Redazione | Suona l’ultima campanella, gli studenti affollano i cancelli d’uscita e lasciano la scuola. Molti si mettono a correre per riuscire a prendere la corriera. Una studentessa sedicenne non si accorge dell’arrivo di un pullman all’incrocio e neppure l’autista fa in tempo a evitarla. Finisce sotto le ruote e muore. Due studenti quindicenni minacciano di darsele di santa ragione, all’uscita da scuola, dopo che lei lo ha aggredito colpendolo al viso con unghie e schiaffi in corridoio.
All’uscita si azzuffano, si scoprirà poi dalle cronache, e finiscono al pronto soccorso. E si potrebbe continuare. Responsabilità dei docenti per mancata vigilanza sui minori, per chi suona la campanella dell’ultima ora? A che ora termina l’obbligo per i docenti di sorvegliare i propri studenti minorenni? Posto che nelle scuole dell’infanzia e nelle primarie è invalso l’uso di attendere i genitori o i delegati dei genitori cui affidare i bambini, che cosa succede invece nelle scuole secondarie di primo e secondo grado, dove gli studenti vengono quasi sempre lasciati uscire dai cancelli del plesso una volta suonata l’ultima campanella, indipendentemente dalla presenza di adulti autorizzati a prelevarli? Il problema è di quelli che fanno tremare le vene ai polsi, eppure è affrontato in maniera molto approssimativa da molte scuole.
Dalla settimana scorsa anche alla scuola “A. Capraro” è in vigore una nuova disposizione del Dirigente scolastico che impone che tutti i minori della Scuola Secondaria di Primo Grado, alla fine delle attività didattiche, siano accompagnati ai cancelli dai docenti dell’ultima ora di lezione e presi in consegna dai genitori o da soggetti ufficialmente delegati dagli stessi. Inutile dire che anche a Procida le polemiche ed i mugugni non mancano con i genitori, così come accaduto in molte altre realtà dello Stivale, che si stanno “adeguando” alle nuove disposizioni, delegandosi a vicenda per far uscire i compagni di scuola dei figli, così basta un adulto, un genitore appunto che sollevi la scuola, il dirigente scolastico, docenti e personale ata da ogni responsabilità.
A tal proposito proprio ieri La Dirigente Scolastica del 1° C.D. “A. Capraro”, Prof.ssa Giovanna Martano ha incontrato, presso l’aula Magna Scuola Secondaria di Primo Grado, i rappresentanti di classe, le istituzioni locale e le forze dell’ordine. In attesa di capire gli sviluppi della situazione locale ricordiamo che secondo la Cassazione, il dovere di sorveglianza degli alunni minorenni è di carattere generale e assoluto, tanto che non viene meno neppure se i genitori mettono per iscritto l’autorizzazione a lasciare il ragazzino senza sorveglianza in luogo dove possa trovarsi in situazione di pericolo. Le disposizioni si attuano in genere a tutti i minori, anche se, già a partire dai 14 anni, si considera che il minore abbia maturato una certa capacità di intendere e di volere e sia in grado di decidere per sé oltre che di riconoscere le situazioni di pericolo.
A questo punto, per cambiare le cose, si richiede un urgente intervento legislativo ed a farsi carico di ciò, nelle ultime ore, è stato il segretario del Partito Democratico Matteo Renzi. “Il mondo politico – scrive su Facebook l’ex premier – parla di legge elettorale, banca d’Italia, polemiche. Ma basta entrare in una chat di genitori di ragazzi delle medie per capire che stamani l’Italia discute di altro. Quando ho letto che noi genitori siamo obbligati a riprendere i figli da scuola sono rimasto allibito. Poi, studiando la vicenda e la pronuncia della Cassazione, ho capito meglio i termini della questione. La ‘buona scuola’ non c’entra niente a dispetto delle bufale fatte girare ad arte. Il punto è che la legislazione italiana tutela il minore, e fa benissimo, ma dimentica l’autonomia che è valore educativo e pedagogico importantissimo. Ho chiesto a Simona Malpezzi, responsabile del Dipartimento scuola del Pd, di cambiare la legge e di presentare già la settimana prossima un emendamento per modificare le regole: siano i genitori a scegliere e ad assumersi le responsabilità. Senza scaricarle sui professori, ma senza costringere per forza un ragazzo di terza media a farsi venire a prendere a scuola”.
In Europa risulta alto il numero di alunni che escono da scuola e si recano a scuola da soli. Anche perché non ci sono leggi particolari sull’entrata e l’uscita dei minori, in particolare degli alunni delle medie.
Questo, in generale. Perché a seguito probabilmente dell’incrementato numero di attentati terroristici, il livello di attenzione è salito ed è aumentato il numero di famiglie che normalmente accompagna i propri figli, specie i più piccoli. A rilevarlo è l’agenzia Ansa, che produce anche
Partiamo dal BELGIO: a Bruxelles, nella scuola pubblica, a partire dai 12 anni, gli studenti possono lasciare l’edificio da soli al termine delle lezioni. Lo spiegano dall’ufficio dell’assessorato alla Scuola della città. Lo stesso vale per tutta la regione francofona della Vallonia. E anche nelle Fiandre, fanno sapere dall’ufficio stampa del governo fiammingo, non ci sono leggi che regolano la questione e gli studenti dai 12 anni in poi possono lasciare la scuola da soli. Fanno eccezione le scuole private: in alcune occorre l’autorizzazione dei genitori.
Cosa accade in GRAN BRETAGNA?: Sopra La Manica, non c’è una legge particolare che obblighi i genitori ad accompagnare a scuola i figli: la decisione è affidata al buon senso delle singole famiglie. Negli anni comunque l’atteggiamento dei britannici è cambiato radicalmente. Basta pensare che negli anni Settanta quasi ogni 11enne nel Regno andava a scuola da solo mentre oggi solo il 55% lo fa. Molte amministrazioni locali consigliano alle famiglie di accompagnare i loro figli se hanno meno di 8 anni.
In FRANCIA non c’è nessuna legge: Anche il Paese transalpino è privo di regolamenti che impediscano ai ragazzi delle scuole medie di uscire da soli da scuola al termine dell’orario. L’unica condizione riguarda proprio l’orario d’uscita. I genitori, all’inizio dell’anno, devono prendere conoscenza – comprovandolo con la firma – dell’orario delle lezioni del proprio figlio. Poi, devono autorizzare – sempre per scritto e una volta per tutto l’anno – il ragazzo a lasciare la scuola da solo. Un’ulteriore autorizzazione è richiesta per consentire allo studente di lasciare in anticipo rispetto all’orario previsto l’istituto in caso di assenza di un professore all’ultima ora.
La GERMANIA non si discosta dagli altri Paesi
“Non esiste una legge, in Germania, che regoli l’età a partire dalla quale un bambino possa andare da solo a scuola. Ma la prassi è quella di incentivare il ritorno a casa dei bambini, da soli, a partire dal sesto anno di età”. A spiegarlo all’Ansa è stato il portavoce dell’Amministrazione del Senato di Berlino, del reparto Istruzione Scuola e giovani. “Ovviamente molto dipende dal caso: si valuta la maturità del bambino e il tratto da percorrere per raggiungere la scuola”, afferma. La normativa prevede il cosiddetto “Aufischtpflicht”, “l’obbligo di supervisione” per i genitori regolato dall’articolo 1631 del codice civile. È dovere del genitore, infatti, “curare educare e vigilare” sul minore. Ma il legislatore pone attenzione anche al diritto di sviluppare l’autonomia del bambino: l’articolo 1626 del codice dispone che “nella cura e nell’educazione” si debba tenere conto “dello sviluppo crescente delle capacità e del crescente bisogno del bambino di agire in modo autonomo e consapevole della responsabilità”