Redazione – Da tempo le vicissitudini di decenni legate alla gestione ( mala o buona sarà la storia a dirlo) dell’Albano Francescano, i fatti degli ultimi mesi sembrano andare nella direzione di un ulteriore inasprimento di rapportualità tra la fondazione e l’ente comunale.
Facciamo un passo indietro per tentare – carte alla mano – di capire come sono andati i fatti. I fratelli Biagio e Domenico Scotto La Chianca, gli ultimi proprietari privati, gestirono Vivara come azienda agricola fino agli anni Trenta. Alla loro morte, l’isola, nel 1940, divenne per lascito proprietà della Fondazione Albano Francescano. Da atto testamentario in un articolo e comma ben specificato, si richiama all’attenzione la disposizione di un cambiamento dell0 statuto dell’epoca in cui si prevedesse l’ingresso nel CDA di n° sei rappresentanti della comunità procidana di nomina del Podestà.
Atteso che il patrimonio immobiliare dell’ente è frutto per i tre quarti dei lasciti della famiglia Scotto La Chianca, riteniamo che disattendere alla volontà testamentaria sia stato ed è un atto gravissimo da un punto di vista giuridico ma soprattutto di ordine morale. Di più: non aver adempiuto a questa volontà ha più volte fatto si che gli eredi Scotto la Chianca ( fam. Diana ) potessero rivendicare tutto il patrimonio.
La denuncia odierna, arriva ancora una volta dall’ex sindaco Luigi Muro che sul suo profilo social lancia il j’accuse:
«Nel silenzio più assoluto si sta consumando l’ennesima sconfitta della nostra comunità nonostante chi scrive abbia per anni indicato ( da solo e contro i soliti benpensanti procidani compreso ampi strati del clero,e del consiglio comunale di ogni parte politica) quale fosse la strada da seguire.
Ho sempre sostenuto in pubblico ed in ogni occasione anche istituzionale che il Comune aveva il diritto- dovere di rivendicare all’interno del Consiglio di amministrazione dell’Albano Francescano SEI rappresentanti e ciò non per una bramosia di potere ma per il rispetto ( MORALE E GIURIDICO) della volontà del Dott . Domenico SCOTTO LACHIANCA che con testamento del 14 luglio del 1939 ” donava ” l’isola di Vivaro all’ Albano Francescano disponendo che il Comune di Procida dovesse nominare 6 membri nel Consiglio di Amministrazione!!!
Il Comune di Procida mai ha provveduto fino alla fine degli anni ‘ 90 quando iniziai questa battaglia sfociata in una delibera dell’ente del 2001 poi bocciata ( o meglio fatta bocciare….) dalla Regione a guida Bassolino.
Orbene, scrissi anche una lettera indirizzata a tutti i membri procidani chiedendo loro di modificare lo Statuto e garantire a Procida e quindi al Sindaco pro tempore di nominare 6 rappresentanti del Comune.
Ci fu una riunione al Comune alla quale parteciparono i rappresentanti del Clero procidano e dei Francescani ( che nel frattempo con i loro 4 membri hanno il controllo della Fondazione benefica) e fui apostrofato molto duramente dai presenti perchè ( a loro dire) le mie rivendicazioni non avevano alcuna sostanza giuridica e che la morale a cui mi richiamavo ( e cioè il rispetto della volontà di chi aveva donato Vivaro) doveva sottostare alla LEGGE!!!!
ORA C’E’ UNA SENTENZA !!!
Il Tribunale di Napoli ” … condanna La Fondazione Albano Francescano alla modifica del proprio statuto aumentando di sei unità il numero dei componenti del Consiglio di Amminiatrazione,da nominare tra cittadini su proposta del Sindaco ,in adempimento dell’onere testamentario disposto con atto di ultima volontà da Domenico Scotto Lachianca….”
Il Sindaco di Procida ( che come è noto non risponde a me….) perchè non garantisce i diritti dei procidani e nomina i 6 rappresentanti?
E’ una battaglia di civiltà morale e giuridica che invito il Sindaco a portare avanti: io non cambio posizione solo perchè non sarò io o un mio alleato politico a nominare i rappresentanti del Comune.
Nel frattempo……gli eredi DIANA stanno visitando con l’ufficiale giudiziario le proprietà che furono dell’Albano Francescano affermando di esserne i nuovi proprietari…..
L’Amministrazione sempre solerte a rivendicare successi amministrativi e giudiziari,perchè TACE su questa clamorosa VITTORIA del COMUNE???
Chi affermava che la legge non può essere superata da valutazioni morali perchè non applica la sentenza?
Mi auguro che l’Albano Francescano non proponga appello sarebbe un ennesimo schiaffo all’isola ed al compianto Dott. Lachianca che aveva donato Vivara con tante speranzose aspettative…..
A proposito ma mica perdiamo pure Vivara?
Vigileremo anche su questo…continuando a proporre battaglie civiche come nel caso del Presidio ospedaliero!!! W Procida!!!»