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L’editoriale di Domenico Ambrosino: “Con Pasquale Cerase se ne va un altro pezzo della nostra vita”

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Dic 30, 2017

Domenico Ambrosino |  Livorno, dove viveva da tempo, è scomparso Pasquale Cerase.

Pasquale, classe 1947, è stato uno dei più forti calciatori dell’isola. Nella Juve Procida ricopriva il ruolo di “centrale”. La difesa , con Costagliola Gerardino portiere e Spinelli Nicola e Vassallucci Nino terzini, girava intorno a lui: sia che fosse lo “stopper” che il “libero”. Alto, robusto, forte colpitore di testa, Pasquale Cerase svettava in area con sicurezza e agilità. Serio, scrupoloso, non mancava a nessuna seduta di allenamento. In partita dava tutto: corretto e infaticabile, non risparmiava energie. Insomma una bella persona e un bel giocatore. Dopo alcuni imbarchi, alla fine degli anni ’70, si era trasferito con la moglie Rosalba Careri a Livorno. Qui aveva trovato impiego a bordo dei rimorchiatori del porto. Tre figli hanno allietato il suo matrimonio con Rosalba. Ogni tanto tornava a Procida, immancabilmente ogni estate. Lo avevamo, infatti, incontrato qualche estate fa nella baia del Caraugno. Da qualche anno era stato colpito da una brutta malattia. Ma, da buon “mastino” di centro area, era riuscito a tenerla a bada. Fino a qualche giorno fa, quando il suo cuore generoso ha smesso di battere. Con Pasquale Cerase se ne va un altro pezzo della nostra vita, di quella età dolce ed incantata che è la gioventù, quando la vitalità fisica e mentale risolve ogni problema. Allora, siamo negli anni sessanta, a Procida era il gioco del calcio ad assorbire e valorizzare le nostre energie e il nostro impegno. Grazie anche e soprattutto al prof. Franco Lubrano, detto “U Bisc”, grande educatore troppo presto dimenticato dai procidani, in particolare dalla classe dirigente dell’isola. Dopo Andrea Cerase, Gennarino Carannante, Nicola Spinelli, se n’è andato anche Pasquale Cerase. Siamo certi che stanno mettendo su una squadra per disputare un campionato sul campo Paradiso. Un abbraccio alla moglie Rosalba , ai figli, ai fratelli Nicola e Mario, ai nipoti, a tutti i familiari.

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