Redazione – In questi convulsi giorni agostani, si festeggia oggi la ricorrenza del 164° anniversario del miracolo di San Leonardo che liberò il popolo procidano dal colera.
“Era l’anno 1854, quando Dio sdegnato per le nostre scelleratezze, abbandonò la clemenza e diede mano al rigore. Così il flagello del colera entrò in Procida e cominciò ad imperversare più di ogni altro luogo dei dintorni. Allora l’aspetto bello e ridente dell’isola si mutò in un pieno di squallore. La morte si presentava implacabilmente dovunque: non era caduto ancora vittima del suo furore un uomo e già ne colpiva un altro. La madre spirava sul figlio, cadeva l’amico sull’amico, il sano sull’infermo. Per le strade, dalle finestre si ascoltava un piangere che trafiggeva il cuore. Il lugubre suono delle campane, l’amministrazione continua dei sacramenti, i morti, i funerali creavano terrore e desolazione. I santi e Maria SS., esposti nella chiesa di San Leonardo non prestavano più ascolto alle lacrime dolorose e supplicanti dei Procidani. In questo frangente, un gruppo di pie donne, il 18 Agosto, corrono nella chiesa e con una fede che non conosceva rispetto umano, escono dalla sua nicchia S. Leonardo e lo espongono alla pubblica venerazione e con dolorose grida lo pregano, lo sollecitano, lo scongiurano a gloria del suo nome ad intercedere presso Maria SS. affinché Dio fermasse il braccio sdegnato e liberasse i suoi devoti dal triste castigo. Poi, piene di fiducia, ritornarono alle loro case. Intanto la loro preghiera ascese fino al cielo e l’ora del prodigio all’alba del 20 agosto. Mentre il quel giorno festivo il popolo ascoltava la S. Messa e nuove preghiere indirizzava al cielo, si udì un grido di gioia. Tutti avevano gli occhi fissi al volto di rosa di S. Leonardo che irraggiava l’insolita luce e col braccio alzato al cielo pareva che animasse tutti alla gioia ed alla speranza. Il popolo fu certo, davanti a quella visione, di aver ottenuta la grazia ed infatti il colera cessò“
(Da Piccola Raccolta di Panegirici di San Leonardo Abate perl sacerdote Michele Parascandola fra Domenico di Procida, ed. 1880)