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CALTA DI MASSA SI, CALATA DI MASSA NO: QUANDO AL PILIERO VOLEVA ANDARCI SOLO PROCIDA

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Nov 26, 2018

Redazione – Anche se solo per pochi giorni, sulla stampa campana, ha tenuto banco la possibilità (ma nemmeno poi più di tanto ) di spostare il terminal dei traghetti da e per le isole del golfo di Napoli, da Calata di Massa a Calata del Piliero. La proposta è stata rilanciata dagli operatori turistici capresi e da Federalberghi Isola di Capri, giustificando questa richiesta con una serie di disagi, di problemi, ecc.

Ma invero, i disagi dei passeggeri a Calata di Massa – zona non proprio centrale e per certi versi considerata anche pericolosa – erano noti già da tempo. In più occasioni studenti, pendolari lavoratori avevano espresso il loro disappunto per una situazione che subivano ma che non condividevano.

Mentre oggi c’è chi si straccia le vesti, dobbiamo riannodare i fili e dare contezza della battaglia portata avanti ben 12 anni fa dal Comune di Procida, per addivenire ad una soluzione che vedesse proprio in Calata Piliero lo scalo per i traghetti. Chi più di tutti si impegnò perché ciò si avverasse, fu l’allora delegato ai trasporti Cap. Pasqualino Sabia.

Era il maggio del 2006, precisamente il primo, e il comune di Procida nella persona appunto del delegato ai trasporti convocò le rappresentanze degli operatori e degli utenti dei servizi marittimi, per un incontro sul tema: Porto di Napoli – Nuovo Assetto Con spostamento dello scalo traghetti dal Beverello a Porta di Massa.

Sabia informava i presenti di aver partecipato – su invito del dottor Nerli,  Presidente dell’autorità portuale di Napoli  – ad un incontro in cui era  intervenuto anche l’assessore regionale Ennio Cascetta e il comandante del porto di Napoli Ammiraglio Caccioppoli.

Nell’incontro fu illustrato ai comuni delle Isole del Golfo il progetto Nausicaa già in fase di realizzazione che prevedeva il trasferimento dello Scalo dei soli traghetti per le isole del Golfo dal molo Beverello a Molo Porta di Massa in prossimità del palazzo della Capitaneria di Napoli.  Tale progetto intendeva migliorare la viabilità della città di Napoli delocalizzando l’imbarco/sbarco degli utomezzi, che facilitava per gli stessi  il raggiungimento dei raccordi autostradali, tale apportare per  trasportatori ed autodotati  indubbi vantaggi dal trasferimento.

Però solo marginalmente – come sempre –  fu considerata l’utenza che si serviva ( e si serve ) a centinaia e talora migliaia, del mezzo traghetto per raggiungere la terraferma e  appunto le problematiche connesse al trasferimento dello scalo dal Beverello a Calata di Massa.

I comuni in quell’incontro ritennero tardivo il loro coinvolgimento lamentando il mancato processo di concertazione e comunque concordando sulla impraticabilità delle ipotesi dell’autorità portuale di attivare il trasferimento se pure in via sperimentale, nei mesi estivi ormai alle porte.  Il tutto fu quindi rimandato all’autunno.

Un consiglio comunale di fine ottobre ( n° 59 del 30.10.2006) approvato all’unanimità, ratificava un ordine del giorno proprio del consigliere Sabia che esprimeva l’assoluta contrarietà al trasferimento dei traghetti dal molo beverello alla Calata di Massa, in considerazione delle condizioni di disagio e pericolo che si sarebbero determinate in considerazione delle caratteristiche ambientali e logistiche dell’area prescelta, ma cosa molto importante proponeva anche un molo alternativo. Proprio quello di Calata del Piliero che oggi a 12 anni di distanza, è tornato prepotentemente di moda.

Le autorità dell’epoca fecero orecchie da mercante, tanto che non più tardi dell’aprile del 2007, il delegato Sabia prese di nuovo carta e penna e scrisse di nuovo al Prefetto, all’autorità portuale, alla Capitaneria, all’assessore ai trasporti della Regione Campania, ecce cc evidenziando  – ed oggi lo possiamo dire avendone ragione –  ancora una volta come lo spostamento a Calata di Massa avrebbe avuto conseguenze per gli stessi autotrasportatori ma in particolare per l’utenza isolana, lavoratori e studenti.

Procida – come sempre – ancora una volta, ad anni di distanza, fu antesignana, grazie all’indomito delegato ai trasporti Pasqualino Sabia, di una visione che globale, frutto dell’esperienza di chi sul mare e con il mare ( la sua logistica, i suoi problemi, le sue peculiarità ) ha lavorato una vita.

Oggi i capresi – che pur all’ora non erano molto convinti del cambio – si svegliano e chiedono ( invano ) un cambio. Invano perché – purtroppo nel porto di Napoli c’è un problema di spazi. Il porto, al momento, è saturo. Per poter fare uno spostamento a Calata Piliero si dovrebbero spostare le navi che collegano Napoli con le isole maggiori nella zona di Levante. Questa zona ricordiamolo oggi è destinata a terminal container e nel contempo è in costruzione la darsena di Levante. Quando la darsena di Levante sarà terminata e sarà resa disponibile, il masterplan nell’autorità portuale di Napoli ha già previsto di spostare in questa area i traghetti che collegano Napoli alle isole maggiori ovvero Sicilia a Sardegna.

La verità è che se di tutto ciò si fosse parlato prima, chissà.

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