consumatori senza nessun controllo sanitario( nemmeno a campione)….si parla della nostra salute e bisognerebbe fare piu’ attenzione….poi magari verro’ smentito e il pesce del golfo di Napoli e’ il piu’ sano che ci possa essere…però qualche dubbio credo sia d’uopo averlo.