Gino Finelli – Ho letto tante belle parole e tante promesse di impegno personale, di interesse alla risoluzione di annose questioni per decenni abbandonate nei cassetti della politica e volutamente dimenticate.
Anche sull’interesse a difendere le nostre coste ed evitare quel fenomeno dell’erosione delle spiagge, così devastante per un territorio che vive di mare.
Molti anni fa, circa quindici, questo problema non solo era già ampiamente evidente e rappresentava una priorità, ma in un anno di particolare avversità delle condizioni climatiche, assunse un ruolo di rilievo. Le nostre spiagge si erano ridotte di molti metri e le attività balneari risultavano compromesse per l’esiguità della sabbia divorata dal mare. In quell’epoca si pensò di rivolgere l’attenzione ad un progetto d’avanguardia che aveva funzionato in altri siti e che non determinava alcun impatto ambientale.
Si trattava del Beach Management System. “Il B.M.S. è costituito da un sistema di drenaggio della spiaggia costituito da tubazioni e da dreni suborizzontali, paralleli alla linea di costa nella zona di risalita delle onde, collegati ad una serie di pompe. Il sistema crea una zona non satura abbassando la superficie freatica e l’acqua portata dall’onda percola nel terreno drenato; le sabbie mosse dall’acqua si depositano sulla spiaggia ed il processo continua fino al raggiungimento di un nuovo equilibrio. In questo modo si determina l’abbassamento della falda riducendo l’azione erosiva trasversale, determinata dal movimento delle onde”. In pratica un tubo sommerso a molti metri dalla battigia che con un sistema di pompe avrebbe dovuto recuperare la sabbia e rimetterla al suo posto.
L’amministrazione di allora ritenne di provare questa nuova metodica e il sistema fu installato sulla spiaggia della Chiaiolella per un tratto ampio di litorale. Le pompe sommerse iniziarono a lavorare ma non si verificò quanto era stato preventivato e cioè un aumento da 8 a 12 metri dell’arenile in un certo periodo di tempo, che non ricordo. Vi fu anche una problematica di contratto, poiché il progetto prevedeva il pagamento dell’opera solo dopo la verifica dell’avvenuto ripascimento dell’arenile secondo i parametri stabiliti e concordati. Alla fine il progetto si arenò e credo che, ancora oggi, sono presenti le tubazioni e le pompe, a suo tempo installate chiaramente non funzionanti. Successivamente si ipotizzò un nuovo intervento con il coinvolgimento della Regione Campania e dell’Agenzia dell’ambiente senza però avere alcun risultato positivo.
Promesse fatte e non mantenute ce ne sono state davvero tante, mentre nel tempo non solo il mare si è portato via quel che resta degli arenili, ma ha eroso, in modo significativo il territorio, sfigurando l’aspetto storico dei luoghi e creando dei seri pericoli per la cittadinanza.
Qualcosa nel tempo è stato fatto, ma ancora resta molto da fare e per farlo occorrerebbero ingenti risorse economiche, difficilmente stanziabili dall’Ente Regionale. D’altronde, quanto dico, si rende evidente sulla spiaggia di Ciraccio dove, un po’ per l’abusivismo selvaggio, un po’ per l’incuria nella salvaguardia dell’ambiente, parte della costa è franata portandosi via anche quelle opere malfatte di fortificazione e lasciando, allo sguardo, un quadro di assoluta devastazione del territorio e di inefficienza delle Istituzioni.
Non può e, a mio avviso non deve, un Comune affrontare una problematica così importante come l’erosione degli arenili e delle coste, essa deve rientrare in un piano di recupero geologico del nostro territorio che deve rappresentare un interesse primario dei nostri governanti. Ma se questo è vero, è altrettanto vero che una Amministrazione Comunale deve evitare che si continui a perseverare in quello scempio che è l’abusivismo edilizio, che offende la nostra Isola e rende insanabile i danni prodotti.
Ho letto – altresì – promesse di impegno, che è evidente che non possono essere mantenute, poiché per esse è necessario un piano di investimenti che impegni il nostro Governo e la Comunità Europea.
Ma aver sensibilizzato in campagna elettorale la collettività è stato senz’altro utile, sperando che non si rivelino però ancora una volta promesse insostenibili. Basta semplicemente ricordare a tutti che tra gli impegni va ricordato che l’Italia è un paese in evidente dissesto geologico e che, questa problematica, deve essere affrontata con urgenza per evitare che si verifichino quelle disgrazie che abbiamo visto, troppo spesso, in questi ultimi anni. Grazie comunque per avercelo ricordato.