Pasquale Lubrano – Sui social si è sviluppato un acceso dibattito sull’opportunità e sulle modalità con cui il Comune intende attuare il progetto predisposto per la costruzione di un ascensore da località Callia a Marina Corricella, insinuandosi tra le abitazioni del posto. Non è difficile immaginare contenziosi di vario tipo e per diversi aspetti che potrebbero almeno ritardare di anni la realizzazione dell’opera.
Senza entrare nel merito del progetto tecnico elaborato e, al di là delle varie problematiche e proposte alternative formulate, più o meno praticabili o fantasiose, e non considerando i costi di costruzione da parte di Enti extracomunali, resterebbero comunque costi, modalità di gestione corrente e rispetto di norme di sicurezza, tutti elementi da non sottovalutare nella loro incidenza economica.
L’esigenza di dotarsi di un impianto meccanico per raggiungere Marina Corricella sia da parte di persone “con mobilità ridotta”, sia per esigenze commerciali e per servizi vari quotidiani per i residenti, è reale ed è opportuno darvi una soluzione.
Ebbi a tenerne conto quando a metà degli anni ottanta da assessore delegato allo sviluppo e ai LL PP, per migliore la condizioni di vita, di tutela e di valorizzazione della Marina, proposi di inserire nella progettazione del piano di restauro abitativo dell’intera Marina Corricella anche un impianto montacarichi-ascensore pubblico da inserire nel complesso immobiliare di “case parcheggio” (abitazioni provvisorie per famiglie da trasferirvi durante i lavori alle loro abitazioni) da realizzare nell’ambito del primo lotto del finanziamento disponibile.
Scelte successive di altri amministratori ridussero il progetto a sole “case popolari”, confermando comunque detto impianto di mobilità meccanica pubblica.
Scelte ultime hanno portato alla vendita a privati del manufatto con realizzazione in corso di una struttura alberghiera provvista di montacarichi-ascensore, ovviamente privata.
Ove non già verificata l’indisponibilità, non sarebbe più semplice ed opportuno da parte del Comune avviare contatti con la proprietà, mentre ancora sono in corso i lavori al fine di eventuali adeguamenti tecnici, per la stipula di una convenzione per l’uso dell’impianto meccanico, con reciproci vantaggi?
Il ventaglio delle ipotesi di convenzionamento per fruizione pubblica, secondo la compatibilità con l’esercizio commerciale privato, potrebbe andare da un minimo riservata a soggetti con “mobilità ridotta” (con corrispettivo a carico della pubblica assistenza), ai residenti nella Marina fino ad un massimo con utilizzo generalizzato, a pagamento da parte dei fruitori per far fronte ai costi di gestione.
Peraltro il numero, certamente non elevato, dei diversamente abili con mobilità ridotta e le occasioni di volere o dover raggiungere la Marina non dovrebbe creare alcun significativo aggravio di gestione alla proprietà. Non immagino persone che soffrono per le proprie difficoltà fisiche creare problemi per un servizio reso disponibile annoverare tra le proprie aspirazioni il saliscendi in ascensore se non per motivate esigenze, compresa quella di poter frequentare di tanto in tanto la Corricella. Credo che almeno questo minimo si possa fare e da subito.
Gli impegni a carico del Comune sarebbero fortemente ridotti rispetto ad una gestione di un proprio impianto, senza creare né problemi a terzi né di natura ambientale né altro.
Magari potrebbe essere concordato con la proprietà uno scambio di servizi o compensazioni economiche. Con buona volontà la soluzione con soddisfazione di tutti si può trovare.