Gino Finelli | Ritorno a parlare dell’Ospedale e, volutamente, ho lasciato trascorrere alcuni giorni, cercando di intervenire solo dopo aver compreso quanto la popolazione sia stata informata e quanto la stessa abbia davvero capito le problematiche legate al Presidio Sanitario.
L’ho scritto varie volte e, lo ripeto ancora, che bisogna smetterla di dire soltanto: “L’Ospedale non si tocca” E’una frase di protesta stupida che non può essere portata avanti in un’epoca in cui le strutture sanitarie ed, in particolare quelle ospedaliere, debbono avere un livello di sicurezza elevato, a garanzia degli operatori sanitari e dei pazienti.
L’Ospedale, dunque, va toccato e la sua ristrutturazione deve essere radicale e deve rispondere il più possibile alle esigenze della cittadinanza, alle condizioni geografiche e alle necessità di urgenza di primo livello.
Va dunque si contestata la recente disposizione Regionale, ma va anche contemporaneamente richiesto e avanzato un piano di riorganizzazione complessiva su cui magari aprire un tavolo di discussione con la Regione.
Aver vinto il ricorso al TAR è solo l’inizio di un lungo percorso, questa volta un percorso che alla base abbia per davvero un piano costruito a misura per il territorio, che tenga conto di quanto sia possibile e reale rendere attivo il Presidio, di quanto sia necessario mantenere o implementare specifiche attività per il rispetto di quella norma sancita dalla nostra Costituzione che è il diritto alla salute e alle cure per mantenerla.
Ho a lungo parlato spesso con l’amico e collega Tommaso Strudel, uomo attento e profondo conoscitore delle problematiche connesse al Presidio e sempre abbiamo verificato che le nostre idee, da operatori della sanità, corrispondevano e, più volte, ci siamo offerti per formulare insieme ad altri, una linea guida comune da seguire in modo da parlare con una unica voce evitando, così, dissonanze deleterie in un argomento complesso e difficile. Per quanto mi riguarda, non siamo stati mai ascoltati e, oggi leggo una confusione che ahimè è spesso causa di insuccessi, che alimenta soltanto una ribellione che frequentemente è priva di contenuti e di idee.
E’ dunque l’Ospedale un bene di tutti da salvaguardare e difendere indipendentemente da fazioni politiche, schieramenti o vecchi rancori?
Credo proprio di si. Parliamo della salute che è patrimonio per così dire dell’Umanità e che non può e non deve mai essere strumentalizzata. Va difesa da tutti con la stessa attenzione e senza mai lasciare spazio a possibili e frequenti manovre che nulla hanno a che fare con la nostra vita.
Salviamo tutti insieme il nostro Ospedale, ma diamogli anche un ruolo attivo e un programma sostenibile.
1 commento su “L’editoriale di Gino Finelli: “L’Ospedale: un bene di tutti””
Buongiorno, concordo con il dottor Finelli,sebbene sia auspicabile che alle belle parole facciano seguito I fatti.Purtroppo gli slogan sono adoperati, talvolta perche’ non si conoscono bene le problematiche delle tematiche trattate…in ogni caso è bene parlarne e protestare qualora ce ne fosse il bisogno usando perchè no strumenti che contemplino anche slogan ad effetto, l’importante e non trascendere nella violenza sia verbale che fisica…essa non ci appartiene….saluti
Buongiorno, concordo con il dottor Finelli,sebbene sia auspicabile che alle belle parole facciano seguito I fatti.Purtroppo gli slogan sono adoperati, talvolta perche’ non si conoscono bene le problematiche delle tematiche trattate…in ogni caso è bene parlarne e protestare qualora ce ne fosse il bisogno usando perchè no strumenti che contemplino anche slogan ad effetto, l’importante e non trascendere nella violenza sia verbale che fisica…essa non ci appartiene….saluti