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Raccontare il presente, capire il futuro

L’EDITORIALE DI SEBASTIANO CULTRERA: «Per un nuovo SOFTWARE del sistema PROCIDA»

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Lug 15, 2018

Sebastiano Cultrera – C’è una cosa che chi fa politica non dovrebbe fare mai: dare la colpa al popolo. Eppure è una tentazione comune a molti. Per esempio Renzi insiste (non senza ragione) a “rimproverare” al popolo italiano di non avere capito l’importanza del referendum. Ma, in ciò, sbaglia: può solo concentrarsi, e porre rimedio, agli errori propri e della classe dirigente vicina a lui.

Ciò è ancora più vero a livello locale. In comuni importanti e meno, grandi e piccoli, è una epidemia di ribaltamento di responsabilità sui cittadini per una serie di disfunzioni. L’esempio lampante viene dalla vicenda dei rifiuti. E, per farci capire, mettiamola giù piatta, senza fronzoli.

È mai possibile, diciamo, che i rifiuti in mezzo alla strada siano passati dall’essere indizi della corruzione politica (o addirittura prove dell’ecomafia), ad un semplice comportamento diffuso di maleducazione popolare? Naturalmente da stroncare, anche quest’ultimo, con medesimo piglio arrabbiato e giustizialista. Si è quindi passati da abnormi colpevolizzazioni delle amministrazioni alle colpe tutte dei cittadini.

Questo atteggiamento, diffuso a tutti i livelli e per ogni colore politico è figlio di un sentimento di frustrazione della classe politica. Che si ritrova incapace, per molti motivi (i più di questi non dipendenti da essa) a governare, a prendere decisioni e a dare soluzioni ai bisogni dei cittadini.

Procida è un’isola e, quindi, un microcosmo. Le esemplificazioni politiche le lasciamo volentieri agli scienziati che conoscono (uno ad uno, dicono) i flussi elettorali “dentro le case”. E fanno, fin da ora, conteggi e previsione per le elezioni comunali che si avvicinano (fra meno di due anni). Non ne siamo capaci, e ci rinunciamo. Crediamo che la nostra realtà sia, anzi, ancora più complessa e meno definibile di altre, pur essendo, nel bene e nel male, inserita nelle dinamiche della nostra Regione e della nostra Nazione.

La maggioranza che sta governando l’isola mostra segni di stanchezza. Non ci hanno messo molto ad ingrossare le fila di coloro che hanno, repentinamente, abbracciato il mantra “è colpa del cittadino”. Infatti qualche malumore serio, all’interno, è sembrato indurre alcuni consiglieri a catalizzare l’azione politica verso altro; e si dicono volti al recupero di consenso potenzialmente perduto. Queste, infatti, sembrano essere le “nobili” motivazioni dei tre consiglieri del neonato gruppo di Insieme in Movimento. Ma se anche fosse (come qualche voce dal sen fuggita suggerisce) invece solo una questione di poltrone, e di potere interno, sarebbe pur sempre un segno di incapacità politica ad essere compatti; in vista di un passaggio decisivo come quello della riconferma.

Non possiamo sapere dove approderà questa articolazione, che, per il momento, non è neanche un dissenso palese. Di certo è un sintomo di quella incapacità della politica di cui si diceva. L’idea che la buona volontà, o, da sola, la onestà riescano a produrre una buona amministrazione è fallita ovunque. Alle buone intenzioni si sostituiscono, col tempo, la stessa immondizia (più o meno come prima) e lo stesso traffico (più o meno come prima).

Non potremmo essere entusiasti, di contro, dall’idea di un ritorno, tout court, al passato: cui la stanchezza e la disillusione per il presente potrebbe portarci. Anche perché quella soluzione, con qualche ritrovata capacità, sconterebbe una inevitabile pesantezza e, cmq, sconterebbe la presenza di “soliti noti” con smisurata volontà di mera gestione; e con tutti i limiti attuali della politica e della inadeguatezza della macchina amministrativa. Nessuna speranza quindi, per la nostra isola?

Di certo la risposta giusta non potrà venire sulle formule e sugli uomini. La dinamica sulla quale ci stiamo incamminando è sterile.

Bisognerebbe ritrovare un grande respiro. E una nuova partecipazione ad un progetto che guardi avanti, con decisione. Procida non è più quella del 96, è vero. Ma non è neanche più quella del 2015.

Erano entrambi progetti che riguardavano una Procida che doveva aprirsi al mondo; e ciascuno proponeva una ricetta politica più o meno adeguata, diversa, ma con la stessa finalità.

Oggi il mondo attraversa Procida. È diventata meta ambita proprio di quel turismo culturale a cui è naturalmente vocata e al quale qualcuno di noi ha dedicato tempo e passione. Abbiamo derubricato derisioni ed attacchi del passato. Che oggi è divenuto remoto. Ma vorremmo un futuro all’altezza dei tempi. E, nel nostro piccolo, favoriremo quei programmi che disegnano tale percorso.

C’è da augurarsi che il PD locale sia capace, fino in fondo di recitare un ruolo in tal senso. In ogni caso, anche oltre i partiti, c’è bisogno di una convergenza di idee e di persone con a cuore la nostra isola per immaginare nuovi contenuti e nuove prospettive. La nostra isola tuttavia, più che vecchia è ANTICA; e necessita di essere ricalibrata con intelligenza e con attenzione. È come una struttura vecchia, un hardware obsoleto ma ancora solido e potente che richiede, per funzionare, di un sistema; di un programma NUOVO. È tempo di un aggiornato SOFTWARE PROCIDA. Da predisporre insieme con chi vuole donare tempo ed entusiasmo a questo progetto. E che sarà messo a disposizione di chiunque voglia realizzarlo (destra, sinistra, sopra o sotto) con passione e rispetto. È tempo che donne e uomini di buona volontà battano un colpo per la nostra isola.

2 commenti su “L’EDITORIALE DI SEBASTIANO CULTRERA: «Per un nuovo SOFTWARE del sistema PROCIDA»”
  1. Caro Sebastiano, l’iniziativa messa in campo con INSIEME IN MOVIMENTO rappresenta proprio il contrario che dare la colpa ai cittadini… è piuttosto una onesta assunzione di responsabilità Politica, partita da alcuni componenti della maggioranza, rispetto alle cose che non vanno. È semmai una critica nata dall’interno del gruppo di maggioranzanei nei confronti della guida politica della pcv. Mi rendo conto che a qualcuno possa fare comodo farla passare per una questione di poltrone, ma non è così, se fosse stato quello il fine, avremmo potuto ottenerlo con modalità più ” convenzionali ” che però non appartengono alla nostra cultura Civico-Movimentista. Lo Scopo non è neanche semplicemente un tentativo di recuperare consenso, si vuole invece produrre una scossa capace di riportare nuovamente l’attenzione dei cittadini sulla azione amministrativa, in definitiva se vuoi è proprio un nuovo invito a mettersi in gioco a uomini e donne di buona volontà che hanno a cuore Procida !

  2. Caro Gianni, naturalmente è compito di chi racconta l’isola, come cerco di contribuire a fare, quello di riportare le voci (anche quelle, forse, capziosamente diffuse). Ho solo voluto sottolineare che la vostra “onesta assunzione di responsabilità” evidenzia e sottolinea, in ogni caso, la dimensione POLITICA di un malessere. Che è, in fondo, quello di una mancata sintonia con le aggiornate esigenze di un’isola che cresce in tante dimensioni, ma che corre il rischio del “fai da te” , senza una adeguata consapevolezza e dell’impegno della sua classe dirigente. E senza un diretto impegno di donne e uomini di buona volontà.

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