Gino Finelli – “Un’ora sola ti vorrei per dirti quello che non sai” cantavano gli Showman negli anni sessanta mentre tutti i giovani di allora affollavano i locali notturni, i cosiddetti night club dove la sera si ballava stretti, stretti nel tentativo disperato di iniziare una relazione. Erano gli anni della contestazione e, nonostante i movimenti giovanili predicavano l’amore libero e si affacciavano le nuove tendenze di cui i capelloni e la minigonna erano solo alcuni dei tanti esempi di quel momento, di sera con il calar del sole sotto l’influenza della luna, al suono dei piccoli gruppi musicali o dei jukebox, maturavano avventure estive che spesso si trasformavano in grandi amori.
Il ferragosto, e con esso la settimana agognata e attesa da sempre da tutti gli italiani, diveniva così il momento, oltre che di svago, di abbandono delle problematiche familiari e sociali, di ricerca di una serenità frammista al divertimento, alla spensieratezza e alla voglia di tuffarsi in un mondo incantato fatto di giochi e di facili risate.
Il night club diveniva così luogo di incontro che coronava una lunga giornata trascorsa in riva al mare o, per quelli più agiati, sulle imbarcazioni dell’epoca, poche e di certo molto meno pretenziose di quelle di oggi.
Anche la spiaggia con le sue file di ombrelloni, se pur affollata, dava l’idea della festa, della vacanza accogliendo famiglie che spesso consumavano i loro pasti all’ombra, pasto preparato con cura a casa. Completavano il momento del mare i giochi con i racchettoni, il sandalino, piccola canoa di legno dell’epoca, la palla volo a mare e qualche volta la costruzione sulla battigia di arditi castelli di sabbia o di vulcani fumanti.
Per i più agiati la vacanza continuava anche oltre la settimana di ferragosto e spesso si protraeva fino agli inizi di settembre, anche perché in quell’epoca la scuola terminava a giugno per riprendere ad ottobre.
Ci si divertiva di meno, si studiava di meno?
Non credo anzi ci si divertiva più semplicemente e di certo si studiava con maggiore attenzione. Operai, professionisti e ricercatori di quella generazione di giovani hanno contribuito in maniera significativa alla crescita del nostro paese e, molti di loro, sono stati maestri ed esempio per le successive generazioni.
Poi dopo gli anni della contestazione, della crescita esponenziale , un lungo periodo di benessere , gli anni 80, nei quali oltre al cambiamento del costume, delle abitudini di vita, si realizzava quel permissivismo assoluto, dove le regole che c’erano, erano sistematicamente violate, dove l’arroganza di chi gestiva il potere , si manifestava nella loro assoluta impunità, dove persino le sospirate vacanze assumevano un ruolo diverso, dovendo esse non più essere la spensierata ricreazione post lavoro, ma la ricerca oltre che del piacere a tutti i costi, dell’apparire, di rendere la vacanza quella passerella di immagine a beneficio del proprio ego e delle proprie insicurezze sociali e culturali.
E così a poco a poco il ferragosto diveniva non più meta agognata, ma espressione di quel che restava di quei vacanzieri incapaci di andare in ferie in altri periodi dell’anno, di quelli sfigati che, per lavoro obbligato o altro, erano costretti ad utilizzare solo quella settimana per le loro vacanze.
Non più le spiagge affollate delle nostre riviere, ma la ricerca di luoghi esotici o di posti dove mostrarsi nello splendore di un fisico perfetto o mischiarsi con chi di quel fisico e di quell’immagine ne aveva fatto merce di scambio.
Un cambiamento di abitudini e costume che in quegli anni hanno considerevolmente mutato gli atteggiamenti ed i comportamenti degli Italiani.
Terminava il mito delle riviera Romagnola, della Versilia con i loro affascinanti locali e lidi perfetti e super curati, per l’alternativa un po’ trasgressiva ed un pò esotica, inseguendo spesso personaggi famosi e mode occasionali.
Poi la crisi economica, la mancanza di lavoro con la disoccupazione giovanile, sempre più crescente e la paura del terrorismo islamico, hanno ridato a quelle riviere, per lungo tempo deprezzate e un pò accantonate, vigore e importanza restituendo alle nostre splendide località di mare quel ruolo significativo nella vacanza estiva.
E così ecco di nuovo il ferragosto di un tempo con le spiagge affollate, i locali pieni, le strade gremite di vacanzieri. Ecco ancora una volta il ripetersi delle ferie della settimana tipica degli Italiani e, chiaramente ecco ancora una volta, le disavventure e le problematiche di un paese non al passo con i tempi e dove non è purtroppo avvenuto l’adeguamento e la modernizzazione delle strutture che spesso sono ancora quelle del passato.
Ma nonostante tutto è questo il periodo di ferie più ambito da noi Italiani e ci troviamo sempre a lamentarci ma a non saperne fare a meno perché, in fin dei conti, nel nostro cuore conserviamo sempre il ricordo della nostra giovinezza che abbiamo lasciato in eredità ai nostri figli.
Ferragosto, che coincide per la chiesa cattolica con il giorno dell’Assunta, forse potrebbe essere di auspicio per tutti noi per far risorgere da un periodo di oscurantismo e degrado questo nostro splendido paese.