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L’EDITORIALE DI GINO FINELLI: «Ospedale: una vicenda conclusa?»

Ditgprocida

Nov 15, 2017

Gino Finelli | Ho letto con soddisfazione che la vicenda dell’Ospedale di Procida si è conclusa e quindi l’Isola può contare su un presidio di urgenza in grado di affrontare le necessità della popolazione e del crescente sviluppo turistico.

Sono soddisfatto di leggere che una battaglia giusta abbia trovato, per merito di tutti coloro che in varia  misura si sono adoperati, una soluzione condivisa e cercata dalla intera collettività.

Ora, però, penso sia giunto il momento di sedersi con i vertici della ASL e programmare un percorso di efficienza, funzionalità che tenga conto delle esigenze e che dia, per davvero, un servizio sanitario adeguato alle aspettative ed ai tempi.

Non basta scrivere che l’Ospedale funziona, bisogna farlo davvero funzionare e per fare questo oltre alle attrezzature, alla buona volontà, alla spinta propositiva politica e sociale, occorrono gli uomini ed una organizzazione che diriga la macchina, sempre molto complessa, dell’assistenza anche in una struttura così piccola.

Sembrerà una contraddizione rispetto ai tempi in cui versa la nostra sanità, ma a Procida ci vuole una figura apicale che abbia una delega esecutiva, che diriga la struttura assumendosi tutte le responsabilità previste dalla legge e dall’ etica medica.

Due dunque i passi necessari: la richiesta alla ASL di personale qualificato e di una responsabilità apicale e il controllo politico e della cittadinanza sull’operato della struttura, sulla sua funzionalità e sulla capacità di richiamare i pazienti evitando, quando logicamente è possibile, inutili corse negli ospedali cittadini.

In particolare sviluppare i servizi diagnostici: diagnostica per immagini in primis e di laboratorio, i servizi ambulatoriali con apertura di ambulatori specialistici ed attivare un servizio ambulatoriale oncologico a supporto dei numerosi ammalati di neoplasia presenti sul territorio.

Sono solo dei suggerimenti che mi sento di dare da medico che per oltre 40 anni ha vissuto, sia come operatore sanitario che come consulente e dirigente, in molte strutture ospedaliere ed Universitarie.

Alla classe politica va dato, oltre che il compito di vigilare anche quello di proporre, dopo aver ascoltato periodicamente attraverso un osservatorio sulle necessità sanitarie del territorio, le esigenze dei cittadini.

Concordo con quanto Sebastiano Cultrera dice: l’Ospedale si deve toccare, lo si deve fare subito senza attendere, senza indugiare. Bisogna radicalmente modificare la mentalità di chi lo ha gestito fino ad ora, di chi lo ha utilizzato come una palla al piede, di chi operando, per mancanza di adeguate garanzie di funzionamento e di sicurezza assistenziale, è stato costretto spesso a trasferimenti inutili sulla terra ferma o a rinunciare a prestare la propria professionalità, di chi per quella famosa ed oramai condizionante medicina difensiva, non ha potuto intervenire e, suo malgrado, ha dovuto traferire l’ammalato.

Insomma un Ospedale con un pronto soccorso, sia pur di piccole dimensione e non fornito di tutte le specialità, può  e deve essere messo in condizioni di operare sulla prima emergenza medica, chirurgica, ginecologica ed ostetrica e dare quello spazio di sicurezza che il cittadino richiede a salvaguardia del suo diritto costituzionale più grande che è la salute.

Sono davvero stanco di assistere al pietoso spettacolo dello scarico di responsabilità, utile solo per non far niente e non assumersi mai alcuna colpa.

Di colpe ce ne sono state e ce ne saranno, ma l’importante è lavorare secondo coscienza, svolgere quella nobile professione che è l’arte medica che i nostri predecessori ci hanno lasciato come insegnamento morale ed etico.

A coloro che saranno chiamati ad operare nella Struttura Procidana va, con le adeguate garanzie,  sollecitato di svolgere il loro lavoro utilizzando tutte le risorse possibili per rendere operativo il presidio e garantire una vera emergenza e tutte le prestazioni utili e necessarie alla richiesta cittadina.

Laddove si dovesse, ancora una volta ricadere su carenze legate a mancanze di attrezzature, di garanzie minime e di personale adeguato, l’amministrazione con la cittadinanza tutta ,attraverso una stretta opera di vigilanza, avrà il dovere, ora più che mai, di denunciare e sollecitare gli organi competenti ad intervenire per non trovarsi più nella condizione di dover elemosinare per mantenere un diritto che è anche un dovere delle amministrazioni, cui spesso forse con molta superficialità o molto pigrizia deleghiamo il nostro futuro e la nostra salute.

 

1 commento su “L’EDITORIALE DI GINO FINELLI: «Ospedale: una vicenda conclusa?»”
  1. La vicenda di Procida

    Prof .Finelli non si è conclusa un bel niente,anzi un fico secco.

    Non è successo nulla con l’accordo di De Luca.Al piano ospedaliero del Commissario ,sono già stati fatti ricorsi al TAR.

    Tutti,regolarmente vinti.Ed a cui la Regione non ha opposto nemmeno ricorso al Consiglio di Stato.

    Quindi,è stata solo una ratifica di una cosa già giudicata.

    Nonostante la vittoria al TAR ,la USL ha continuato,chissà perchè,a fare orecchie da mercante..

    e continua a massacrarci..togliendo figure mediche indispensabili ed anche i servizi..

    Quindi,io penso che non è successo niente LA BATTAGLIA E’ APPENA COMINCIATA

    è inutile che i politici fanno i galletti….TUTTO MA PROPRIO TUTTO E’ DA RIFARE

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