Michele Cacciutolo – Era un giorno di giugno il cielo sereno molti già andavano al mare, le scuole erano già chiuse ad eccezione di chi doveva fare l’esame di stato che allora si faceva a luglio, all’improvviso scoppia la bomba.
“ N’copp o comune stanno ricenn che non si cammina chiù, o’ divieto” maronn!!!!!!!!
Non c’erano i telefonini ma la notizia camminò velocemente di bocca in bocca, chi faceva la domanda “ma perché proprio ora, sono sbarcato e mi sono accattat a vespa nova per trovà una fidanzata” ,chi invece si disperava perché pensava alla sua attività di ristorazione andare a pezzi , chi invece si disperava avendo un piccolo albergo, e tutta la popolazione che non voleva più perdere la libertà di movimento, invece stop niente di niente divieto e basta “ ci sta o’ traffico”
Scusate ma ho dimenticato di dire quale era l’anno perché per me è come se fosse ieri, siamo nel 1982, avete letto bene 36 anni fa’.
La rivoluzione francese, tutti sbraitavano tutti a commentare, nei bar, sotto all’ombrellone non si parlava altro un incubo per molti, ma piano piano qualcuno incominciava a essere a favore ma non lo diceva per non essere additato o peggio mandato a quel paese.
Come contenere l’assedio, la povera Amministrazione con sindaco Cennamo decide di indire un convegno cosi si spiega alla gente cosa è il progetto e perché si è pensato al divieto. Chiamato Mastroianni, si individua “le Arcate” come locale (allora ancora nel pieno del suo splendore) si convocano i prof. Universitari grandi esperti di mobilità cittadina che avevano ipotizzato già un progetto per PROCIDA.
Il giorno stabilito ci fu una partecipazione straordinaria, l’albergo fu preso d’assalto, politici vecchi e nuovi, maggioranza e opposizione, ristoratori, albergatori, pescatori, commercianti tutti, curiosi, ambientalisti,preti,contadini insomma tutti o comunque tutti rappresentati. Arrivano i professori esperti e incomincia la loro relazione e danno delle anticipazione del progetto di mobilità che prevedeva un pò di tutto, parcheggi, svincoli nuovi, individuazione e perimetrazione del centro storico che nel nostro paese e particolare non è come altri paesi con un duomo e alcuni quartieri antichi intorno, ma esso è esteso e con livelli diversi e quindi per arrivare a un progetto esecutivo e attuabile ci voleva qualche mese e l’ideale sarebbe tutto l’inverno per essere pronti per la prossima estate almeno con un 50% realizzato e funzionale, ma, e qui si sentirono tutti gelare la schiena, ma per questa estate la cosa più facile e realizzabile è «o’ divieto»
Partirono le ire, partirono domande, partirono imprecazioni, qualcuno avanzo suggerimenti, qualcuno era anche contento, qualcuno ipotizzo il divieto a zona e a rotazione,qualcuno si rassegnò,qualcuno chiese le dimissione del sindaco,sta di fatto che tutti ritornarono a casa rassegnati moggi moggi ma con l’idea che qualcosa andava fatto.
Da allora si sono succedute otto sindaci e amministrazioni, un accenno di progetto di mobilità nessuno non lo ha neanche ipotizzato tanto il gregge è ormai assuefatto e il divieto una cosa provvisoria è diventata definitiva per 33 anni almeno di cambiare l’orario o fare o a chi non fare il permesso.
Il sentimento che si percepisce non lo so definire, non mi sento neanche se ridere o piangere se incazzarmi o se rassegnarmi ma una cosa la sento di dire senza idee progettuali non si va da nessuna parte, almeno Cennamo ci aveva pensato.
È importante perimetrale il centro storico e servirlo con mobilità alternativa ad esempio collegare i due porti Marina Grande e Corricella con un tunnel e tapin roulant e con ascensori o scale mobili in corrispondenza di zone in superficie e inoltre una funicolare da Piazza dei Martiri al Castello D’avalos, pernsate a quello scempio di Via San Rocco o del Casale con un ascensore a che serve piu avere una macchina o un motorino nel centro storico e il valore del patrimonio edilizio raddoppierebbe con tanti negozietti e ristorantini, penso a Perugia per esempio.
A chi abita a Solchiaro o al Cottimo il divieto e solo un enorme problema quindi per il resto del paese misure diverse e appropriate almeno è un inizio.
Al caro Sebastiano che nel suo articolo ha affrontato molto bene il problema con qualche provocazione, dico che ci vuole coraggio a proporre una sorta di isola felice senza macchine come la scelta fatta in Grecia a Idra dove dopo un referendum si cammina solo con cavalli e asini e bici, ma la vedo difficile.
I procidani si lamentano del costo della spazzatura, legittimo, ma i costi per due macchine o due motorini in ogni famiglia non ci si pensa, e intanto fra assicurazione, bollo,manutenzione, benzina e ammortamento del capitale (leggi perdita) partono piu di dieci milioni l’anno che con queste cifre potremmo avere taxi elettrici a chiamata h24. Meditate genti meditate ma ricordate che per queste estate ma solo per questa estate ci sarà il divieto.
Non me ne
voglia Michele C. ,ma le sue idee del tunnel…funivia …mi sembrano molto ma molto cervellotiche..assolutamente improponibili…
Poi,del resto,il problema rimane intero.
Ma,a parer mio,basterebbe senso di responsabilità e consapevolezza usando il mezzo meccanico solo ed esclusivamente quando occorre.Basterebbe questo.
Bravo Michele, la tua disamina, appropriata e pregnante di particolari, è già un buono imput… Mi compiaccio!
Leonardo Esposito